Dante Gabriel Rossetti 1828-82
The Holy Grail 1860
Il dolcissimo viso della Grazia,
che si promise in sillabe di canto
al mio cercarla in tenebre soltanto,
apre al mio sonno i cieli ov’ella spazia.
Viso che irradia carità, ringrazia
ella il dolor dei mondi che in un santo
spasimo, affida a lei, dal proprio schianto,
l’esserne integra gioia, unica e sazia.
E il rivelarsi del suo dolce viso,
arcanamente onnipotente, è il pegno
di quell’Amore che ci vuol suo regno:
suo regno qui, benché sembri diviso
in una moltitudine di forme
sparse, ove ancora il voler nostro dorme.
che si promise in sillabe di canto
al mio cercarla in tenebre soltanto,
apre al mio sonno i cieli ov’ella spazia.
Viso che irradia carità, ringrazia
ella il dolor dei mondi che in un santo
spasimo, affida a lei, dal proprio schianto,
l’esserne integra gioia, unica e sazia.
E il rivelarsi del suo dolce viso,
arcanamente onnipotente, è il pegno
di quell’Amore che ci vuol suo regno:
suo regno qui, benché sembri diviso
in una moltitudine di forme
sparse, ove ancora il voler nostro dorme.
(Arturo Onofri 1885-1928 - Suoni del Gral 1932, Sonetto XII)
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