Arturo Onofri: CICLO LIRICO della TERRESTRITA' DEL SOLE I. Terrestrità del Sole

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Che un tuo dito di grazia
ci sfiori il lieve organo del cuore,
e si scarica in luce ogni demenza,
nell'attacco sinfonico
del Verbo che tu sei,
o gloria eterna d'ogni lingua nostra.

Dal più deserto azzurro
balénano-mio-corpo, rutilando,
le tue curve cantanti
e gli occhi di silenzio del futuro.
Come energia di squilli che da tube
si congiungono a fremiti d'amore
di cordiere vibranti
e a pensieri di flauti,
così gli angeli musici s'accoppiano
al tuo Nome, o Maria,
nel trono osannante del sole.

Fino alla tua figura inadombrabile
noi solleviamo la marea crescente
del nostro affannoso cercarti
sulla gamma sovrana del sangue;
ed ecco il tuo strale sonoro in mezzo al petto,
ecco i timpani d'oro in queste tempie,
ecco le corde-in-fremito dei reni,
ecco il grembo che intona i salmi argentei
della tua profezia,
ecco il forte respiro
d'ogi nostra preghiera.

A te, Musa celeste,
ond'aspettano possa e concordia
le favelle spezzate dei popoli,
noi votiamo le fievoli forze del sangue,
le languide membra mortali,
che tu ci mandi i tuoi angeli orchèstrici
ad assumere i nostri imperfetti strumenti
per accordalli al tuo divo concerto, in lode tua,
Madre immortale d'ogni concordanza,
nella tua beltà sinfonica dei mondi,
che danzano il tuo Nome.

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