Indice:
1) Introduzione
- La grande assemblea
- Il grande prodigio e la domanda di Maitreya GGGG
- La risposta di Manjushri. Il Budda Candrasuryapradipa, Luce della luna e del sole.
2) Espedienti (abilità nei mezzi salvifici).
- Difficoltà di comprendere la dottrina del Budda
- La vera entità di tutti i fenomeni
- I dubbi di Shariputra. L’allontanamento di 5000 monaci dall’assemblea
- La rivelazione del Budda
- Il veicolo unico
- Il potere degli espedienti.
- Il segreto del Budda
3) Parabola e similitudine
- Per tutta la lunga notte
- La parabola della casa in fiamme
- Vi salverò dalla casa in fiamme
- Raccomandazioni finali
4) Fede e comprensione
- La parabola dell’uomo ricco
- Figli del Budda
5) La parabola delle erbe medicinali
- La parabola del nato cieco
6) Predizioni
7) La parabola della città fantasma
– Il Budda Maabina Jnamabibu (grande saggezza universale)
– La ruota della legge. L’origine del dolore.
– La parabola della città fantasma
8 – 9) Predizione dell’illuminazione a cinquecento discepoli e ai discepoli anziani
- Il Budda Fulgida Legge
- La parabola del gioiello nascosto
- Predizione dell’illuminazione ad Ananda e Rahoula
10) Il maestro della legge
11) L’apparizione della torre preziosa
- L’apparizione della torre preziosa
- Superiorità del Sutra del Loto
12) Devedatta
- Il veggente Asita
- Manjushri che emerge dall’oceano e la figlia del Re Drago
13) Esortazione alla devozione
14) Pratiche pacifiche
- E liberaci dal male oscuro. Benefici del devoto del Sutra del Loto
15) Emergere dalla terra
16) Durata della vita del Tathagata
- Vita eterna del Budda
- La parabola del bravo medico
- La pura terra del Budda
17) Distinzione dei benefici
18) I benefici di chi risponde con gioia
19) I benefici del maestro della Legge
20) Il Bodhisattva Mai Sprezzante
21 – 22) Poteri sovrannaturali del Tathagata. Affidamento.
23) Precedenti vicende del Budda Re della medicina
24) Il Bodhisattva Suono meraviglioso
25) Il Bodhisattva Avalokiteshvara
26) Dharani. Formule magiche.
27) Il re Ornamento meraviglioso
28) Il Bodhisattva Samantabadhra (Virtù universale)
Presentazione
Il Sutra del Loto è un testo bellissimo, profondo e per molti aspetti magico. Purtroppo è poco conosciuto per varia ragioni, una delle quali è senz’altro la pesantezza del linguaggio, fatto di infinite ripetizioni di parole e concetti.
Il testo originale infatti, è pensato per essere esposto oralmente e memorizzato, in un’epoca in cui la parola scritta e i libri in genere non esistevano. Per questo motivo le ripetizioni di cui l’opera si compone, all’epoca in cui essa fu scritta, avevano un senso ben preciso perché servivano per evitare che un concetto venisse perso, scordato, o che sfuggisse all’attenzione dell’ascoltatore, ma purtroppo rendono il sutra praticamente illeggibile ai tempi di oggi, per qualsiasi lettore occidentale, anche il più colto.
In realtà, depurato il testo dagli arcaismi e dalle ripetizioni infinite, rimane un testo stupendo, capace di affascinare, di spiegare complessi concetti religiosi, ricco di parabole bellissime, immagini spettacolari, mantra magici.
Presentiamo quindi questa edizione semplificata del Sutra, sperando che ciò possa contribuire ad una sua maggiore diffusione, affinché venga apprezzato il testo per quello che è.
In primo luogo questo libro è stato pensato affinché il Sutra del Loto si diffonda, venga letto e compreso a fondo negli ambienti buddisti che si rifanno al suo insegnamento.
Ma anche molti altri lettori lo troveranno interessante e potranno addirittura restare incantati da esso.
Coloro che si interrogano sul perché delle diverse religioni potranno trovare una risposta al problema della pluralità delle religioni. Il sutra contiene infatti concetti molto evoluti, che si pongono al di sopra di qualsiasi religione e in grado di spiegare il motivo per cui esistono diverse fedi, ciascuna con una propria visione della divinità e della vita.
Chi cerca un senso della vita lo troverà nel concetto di Bodhisattva e, qualora poi volesse approfondire il buddismo di Nichiren Daishonin, nel concetto di Kosen Rufu che vi è intimamente collegato.
Gli appassionati di esoterismo vi troveranno mantra e formule magiche, alcune di sperimentata efficacia. Chiunque pratichi il buddismo di Nichiren Daishonin ha provato nella sua vita l’efficacia del mantra Nam Myo Ho Renghe Kyo. Ma altri mantra sono contenuti negli ultimi capitoli del libro.
Chi cerca un modo di uscire dalla depressione e non ha trovato la soluzione nelle psicoterapie tradizionali, forse troverà in questo sutra, o più che altro nella pratica che si basa su di esso, una possibile risposta. Per questo motivo uno dei paragrafi è stato intitolato “e liberaci dal male oscuro”. Perché grazie alla pratica basata su questo sutra molte persone hanno vinto la loro lotta contro la depressione.
Coloro che professano un culto, quale che esso sia, troveranno comunque un testo diverso da quelli tradizionali, in grado di far riflettere chiunque sul ruolo della religione nella vita del singolo individuo e della società.
Avvertenza per la lettura del testo
Il presente testo è una versione semplificata del Sutra del Loto, tratta dalle due traduzioni in italiano, quella di Francesco Sferra (tradotta dal Sanscrito) e di Burton Watson (traduzione dell’edizione cinese di Kumarajiva) Per questo motivo il testo in alcune parti è una fusione delle due traduzioni, in altre è una riscrittura diversa da entrambe.
Essendo una versione ad uso del lettore occidentale, senza alcuna pretesa culturale o di esattezza storica sono state seguite le seguenti regole.
In linea di massima, dovendo operare una scelta, il testo base utilizzato è stato quello cinese di Watson, perché le due versioni sono molto differenti l’una dall’altra; basti pensare che nella versione sanscrita non compare quella che, per i seguaci del Sutra del Loto che si rifanno agli insegnamenti di Nichiren Daishonin, è la parte più importante del capitolo 2: Nio ze so, nio ze scio, cioè la vera entità di tutti i fenomeni.
La maggior parte dei capitoli del Sutra si compone di una parte in prosa e, a seguire, di una parte in versi in cui vengono ripetuti gli stessi concetti della parte in prosa. Trattandosi di ripetizioni, il testo è scritto unicamente in prosa, accorpando, dove ci è sembrato più opportuno, il testo in prosa e quello in versi; altre volte eliminando una delle due parti (ad esempio, nel capitolo espedienti la parte in versi contiene gli stessi identici concetti ma è più chiara e completa di quella in prosa, quindi quest’ultima è stata eliminati quasi completamente).
I capitoli sono stati nominati con il titolo di entrambe le versioni di cui disponiamo in italiano.
Molti capitoli sono stati divisi in paragrafi; i titoli dei paragrafi sono in realtà inesistenti nella versione originale, ma sono stati inseriti per semplificare la ricerca di una parabola, o di un concetto.
Alcuni capitoli sono stati accorpati, li dove il concetto espresso in essi era troppo semplicistico da meritare una sezione a se stante.
I nomi propri di persona (Ad esempio Ananda, Mogallana) sono scelti nella versione che ci sembra più musicale per il lettore occidentale, indipendentemente dal fatto che esso sia la versione sanscrita, pali, o addirittura in alcuni casi giapponese. I nomi dei Kalpa invece sono rimasti nella versione di watson, che ci sembra la più bella. In ogni caso, accanto al nome in sanscrito, compare poi la traduzione col significato in italiano così come effettuata da watson.
I nomi dei vari Budda sono quelli della versione sanscrita, con accanto la traduzione letterale dell’edizione di Watson (ad es. Avalokitesvara, cui segue la traduzione Percettore dei suoni del mondo). Quando un nome è illeggibile sia nella versione sanscrita che in quella cinese o giapponese, che nella traduzione italiana si è scelta una versione semplificata.
Cap. 1 - Introduzione
La grande assemblea
Così io ho udito
Una volta il Budda si trovava sul monte Gridhrakuta nei pressi di Rajagriha. Era accompagnato da una moltitudine di dodicimila eccellenti monaci, tutti arhat che avevano sradicato ogni illusione e non avevano più alcun desiderio terreno. Che avevano ottenuto ciò che andava a loro vantaggio e posto fine ai legami dell’esistenza e avevano conseguito la libertà della mente.
C’erano, tra gli altri, Makassiapa, Rahoula, Shariputra, Mogallana, Anirudda, Nanda e Ananda. C’erano inoltre Mahaprajapati e le sue seimila seguaci e Yashodara.
C’erano inoltre moltissimi bodhisattva, c’erano i figli del cielo, gli otto re draghi, i quattro re Kimnara, i quattro re ghandarva, i quattro re garuda e i quattro re asura.
C’erano inoltre Manjusri, Avalokitesvara e Maitreya.
L’onorato del mondo venne lodato e ricevette offerte e segni di rispetto. E per il bene dei bodhisattva espose il sutra del grande veicolo intitolato Innumerevoli significati (o anche Grande esposizione), una legge per istruire i Bodhisattva, custodita nel cuore dei Budda.
Allorché il Budda ebbe terminato di predicare questo sutra si sedette con le gambe incrociate nella posizione del loto ed entrò nella samadhi, immoto nel corpo e nella mente. Allora piovvero dal cielo fiori di Mandarava, di Manjushaka che si sparsero sopra il Budda e la grande assemblea; in ogni luogo il mondo di Budda si scosse tremando in sei modi diversi.
Allora tutti coloro che erano riuniti nell’assemblea, avendo ottenuto ciò che non avevano mai conosciuto, gioirono profondamente, congiunsero le mani devotamente e guardarono il Budda.
A quel tempo il Budda emise un raggio di luce dalla ciocca di candidi capelli sopra le sue sopracciglia, illuminando diciottomila mondi verso oriente. Non vi era luogo che la sua luce non penetrasse, in basso fino all’inferno Avichi, e in alto fino al cielo akanishatha.
Da questo mondo si potevano vedere in tutte le altre terre gli esseri viventi dei sei sentieri. Allo stesso modo si potevano vedere i Budda presenti in quelle altre terre e udire gli insegnamenti dei sutra che quei budda stavano esponendo. Contemporaneamente si potevano vedere i monaci e le monache, i laici e le laiche, che avevano portato a termine le pratiche religiose e avevano raggiunto la via. E si potevano vedere anche i Bodhisattva e i mahasattva che in seguito a varie cause e condizioni e vari tipi di fede e comprensione, in varie forme ed aspetti stavano completando la via del bodhisattva. E si potevano pure scorgere i Budda entrati nel paranirvana e vedere le torri adornate con i sette tesori erette per le loro spoglie dopo l’ingresso nel paranirvana.
Il grande prodigio e la domanda di Maitreya
Al bodhisattva Maitreya venne questo pensiero:
- Adesso l’onorato del mondo ha manifestato questi segni miracolosi. Ma quel è la causa di questi presagi portentosi? Devo informarmi su questo fatto. Chi potrò interrogare a tale riguardo? Chi può darmi una risposta?
Poi pensò:
“Qui si trova il principe Manjushri, figlio di un re del dharma, ha gia personalmente assistito e fatto offerte a un incommensurabile numero di Budda nel passato. Di certo deve aver visto questi rari presagi in passato e ne conoscerà il significato. Adesso lo domanderò a lui”.
Vedendo che anche i monaci, le monache, i laici, le laiche, gli esseri celesti, i draghi gli spiriti e tutti gli altri avevano lo stesso pensiero, Maitreya interrogò Manjushri dicendo:
“Manjushri, qual è la causa di tali presagi portentosi? Di questi segni di poteri sovrannaturali, di questa emissione di un grande raggio splendente che illumina le diciottomila terre orientali e ci permette di scorgere in quei luoghi tutti i maestosi mondi di Budda? Manjushri, perché dal maestro proviene tutta questa luce? Possiamo vedere i Budda esporre e predicare i sutra; ciascuno nel proprio mondo predica le legge corretta e per mezzo di vari espedienti illustra la legge del budda guidando all’illuminazione gli esseri viventi. Se una persona è angosciata e detesta la morte la malattia e la vecchiaia i Budda predicano il Nirvana spiegando come possa por fine ad ogni pena. Se una persona ha la fortuna di aver fatto offerte ai Budda ed è decisa a cercare una legge superiore i Budda espongono la via del pratyekabuddha. Se vi sono i figli del Budda che si dedicano a varie pratiche religiose ricercando l’insuperata saggezza i budda predicano la vie della purezza. Manjushri vedo in queste terre Bodhisattva numerosi come le sabbie del Gange che ricercano la via del Budda. Alcuni offrono elemosine, oro corallo argento perle gioielli conchiglie agate diamanti e altre rarità servi e serve, carrozze e palanchini ingioiellati. Porgono lieti questi doni in offerta alla via del Budda, desiderosi di ottenere il veicolo supremo nel triplice mondo, quello lodato dai Budda. Oppure vedo Bodhisattva che offrono carrozze ingioiellate con doppia pariglia con sponde e teste fiorite a ornare i lati e il tetto. Manjushri vedo re andare in visita al luogo del Budda per interrogarlo sulla via suprema. Lasciano le loro terre felici i palazzi, le ancelle, e gli attendenti si radono barba e capelli e indossano le vesti del dharma. Oppure vedo Bodhisattva divenuti monaci vivere in solitudine e in quiete che si deliziano a recitare i sutra. Ancora, vedo Bodhisattva che si esercitano con coraggio e diligenza che si addentrano nel profondo delle montagne con la mente rivolta alla via del buddha, li vedo allontanarsi dai desideri dimorare costantemente nel vuoto e nella quiete immergersi in profonda meditazione fino ad ottenere i cinque poteri sovrannaturali e vedo Bodhisattva assorti in meditazione a mani giunte con migliaia di versi lodano il re delle dottrine. Vedo figli del Budda esperti sia nella meditazione sia nella saggezza che si avvalgono di numerose similitudini per esporre la legge all’assemblea, che gioiosamente predicano la legge convertendo i Bodhisattva che sconfiggono le legioni dei demone percuotendo il tamburo del dharma. E vedo Bodhisattva che vivono nelle foreste ed emanano luce, salvare chi soffre nell’inferno facendolo accedere alla via del Budda. Vedo figli del Budda che senza mai cedere al sonno continuano a vagare per la foresta cercando con diligenza la via del Budda. Vedo coloro che osservano i precetti con una condotta senza pecche puri come gioielli e come gemme ricercare in tal modo la via del Budda.
Manjushri, figlio del Budda, dacci ora una risposta e rendici felici. Tutto ciò che abbiamo visto non può essere accaduto per futili ragioni. Un unico raggio ha illuminato così tante migliaia di campi. Manjushri tu lo devi sapere.
La risposta di Manjushri. Il Budda Candrasuryapradipa (Luce della luna e del sole)
Manjushri allora dette la sua risposta:
Ricordo che in un epoca passata innumerevoli Kalpa or sono viveva un Budda tenuto in sommo onore dagli uomini chiamato Candrasuryapradipa. Questo Budda esponeva la legge salvando innumerevoli esseri viventi e incommensurabili milioni di Bodhisattva facendoli accedere alla saggezza del Budda. Egli aveva otto figli, tutti principi, che un giorno, vedendo che il padre aveva abbandonato la famiglia fecero lo stesso e intrapresero le pratiche di Bhrama.
Un giorno, essi giunsero al cospetto del Budda che si era appena svegliato dalla samadhi.
Il Budda, vedendo Candrasuryapradipa e i suoi otto figli lo lodò dicendo:
“Tu sei l’occhio del mondo in te ognuno può credere e avere fede tu puoi onorare e sostenere il tesoro del dharma. La legge che espongo tu solo puoi testimoniarla.
Dopo aver pronunciato queste parole di lode espose il Sutra del Loto per sessanta interi piccoli kalpa. Mai sorse dal suo seggio e la suprema e meravigliosa legge da lui esposta fu accettata e sostenuta integralmente dal maestro del dharma Luce meravigliosa.
Dopo che il Budda ebbe predicato la Legge del Loto proprio in quello stesso giorno annunciò all’uditorio di esseri celesti e umani:
- Ho già esposto per voi il significato della vera entità di tutti i fenomeni. Ora, al giungere della mezzanotte entrerò nel Nirvana. Esercitatevi diligentemente E liberatevi dalla negligenza e dalla pigrizia. E’ assai difficile incontrare un Budda, ne potete incontrare uno ogni milione di Kalpa. -
I figli di Candrasuryapradipa, udendo che il Budda sarebbe entrato nel Nirvana furono colti da dolore e angoscia sorpresi che il Budda dovesse estinguersi così presto. Ma egli rincuorò la folla sterminata dicendo:
“Quando sarò entrato nel Nirvana non dovrete avere nessuna preoccupazione o timore; tra voi c’è Bodhisattva di nome Srigarba (Scrigno di Virtù) che ha già pienamente compreso nel suo cuore la vera entità delle illusioni. Sarà lui il prossimo a divenire un Budda. Si chiamerà Vimalagranetra (Corpo Puro) e anche egli salverà innumerevoli moltitudini.
Quella notte il Budda entrò nel Nirvana come fuoco che si estingue quando la legna è consumata.
I suoi discepoli divisero e ripartirono le sue reliquie ed eressero un numero incredibile di torri; monaci e monache numerosi come le sabbie del Gange praticarono con raddoppiato zelo ricercando in tal modo la via suprema. Questo maestro del dharma, Candrasuryapradipa sostenne e onorò il tesoro del dharma del Budda per la durata di ottanta piccoli Kalpa diffondendo ampiamente il Sutra del Loto.
Anche i suoi otto nobili figli si attennero fermamente alla via suprema e poterono perciò incontrare innumerevoli Budda. Molti li seguirono nella pratica della grande via e uno dopo l’altro poterono diventare Budda. L’ultimo a divenire essere celeste tra gli esseri celesti fu chiamato Budda Dipankara (Fiaccola Ardente)
Questo maestro del dharma Candrasuryapradipa aveva a quel tempo un discepolo la cui mente era dominata da pigrizia da avidità di fama e profitto. Insaziabilmente ricercava ama e profitto frequentando spesso gente della sua e di altre famiglie. Gettò al vento ciò che aveva appreso, lo trascurò, lo dimenticò non lo comprese. Proprio per questo venne chiamato Yasaskama, che vuol dire Cercatore di Fama. Ma egli aveva anche compiuto innumerevoli buone azioni e a causa di ciò poté incontrare innumerevoli Budda. Fece offerte ai Budda e li seguì nella pratica della grande via realizzando tutte le sei paramita e ora ha incontrato il leone degli shakya. Diverrà quindi un Budda che avrà nome Maitreya e salverà in ogni dove gli esseri viventi in numero al di là di ogni calcolo. Dopo l’estinzione di quel Budda, quell’uomo pigro ora sei tu e quel maestro del dharma, Candrasuryapradipa, ora sono io.
Io vidi il Budda Candrasuryapradipa manifestare in passato un prodigioso presagio come questo. E così so che ora il Budda presente sta per esporre il Sutra del Loto. Adesso i segni sono uguali ai prodigiosi auspici passati
Gli esseri umani ora verranno per conoscerlo: giungiamo le mani e attendiamo. Il Budda farà piovere la pioggia della legge per soddisfare tutti coloro che cercano la via.
Siate controllati, ben disposti, a mani giunti.
Voi che cercate i tre veicoli se avete dubbi e rimpianti il Budda li risolverà per voi ponendovi fine così che nulla rimanga.
Cap. II - Abilità nei mezzi salvifici. Espedienti (hoben)
Difficoltà di comprendere la dottrina del Budda
A quel tempo l’onorato dal mondo sorse serenamente dalla samadhi e disse a Shariputra:
Shariputra, sappi che la saggezza dei Budda è infinitamente profonda e incommensurabile. L’accesso a questa saggezza è difficile da comprendere e difficile da varcare. Nessuno tra gli ascoltatori della voce o tra i pratyekabuddha è in grado di comprenderla. L’eroe del mondo è insondabile. Nessuno tra gli esseri celesti, tra la gente del mondo o tra tutti gli esseri viventi può comprendere il Budda.
Quale è la ragione di ciò? Un Budda ha assistito milioni e milioni di Budda e ha portato a termine innumerevoli pratiche religiose. egli ha pienamente acquisito e praticato varie vie dottrine profonde, sottili e meravigliose, difficile da vedere e difficili da comprendere.
Si è esercitato con coraggio e saggezza e il suo nome è universalmente noto. Ha percepito la legge profonda e finora mai conosciuta e la sua intenzione è difficile da comprendere.
Shariputra, da quando ho conseguito la Buddità ho esposto ampiamente i mie insegnamenti servendomi di varie cause e parabole ho guidato gli esseri umani inducendoli a rinunciare ai loro attaccamenti. Per quale motivo? Perché il Tathagata è completamente dotato sia degli espedienti che della paramita della saggezza.
Shariputra, la saggezza del Tathagata è vasta e profonda. Egli è dotato di infinita compassione e illimitata eloquenza, di potere, coraggio, concentrazione, emancipazione e samadhi. Inoltre è penetrato profondamente nell’infinito e si è risvegliato alla legge finora mai conosciuta.
Se anche il mondo intero fosse pieno di uomini pari a Shariputra se anche unissero le loro facoltà fino a stillare il cervello non potrebbero sondare la saggezza del Budda. Shariputra, il Tathagata sa come operare diversi gradi di distinzione tra gli insegnamenti, e li predica con abilità. Le sue parole sono soavi e gentili e rallegrano il cuore delle moltitudini.
Shariputra, il Budda ha pienamente realizzato la legge infinita, incommensurabile, senza precedenti.
La vera entità di tutti i fenomeni
Ora basta Shariputra, altro non dirò, perché la legge cui si è risvegliato il Budda e la più rara e difficile da comprendere. La vera entità di tutti i fenomeni può essere compresa e condivisa solo tra Budda.
Questa realtà consiste dei seguenti elementi:
aspetto, cioè l’apparenza esterna o la forma esteriore degli oggetti;
natura, cioè la natura innata o potenziale, la qualità o potenziale non visibile all’esterno;
entità, cioè l’entità della vita che si manifesta come aspetto e natura;
potere, cioè le capacità latenti, o il potenziale della vita;
azione, cioè l’influenza, o l’attività del potere che si manifesta nella vita;
causa interna, cioè la causa del cambiamento interno che ogni fenomeno individuale possiede;
relazione, cioè le condizioni interne ed esterne, e le cause indirette che danno originale al cambiamento;
effetto, cioè l’effetto latente, che sarebbe il potenziale o effetto subconscio di qualsiasi cambiamento;
retribuzione, o l’effetto manifesto, cioè la manifestazione chiaramente percepibile dell’effetto latente;
coerenza dall’inizio alla fine, nel senso che tutti i precedenti fattori sono coerenti tra loro, e al cambiare di uno di essi cambiano tutti gli altri.
Il potere del Budda il suo coraggio l’emancipazione, la samadhi e tutti gli altri attributi del Budda nessuno li può sondare.
Per innumerevoli milioni di Kalpa egli ha praticato queste vie finché nel luogo dell’illuminazione ha conseguito il frutto. Io ho potuto già vedere e conoscere perfettamente questa grande retribuzione, il significato delle varie nature e forme. Io e gli altri Budda delle dieci direzioni ora possiamo comprendere queste cose. Questa legge non può essere descritta. Le parole di fronte ad essa cadono silenziose. Tra tutti gli esseri viventi non vi è nessuno che possa comprenderla eccetto i numerosi Bodhisattva che hanno sviluppato il potere di una salda fede. I numerosi discepoli del Budda che in passato hanno fatto offerte ai Budda hanno già sradicato ogni illusione e ora dimorano nella loro ultima incarnazione. Ma neppure persone come loro hanno il potere necessario. Inoltre Shariputra ti annuncio che questa profonda, sottile e meravigliosa legge priva di falle al di là di ogni comprensione ora io l’ho pienamente realizzata. Io solo comprendo le sue caratteristiche e così i Budda delle dieci direzioni. Sappi, Shariputra, che le parole dei vari Budda non differiscono mai. Verso la legge esposta dai Budda devi coltivare il grande potere della fede. L’onorato del mondo ha esposto a lungo le sue dottrine e adesso deve rivelare la verità. Io annuncio questo a tutti gli ascoltatori della voce e a coloro che cercano il veicolo dei pratyekabuddha: li ho messi in condizione di liberarsi dai legami della sofferenza e di raggiungere il Nirvana. Il Budda, con il potere degli espedienti ha mostrato loro l’insegnamento dei tre veicoli distogliendo gli esseri viventi da questo o quell’attaccamento e permettendo loro di ottenere la liberazione.
I dubbi di Shariputra. L’allontanamento di 5000 monaci dall’assemblea
A quel tempo nella grande assemblea tutti ebbero lo stesso pensiero:
“Per quale ragione l’onorato dal mondo loda con tanto fervore gli espedienti e afferma che la legge percepita dal Budda è profonda e difficile da comprendere, che è molto difficile comprendere il significato delle sue parole e che nessuno tra gli ascoltatori è in grado di farlo? Se il Budda praticasse un'unica dottrina di emancipazione anche noi saremmo in grado di percepire questa legge e conseguire il nirvana. Noi non riusciamo ad afferrare il significato di ciò che sta dicendo in questo momento.
Allora Shariputra comprese i dubbi che erano nella mente delle quattro categorie di credenti e che neanche lui aveva risolto. Pertanto si rivolse al Budda e disse:
- Onorato dal mondo, quali cause e quali condizioni ti inducono a lodare con tanto fervore gli espedienti, i più alti stratagemmi del Budda, la profonda, sottile, meravigliosa legge che è così difficile da capire? Fin dal lontano passato non ho mai udito un Budda predicare in questo modo. Adesso tutte e quattro le categorie di credenti nutrono dubbi. Noi imploriamo l’onorato dal mondo di spiegare queste cose.
Il Budda ha detto che nella moltitudine di ascoltatori della voce io sono il primo. Tuttavia ora, con la mia sola saggezza non riesco a risolvere questi dubbi e perplessità. Ho effettivamente già raggiunto la Legge suprema o sono ancora nel cammino della pratica? I figli nati dalla bocca del Budda congiungono i palmi guardano in alto e attendono. Noi ti imploriamo di spiegarci la verità. Gli dei, i draghi, gli spiriti e gli altri numerosi come le sabbie del Gange gli ottantamila Bodhisattva che aspirano a diventare Budda e i saggi re che fanno girare la ruota giunti da diecimila milioni di terre tutti a mani giunte e con animo reverente desiderano udire l’insegnamento della perfetta via.
Allora il Budda disse rivolto a Shariputra:
Shariputra se ne parlo adesso gli dei e gli uomini di tutti i mondi resteranno attoniti e dubbiosi e si spaventerebbero. Perché la mia legge è meravigliosa ma difficile da comprendere e coloro che sono dominati dall’arroganza quando la udranno non mostreranno mai una fede riverente. Molti sono gli sciocchi ignoranti che nella loro arroganza disprezzerebbero la dottrina esposta. E qualche monaco orgoglioso potrebbe cadere in grande disgrazia.
Ma Shariputra rivolse per tre volte la domanda.
Allora il Budda disse:
- Per tre volte hai posto la tua fervida richiesta, quindi ti risponderò. Adesso devi ascoltare attentamente e riflettere con attenzione. Per il tuo bene ora, analizzerò e spiegherò la questione.
Non appena l’onorato dal mondo ebbe pronunciato queste parole circa 5000 tra monaci, monache, laici e laiche presenti nell’assemblea si alzarono dai loro seggi, si inchinarono davanti ai Budda e si ritirarono. Queste persone avevano profonde e molteplici radici di colpa e inoltre erano dominate dall’arroganza. Credevano di aver conseguito ciò che non avevano conseguito, e credevano di aver compreso ciò che non avevano compreso.
A causa di questa loro manchevolezza non rimasero dov’erano.
L’onorato dal mondo restò in silenzio e non cercò di trattenerli.
Allora il Budda disse a Shariputra:
“Adesso questa mia assemblea è libera dai rami e dalle foglie ed è composta unicamente da individui risoluti e sinceri. Shariputra, è un bene che queste persone estremamente arroganti si siano ritirate. Adesso ascoltate attentamente e io predicherò per voi”.
Shariputra disse:
“Così sia, onorato dal mondo. Siamo impazienti di ascoltare”.
La rivelazione del Budda. L’uso degli espedienti.
Il Budda disse a Shariputra:
“Una legge meravigliosa come questa è predicata dai Budda, dai Tathagata, soltanto in certe epoche. Ma, come la fioritura dell’Udumbara, queste epoche ricorrono assai di rado. Shariputra, tu e tutti gli altri dovete credermi. Abbi fede in me, Shariputra; io sono colui che dice il vero, io sono colui che dice ciò che è e che nulla dice se non ciò che è.
Sappi, Shariputra, i Budda espongono la legge in modo appropriato alle circostanze, ma il significato è difficile da comprendere.
Ora te ne spiegherò la ragione.
Perché noi impieghiamo un numero infinito di espedienti, esaminando le cause e le condizioni e avvalendoci di parabole e similitudini per esporre gli insegnamenti. Questa legge non è qualcosa che possa essere compresa attraverso la riflessione o l’analisi. Soltanto i Budda possono comprenderla. Per quale ragione?
Perché i Budda appaiono nel mondo per un unico grande motivo.
I Budda, gli onorati dal mondo, desiderano aprire la porta della saggezza del Budda a tutti gli esservi viventi per consentire di ottenere loro la purezza.
Solo per questa ragione appaiono nel mondo.
Essi desiderano mostrare la saggezza del Budda a chiunque. Desiderano risvegliare le persone alla saggezza del Budda. Desiderano indurre ogni essere vivente a imboccare il sentiero della saggezza del Budda.
Sono queste le ragioni per cui appaiono nel mondo.
I Budda i Tathagata istruiscono e convertono i bodhisattva. Tutte le loro azioni mirano sempre allo stesso scopo. Essi desiderano semplicemente mostrare la saggezza del Budda agli esseri viventi e risvegliarla ad essa.
Il veicolo unico
Shariputra, i tathagata usano soltanto il veicolo del Budda per predicare la legge agli esservi viventi. Essi non hanno nessun altro veicolo, né un secondo, né un terzo. Shariputra, la legge predicata da tutti i Budda delle dieci direzioni è questa.
I Budda del passato hanno utilizzato un numero infinito di espedienti, varie cause e condizioni, parabole, e similitudini per esporre le dottrine a beneficio degli esseri viventi. Questa dottrine sono esposte tutte in nome dell’unico veicolo del Budda. Gli esseri viventi, ascoltando le dottrine dei Budda, alla fine sono tutti in grado di ottenere la saggezza onnicomprensiva. Shariputra, quando i Budda del futuro appariranno nel mondo, useranno un numero infinito di espedienti, varie cause, parabole condizioni e similitudini per esporre la loro dottrina a beneficio degli esseri viventi. Queste dottrine saranno esposte tutte in nome dell’unico veicolo del Budda. Tutti gli esseri viventi, ascoltando le dottrine dei Budda, alla fine potranno ottenere la saggezza onnicomprensiva.
Capisci Shariputra? Nei mondi delle dieci direzioni non ci sono due veicoli né tantomeno tre. I Budda appaiono nei mondi corrotti dalle cinque impurità. Queste sono: la cosiddetta impurità dell’epoca, l’impurità del desiderio, l’impurità degli esseri viventi, l’impurità delle concezioni e l’impurità della durata della vita.
Shariputra, quando l’epoca è impura e i tempi sono caotici, gravi sono le contaminazioni degli esseri viventi: avidi e gelosi, essi piantano cattive radici. A causa di ciò i Budda, utilizzando il potere degli espedienti, operano delle distinzioni all’interno dell’unico veicolo del Budda e lo insegnano come se fossero tre veicoli.
Shariputra, se qualcuno tra i miei discepoli dovesse vantarsi di essere un arhat o un pratyekabuddha e tuttavia non comprendesse che i Budda, i Tathagata, semplicemente istruiscono e convertono i Bodhisattva, allora costui non sarebbe un discepolo, non sarebbe un arhat né un pratyekabuddha.
Inoltre Shariputra, se vi fossero monaci o monache che affermano di avere già ottenuto la condizione di Arhat e di vivere la loro ultima incarnazione, che credono di aver raggiunto il nirvana definitivo, e perciò non intendono ricercare l’anuttara-samyak-sambodhy, sappi che queste sono tutte persone estremamente arroganti. Perché dico questo? Perché è impensabile che monaci che hanno veramente raggiunto lo stato di Arhat non abbiano creduto in questa legge. L’unica eccezione sarebbe il periodo successivo alla scomparsa del Budda, quando non vi sono più Budda presenti nel mondo.
Perché questo? Perché dopo la scomparsa del Budda sarà difficile trovare persona in grado di abbracciare, recitare e comprendere il significato di sutra come questo. Ma se tali persone incontreranno un altro Budda, allora potranno ottenere la perfetta comprensione di questa legge.
Shariputra, tu e gli altri dovete credere devotamente nelle parole del Budda e accettarle; le parole dei Budda, dei tathagata, non sono false: non c’è nessun altro veicolo, c’è solo l’unico veicolo del Budda.
Il Nirvana e i tre veicoli come espedienti
I pensieri presenti nella mente degli esseri viventi i diversi sentieri che seguono, i loro vari desideri, le loro nature, le buone o cattive azioni compiute nelle esistenze precedenti di tutto ciò il Budda è a conoscenza. Quindi si serve di cause similitudini, e parabole discorsi che incarnano il potere degli espedienti per renderli tutti felici. A volte predica Sutra, versi, racconti di vite precedenti dei discepoli, racconti di vite prevedenti del Budda, di cose inaudite. Altre volte predica riferendo cause e condizioni usando similitudini, parabole, brani poetici e discorsi.
Per quelli di modeste capacità che si compiacciono di una piccola legge e si aggrappano avidamente alla nascita e alla morte che, malgrado gli innumerevoli Budda non praticano la via profonda e meravigliosa ma sono confusi a causa di numerose inquietudini per loro io predico il nirvana. Escogitando questi espedienti li induco a entrare nella saggezza del Budda. Fino ad ora non vi ho mai detto che avreste certamente conseguito la via del Budda. Il motivo è che il tempo di insegnare queste cose non era ancora venuto. Ma adesso è il momento giusto in cui devo insegnare il grande veicolo. Uso questi stratagemmi adattandoli agli esseri viventi quando predico ma il mio obiettivo fondamentale è di guidarli al Grande Veicolo ed è per questo che predico questo sutra. Esistono figli del Budda dalla mente pura garbati e di capacità acute che sotto innumerevoli Budda hanno praticato la via profonda e meravigliosa. Per questi figli del Budda predico questo sutra del grande veicolo e prevedo che queste persone in un’esistenza futura conseguiranno la via del Budda. poiché nella profondità della loro mente pensano al Budda. E praticano osservando i puri precetti udendo che sicuramente otterranno la Buddità una grande gioia pervarrà i loro corpi. Il Budda conosce la loro mente e la loro pratica e quindi predica per loro il Grande Veicolo. Se gli ascoltatori della voce e i Bodhisattva ascoltano la legge che espongo non appena avranno udito un solo verso senza dubbio conseguiranno tutti la Buddità. Nelle terre dei Budda delle dieci direzioni esiste solo la legge dell’unico veicolo non ce ne sono due, non ce ne sono tre, salvo quando il Budda la predica in tal modo come espediente, impiegando nomi e termini provvisori per guidare gli esseri viventi ed esporre loro la saggezza del Budda.
I Budda appaiono nel mondo unicamente per questa ragione, che è vera; le altre due non sono la verità. Non si servono mai del Piccolo Veicolo per salvare gli esseri viventi e portarli all’altra sponda.
Il Budda stesso dimora nel grande veicolo; adorno dei poteri di saggezza e meditazione che accompagna la legge da lui ottenuta se ne serve per salvare gli esseri viventi. Egli stesso testimonia la via insuperata, il Grande Veicolo, la Legge in cui tutte le cose sono uguali. Se impiegassi il Piccolo Veicolo per convertire anche una sola persona sarei colpevole di avarizia ma tale cosa sarebbe impossibile. Se una persona crederà o prenderà rifugio nel Budda il Tathagata non lo ingannerà mai, né mai manifesterà avidità o gelosia perché ha estirpato il male fra i fenomeni. Quindi, in tutte le dieci direzioni solo il Budda è senza paura. Adorno il mio corpo con le caratteristiche speciali e diffondo la mia luce nel mondo. Sono onorato da innumerevoli moltitudini e per loro insegno l’emblema della realtà delle cose. Sappi, Shariputra, che all’inizio ho fatto voto di rendere tutte le persone uguali a me senza alcuna distinzione tra noi, e quello in cui ho sperato a lungo ora si è realizzato. Ho convertito tutti gli esseri viventi e li ho fatto entrare nella via del Budda. Se incontrando gli esseri viventi insegnassi loro in ogni caso la via del Budda quelli senza saggezza resterebbero confusi e nel loro sconcerto non accetterebbero il mio insegnamento. Io so che tali esseri viventi non hanno mai coltivato buone radici in passato ma sono rimasti ostinatamente attaccati ai cinque desideri e il loro folle attaccamento ha generato afflizione. I loro desideri sono la causa per cui cadono nei cattivi sentieri ruotando per i sei regni dell’esistenza e sopportando ogni sorta di sofferenza e dolore. Dalla minuscola forma concepita nel ventre esistenza dopo esistenza costantemente crescono e maturano come persone di scarsi meriti e virtù, afflitte e turbate da molteplici sofferenze. Si perdono nella densa foresta delle opinioni errate dibattendo su cosa esista e cosa non esista e alla fine rimangono attaccati a tali idee abbracciandole tutte e sessantadue. Profondamente attaccati a false e vuote dottrine si aggrappano formalmente ad esse incapaci di metterle da parte. Arroganti e presuntuosi servili e subdoli, insinceri per mille diecimila, un milione di kalpa non udranno il nome del Budda né udranno la legge corretta: tale gente è difficile da salvare. Per questi motivi, Shariputra, ho stabilito per il loro bene un espediente, insegnando loro il sentiero che pone fine a tutte le sofferenze e mostrando loro il Nirvana. Ma sebbene io predichi il Nirvana questa non è la vera estinzione. Tutti i fenomeni, fin dal loro apparire, portano in sé costantemente i segni dell’estinzione. Dopo che i figli del Budda avranno praticato questa via in un esistenza futura potranno diventare Budda. Io ho impiegato il potere degli espedienti per rivelare e dimostrare la dottrina dei tre veicoli ma ciascuno degli onorati del mondo predica la via dell’unico veicolo. Adesso, davanti a questa assemblea devo far svanire tutti i dubbi e le perplessità. Per innumerevoli Kalpa nel passato innumerevoli Budda ora estinti, milioni un numero impossibile da calcolare utilizzando varie cause ed espedienti hanno espresso le caratteristiche dei vari insegnamenti. Questi Budda hanno predicato tutti la dottrina dell’unico veicolo, convertendo innumerevoli esseri viventi e facendoli entrare nel regno della Buddità. E questi grandi nobili saggi
Consapevoli di ciò che bramano nel profondo della mente gli esseri celesti, gli esseri umani e le altre creature di tutti i mondi hanno impiegato ancora altri espedienti per poter rivelare la più sublime verità. Se ci sono esseri viventi che anno incontrato questi Budda del passato e hanno dato ascolto alla loro legge, fatto elemosine osservato i precetti, mostrando tolleranza, e sono stati assidui praticando meditazione e saggezza e coltivando varie forme di meriti e virtù allora persone come queste hanno tutte guadagnato la via del Budda. Dopo l’estinzione dei Budda se le persone sono di animo gentile e buono allora esseri viventi come questi hanno tutti guadagnato la via del Budda.
Dopo l’estinzione dei Budda coloro che fanno offerte alle reliquie innalzando diecimila o un milione di torri usando oro, argento e cristallo conchiglie e agate cornalina, lapislazzuli e perle per purificarle e abbellirle in ogni parte; coloro che erigono torri in tal maniera o costruiscono dei templi mortuari in pietra o in legno di sandalo, di aloe di aquilaria o di altri tipi di legname oppure di mattoni, tegole, argilla, o terra; coloro che nel mezzo dei vasti campi ammassano la terra per farne un tumulo per i Budda, anche se sono bambini che per gioco accumulano la sabbia per farne una torre al Budda, persone come queste hanno tutte guadagnato la via del Budda.
Le persone che in onore del Budda foggiano e costruiscono immagini intagliandole con i vari segni distintivi hanno tutte guadagnato la via del Budda.
O se creano degli oggetti coi sette tipi di gioielli di rame rosso e bianco, peltro, piombo e latta ferro, legno e argilla oppure usano lacca e resina per abbellire e foggiare le immagini del Budda persone come queste hanno tutte guadagnato la via del Budda.
Se impiegano pigmenti per dipingere immagini del Budda dotate dei cento segni di fortuna sia che lo facciano fare personalmente o che lo facciano fare da altri, allora hanno tutte guadagnato la via del Budda.
Anche se dei bambini giocando usassero un filo d’erba, un pezzetto di legno o un pennello o persone un unghia per disegnare un immagine del Budda, persone come queste piano piano accumuleranno meriti e svilupperanno una mente di grande compassione: esse hanno tutte guadagnato la via del Budda.
E se una persona alla presenza di torri commemorative, di immagini ingioiellate o dipinte fa delle offerte con animo riverente di fiori, incenso, bandiere e baldacchini, musica, con animo presente o anche distratto allora col tempo incontrerà infiniti Budda.
E se lui stesso raggiungerà la via suprema e porterà salvezza a innumerevoli moltitudini entrerà nel nirvana senza residui come fuoco che si estingue all’esaurirsi della legna. Anche i Budda del futuro impiegheranno gli espedienti per esporre la legge liberando gli esseri viventi predicando infinite dottrine in nome dell’unico veicolo. Fra coloro che ascoltano la legge neanche uno mancherà di conseguire la Buddità.
Il segreto del Budda
Budda, sanno che i fenomeni non hanno una natura fissa e costante che i semi della Buddità germogliano tramite la causalità e per questa ragione predicano l’unico veicolo. Ma che questi fenomeni siano parte di una legge immutabile, che le caratteristiche del mondo siano costanti e immutabili, tutto ciò hanno compreso nel luogo dell’illuminazione e come guide e maestri predicano gli espedienti.
Anche io ora faccio così: per portare pace e conforto agli esseri viventi utilizzo varie dottrine differenti per disseminare la via del Budda; con il potere della mia saggezza percepisco la natura e i desideri degli esseri viventi e, servendomi di espedienti, predico queste dottrine facendo ottenere a tutti gli esseri viventi gioia e felicità.
Sappi, Shariputra, che guardando le cose con l’occhio del Budda vedo gli esseri viventi nei sei sentieri poveri e afflitti, sprovvisti di meriti e saggezza avviarsi sull’impervio sentiero della nascita e della morte continuando a soffrire senza tregua; li vedo profondamente attaccati ai cinque desideri come uno yak innamorato della sua coda; tanto abbagliati dall’avidità e dall’infatuazione che come ciechi non riescono a vedere nulla. Non ricercano il Budda con la sua grande potenza, né la legge che può porre fine alle loro sofferenze, ma si addentrano profondamente in concezioni erronee sperando di parare la sofferenza con sofferenze ancora maggiori.
Per il bene di questi esseri viventi faccio scaturire dal mio cuore una grande compassione.
La prima volta che sedetti sul luogo dell’illuminazione contemplai l’albero e vi camminai attorno per un tempo pari a tre volte sette giorni considerai le cose in tal maniera. La saggezza che ho ottenuto, pensai, è sottile, meravigliosa, suprema. Ma gli esseri viventi, ottusi nelle loro facoltà, sono dediti al piacere e accecati dalla loro stupidità. Con persone di questo tipo che cosa posso dire, in che modo posso salvarle?
A quel tempo i re Bhrama il Dio celeste Shakra gli esseri celesti e molti seguaci con reverenza giunsero le mani e si inchinarono pregandomi di mettere in moto la ruota della legge. Immediatamente pensai dentro di me che se avessi magnificato soltanto il veicolo del Budda gli esseri viventi sprofondati nella sofferenza sarebbero stati incapaci di credere in questa legge. E poiché avrebbero respinto la legge e rifiutato di credervi sarebbero caduti nei tre cattivi sentieri. Meglio sarebbe stato allora non predicare affatto ed entrare subito nel Nirvana. Così i miei pensieri si volsero ai Budda del passato e al potere degli espedienti che avevano usato e pensai che la via che avevo raggiunto dovesse anche essa essere esposta come tre veicoli. Quando ebbi pensato così apparvero tutti i Budda delle dieci direzioni e mi confortarono e mi istruirono con voci di Bhrama.
- Ben fatto Shakyamuni! - dissero. - Suprema guida e maestro, tu hai conseguito la legge insuperata. Ma seguendo l’esempio di tutti gli altri Budda userai il potere degli espedienti. Anche noi tutti abbiamo conseguito la più meravigliosa, la Suprema legge ma per il bene degli esseri viventi operiamo delle distinzioni e predichiamo i tre veicoli.
Sappi Shariputra, che quando udii le loro voci profonde e meravigliose pure e sottili esultai di gioia e poi pensai dentro di me: “Ho fatto la mia venuta in un mondo malvagio e impuro e così come hanno predicato questi Budda anche io devo seguire il loro esempio.
Dopo aver riflettuto in tal modo sulla questione mi avviai subito verso Varanasi. I segni dell’estinzione presenti in tutti i fenomeni non possono essere spiegati a parole; perciò adoperai il potere degli espedienti per predicare ai cinque asceti. Io definii ciò: “Mettere in moto la ruota della legge” e fu così che adoperai i termini “Nirvana” Arhat, Dharma, e Sangha. Impiegai queste parole per operare delle distinzioni. Da infiniti Kalpa nel passato ho esaltato e insegnato la Legge del Nirvana ponendo fine alle prolungate sofferenze di nascita e morte.
Questo è ciò che insegnavo di solito.
Ma adesso è venuto il momento, questo è il tempo per esporre l’eccelsa dottrina e mettendo da parte onestamente gli espedienti esporrò unicamente la via suprema; difficile da credere sarà per gli sciocchi che si aggrappano alle apparenze, affetti come sono da orgoglio e ignoranza; ma allorché i Bodhisattva udranno questa legge saranno liberati dai grovigli del dubbio. Tutti i milleduecento arhat otterranno anch’essi la Buddità. Seguendo lo stesso metodo impiegato dai Budda delle tre esistenze per esporre la legge ora io farò lo stesso e predicherò la legge senza distinzioni. Questa legge è rara come il fiore di Udumbara, una cosa molto rara che appare solo una volta in molte ere.
Tu non devi nutrire dubbi, Shariputra questa meravigliosa legge è il segreto dei Budda. Le guide degli uomini appaiono nel mondo durante un certo tempo, in un certo luogo e a certe condizioni e, una volta apparse nel mondo, insegnano una dottrina appropriata al tempo e alle circostanze. Utilizzando diecimila, un milione di espedienti essi espongono la legge nel modo più appropriato. Quelli che non sono esperti in tali cose non riescono a capirlo.
Ma tu e gli altri oramai sapete la verità: i Budda, i maestri del mondo si servono di appropriati espedienti. Che rimanga un segreto, per te e per i b che stanno ascoltando ora, perché gli altri non sono pronti a capire.
Ma voi non abbiate più dubbi né perplessità; ora, con l’animo colmo di gioia, sapete che conseguirete la Buddità.
Cap. III - Parabola e similitudine
Per tutta la lunga notte
A quel tempo la mente di Shariputra danzò di gioia. Egli si alzò immediatamente, giunse le mani, guardò con reverenza il viso dell’onorato del mondo e disse al Budda: Il mio cuore udendoti ha esultato di gioia. Sento di aver ottenuto una cosa senza precedenti, perché in passato, quando udivo una legge come questa insegnata dal Budda e vedevo come ai Bodhisattva venisse predetto l’ottenimento della buddità, io e gli altri ci sentivamo sempre esclusi. Eravamo tutti profondamente rattristati al pensiero che mai avremmo raggiunto l’incommensurabile intuito del Tathagata. E ci chiedevamo:
Dato che io e tutti gli altri siamo entrati nella natura della legge, perché il Tathagata si serve della legge del piccolo veicolo per condurci alla salvezza?
Sono vissuto nelle vallate montane o tra gli alberi delle foreste talvolta seduto, talvolta errante e ho pensato di continuo a questo fatto. Oh, per quanto tempo mi sono tormentato! Perché sono stato ingannato? Mi dicevo: anche io e gli altri siamo figli del Budda.
Vagavo da solo all’intorno e vedevo il Budda seduto nella grande assemblea: la sua fama permeava le dieci direzioni arrecando benefici agli esseri viventi per ogni dove e dentro di me pensavo: “Io sono privato di tali benefici!
Oh! Quanto sono stato ingannato!
Ma è colpa nostra, non del Budda. Perché se noi avessimo atteso il momento in cui il vero mezzo per l’ottenimento dell’illuminazione suprema e definitiva fosse stato predicato, avremmo sicuramente ottenuto la liberazione per mezzo del grande veicolo. Ma noi non siamo stati capaci di comprendere che il Budda stava utilizzando un espediente e stava predicando in accordo con le circostanze. Così, nel momento in cui udimmo la legge del Budda, credemmo immediatamente in essa e la facemmo nostra, ritenendo di aver raggiunto la perfetta comprensione.
Ora, ascoltando la voce del Budda capisco che egli predica la legge nel modo più appropriato; una dottrina senza errori, di difficile comprensione per guidare le persone al luogo dell’illuminazione. In precedenza mi ero aggrappato a visione erronee comportandomi come un maestro bhramano a quel tempo credetti dentro di me di aver raggiunto lo stadio dell’estinzione ma ora mi accorgo che quella non era la vera estinzione.
Onorato del Mondo, da lungo tempo, giorno e notte senza tregua, mi sono tormentato con questo pensiero. Ma ora ho udito dal Budda ciò che non avevo mai udito prima, una legge che nel passato è stata conosciuta e questo ha posto fine a tutti i miei dubbi e rimpianti. Il mio corpo e la mia mente sono sereni e provo una meravigliosa sensazione di pace e sicurezza. Oggi finalmente ho capito di essere davvero figlio del Budda, nato dalla tua bocca, prodotto dalla tua dottrina erede della dottrina, venuto alla luce dalla dottrina.
Quindi Budda disse a Shariputra:
“In passato sotto ventimila milioni di Budda, per amore della legge suprema ti ho costantemente istruito e ti ho convertito. E tu, per tutta la lunga notte, mi hai seguito e accolto le mie istruzioni. Poiché ho fatto uso di espedienti per guidarti, tu sei nato nella mia legge.
Shariputra, nel passato ti ho insegnato ad aspirare alla via del Budda e a far voto di conseguirla. Adesso, dato che desidero richiamarti alla memoria la via cui in origine ti votasti, sto predicando a beneficio degli ascoltatori della voce questo sutra del grande veicolo chiamato il loto della legge meravigliosa, una legge atta a istruire i Bodhisattva, custodita nel cuore dai Budda.
Shariputra, in epoche a venire, onorerai e sosterrai la legge corretta. Realizzerai ogni aspetto della via del Bodhisattva e sarai in grado di divenire un Budda che si chiamerà Padmapraba (Tathagata fiore splendente). Il tuo regno si chiamerà Senza Macchia, la terra sarà dolce e pianeggiante, pura e adorna di bellezze, pacifica generosa e felice. Le strade saranno delimitate da corde d’oro e gli alberi ornati da sette gioielli. Là fioriranno esseri celesti e umani. Il suolo sarà di lapislazzuli, le sue vie si incroceranno nelle otto direzioni, e i suoi confini saranno segnati da corde d‘oro. Lungo ogni strada cresceranno filari di alberi ornati di sette gioielli, che fioriranno e fruttificheranno di continuo. E questo Pradmapraba utilizzerà i tre veicoli per istruire e convertire gli esseri viventi.
Shariputra, dopo l’estinzione di questo Budda l’era della legge corretta durerà trentadue piccoli Kalpa e l’era della legge formale altri trentadue.
Allora Shariputra disse al Budda: signore, ora non ho più dubbi né rimpianti. So che riceverò l’anuttara – samyak- sambodhi. Ora però in questa assemblea ci sono oltre 1200 persone che credono di aver raggiunto il nirvana liberandosi dalla nascita dalla malattia dall’invecchiamento e della morte; credevano che la tua dottrina fosse quella della quattro nobili verità. Ma ora avendoti sentito parlare di cose mai sentite prima sono dubbiose. Ti prego allora, illustraci le cause e le condizioni che permetteranno loro di liberarsi da ogni dubbio e perplessità.
Allora Budda rispose: “Shariputra, non ti ho detto in precedenza che, allorché i Budda, gli onorati dal mondo, citano diverse cause e condizioni e fanno uso di parabole e similitudini, fanno tutto questo mirando all’ illuminazione suprema e definitiva? Qualsiasi cosa serve a convertire i Bodhisattva. Ora ti espongo questa parabola, affinché i saggi possano capire.
La parabola della casa in fiamme
In una città viveva un uomo molto ricco. Egli era già in età avanzata e le sue ricchezze andavano al di là di ogni immaginazione. Possedeva molte terre, palazzi e servitori. La sua dimora era grande ma in pessimo stato e aveva un solo accesso. La sua dimora era grande ma in pessimo stato e aveva un solo accesso, le travi in rovina e i muri divisori a pazzi. Tra le mura vi trovavano rifugio avvoltoi, nei suoi angoli erano annidati spaventosi serpenti ed era l’asilo di vermi, topi e creature malvagie di tutti i tipi.
In esso vivevano 500 persone. A quel tempo scoppiò un incendio che si propagò rapidamente per tutto l’edificio. I figli si trovavano all’interno del palazzo. Vedendo le alte lingue di fuoco che si levavano da ogni parte il ricco si allarmò e provò una grande paura. Dentro di se pensò:
Anche senza l’incendio questo è un posto terribile, ma ora, come se non bastasse, il fuoco divampa da ogni parte. Potrei mettermi in salvo attraversando la porta in fiamme, ma i miei figli sono all’interno del palazzo che sta bruciando, tutti intenti nei loro giochi; ignari e inconsapevoli, non sono allarmati né impauriti. Il fuoco sta per chiudere loro ogni via di scampo, sofferenza e dolore incombono ma essi non hanno la minima sensazione di pericolo e non cercano di scappare.
L’uomo pensò:
Potrei andarli a prendere ma i miei figli sono troppo giovani e ancora non capiscono e rischierebbero di morire tra le fiamme. Devo spiegare loro il mio allarme e la mia paura. Il palazzo è già in fiamme, devo farli venire fuori in fretta, devo evitare che brucino nell’incendio.
Allora li chiamò e gli ordino di uscire immediatamente ma loro erano presi dai loro giochi e non gli prestavano attenzione. Non erano impauriti, non intendevano lasciare la casa, e non sapevano cosa fosse il fuoco, il palazzo, il pericolo.
Il padre pensò: “Devo escogitare un espediente”.
Egli conosceva bene i suoi figli e sapeva cosa piaceva loro. Così disse loro:
“Bambini, fuori dal cancello ci sono tanti carri trainati da capre, altri da cervi e altri ancora da buoi. Uscite immediatamente e vi darò tutto quello che volete, potrete giocare con tutti i carri che volete”.
Allora i bambini, udito che i giochi erano proprio quelli che desideravano, si spinsero fuori dal palazzo in fiamme.
Il ricco li vide in salvo, seduti all’aperto al centro di una piazza e si sentì sollevato. Allora i bimbi dissero al padre: “I giochi che ci hai promesso possiamo averli ora?”
Shariputra, l’uomo diede allora a ciascuno un identico carro, ma non quello che aveva promesso loro. Diede a ciascuno un solo carro, uguale per ciascuno di loro, ma più bello più veloce e più comodo di quelli che aveva promesso; erano carri alti, ornati di gioielli, con tende decorate e campanelli. Ciascun carro era trainato da un bue bianco che poteva trasportare il carro alla velocità del vento e ogni carro era seguito e protetto da numerosi servitori e staffieri.
Quale è la ragione di questo? L’uomo era di una ricchezza senza limiti e pensò: I miei possedimenti sono illimitati e non sarebbe giusto dare ad uno solo dei figli carri di qualità inferiore. Sono tutti figli miei e io li amo con imparzialità. Possiedo un enorme numero di carri perciò devo darne uno ciascuno ai miei figli. Perché? Se anche distribuissi queste ricchezze alla gente di tutto il paese esse non si esaurirebbero. E ancor meno potrei esaurirle dandole ai miei figli.
Ora ti domando:
- Cosa pensi Shariputra: quest’uomo può essere accusato di menzogna per non aver dato loro i carri promessi ma avergliene dati di più belli? -
Vi salverò dalla casa in fiamme
Shariputra disse: No, onorato dal mondo. Il ricco di cui parli offrì semplicemente la possibilità ai figli di scampare all’incendio e avere salva la propria vita. E non può essere accusato di menzogna perché se i figli fossero riusciti a preservare la loro vita già questo sarebbe equivalso a ottenere un bellissimo dono. Anche se il ricco non avesse donato ai figli il più piccolo carro non sarebbe comunque colpevole di menzogna, perché usare uno stratagemma non è un inganno. A maggior ragione poi se l’uomo, sapendo che le sue ricchezze sono illimitate, aveva deciso di arricchire e beneficiare i suoi figli con un grande carro.
Il Budda disse a Shariputra:
- Molto bene. E’ proprio come hai detto, Shariputra. Il Budda agisce proprio così. Egli è come un padre per il mondo intero. Le sue paure, preoccupazioni, ansie e malintesi, sono cessate da lungo tempo senza lasciare traccia.
Egli è riuscito ad acquisire un acuta capacità di intuizione, potere e libertà dalla paura: ha conseguito grandi poteri sovrannaturali e il potere della saggezza. Dotato di espedienti e della paramita della saggezza la sua profonda compassione è costante e inesauribile; egli cerca in ogni momento di individuare ciò che è bene e che arrecherà benefici a tutti.
Egli è nato nel triplice mondo, una casa in fiamme, un vecchio edificio in rovina, per salvare gli esseri viventi dall’incendio della nascita, della vecchiaia delle malattie, della morte dalle ansie dalle sofferenze dalla stupidità, dall’incomprensione e dai tre veleni, per istruirli e convertirli mettendoli in grado di conseguire l’ illuminazione suprema e definitiva.
Egli vede gli esseri viventi arsi da queste sofferenze, e subire molti dolori a causa dei cinque desideri e della brama di potere e profitto. In tal modo non solo affrontano moltissime sofferenze, ma subiscono una penosa rinascita nell’inferno o come animali o spiriti affamati. E anche in questo caso hanno la sofferenza del bisogno, di allontanarsi da coloro che amano, incontrare coloro che detestano.
Eppure gli esseri viventi, mentre annegano in mezzo a tutto ciò, si trastullano e divertono inconsapevoli incoscienti e senza alcun timore. Non provano alcuna ripugnanza né cercano di fuggire. Nella casa che brucia che è il triplice mondo, essi corrono in lungo e largo e sebbene affrontino molte sofferenze, non sono turbati.
Shariputra, quando il Budda vede tutto questo pensa dentro di sé:
Io sono il padre di tutti gli esseri viventi e devo liberarli dalle loro sofferenze; devo offrire la gioia della saggezza incommensurabile e illimitata del Budda in modo che ne possano godere.
Shariputra, il tathagata pensa anche un’altra cosa.: se facessi uso dei poteri sovrannaturali e del potere della saggezza, se mettessi da parte gli espedienti e, a beneficio degli esseri viventi lodassi la capacità di intuizione del tathagata, i suoi poteri, la sua libertà dalla paura, essi non riuscirebbero a ottenere la saggezza, perché ancora presi dalle sofferenze della vita e della morte, e non potrebbero comprendere la saggezza del Budda.
L’uomo ricco non si servì della forza, ma usò un espediente. Il Tathagata agisce nello stesso modo. Potrebbe usare la forza, ma si avvale unicamente della saggezza e degli espedienti per liberare gli esseri viventi dalla casa in fiamme del triplice mondo, illustrando loro i tre veicoli, quello degli ascoltatori della voce, quello dei Pratyekabudda e quello dei Budda.
Egli dice loro: Non siate contenti di stare in questa casa in fiamme del triplice mondo. Non siate avidi delle sue immagini, di suoni, di profumi, sapori e sensazioni, grossolani e falsi. Se vi aggrappate ad essi e vi abituate ad amarli, finirete arsi nella casa in fiamme. Venite fuori dal triplice mondo e ottenete i tre veicoli.
Vi prometto che li otterrete e non mancherò di tenere fede alla promessa. Dovete solo impegnarvi con diligenza.
Il tathagata fa uso di questo espediente per persuadere gli esseri viventi. E dice loro:
Sappiate che queste dottrine dei tre veicoli sono lodate dai saggi. Esse sono libere, prive di contraddizioni e non ne dovrete cercare altre da cui dipendere. Salite su questi tre veicoli, piantate radici non illusorie, acquisite poteri, consapevolezza, via meditazione, emancipazione, samadhi e gioitene: godrete la beatitudine di pace e sicurezza illimitate.
Shariputra, coloro che seguiranno la via del Budda ed entreranno nel Nirvana saranno chiamati ascoltatori della voce e avranno grandi poteri, saranno liberi dalla paura, saranno saggi; saranno chiamati pratyekabuddha e conosceranno le cause dei grandi fenomeni, saranno chiamati mahasattva e seguiranno il grande veicolo.
Il Budda si comporta con loro come l’uomo ricco. Volendo salvare gli esseri viventi dona loro a ciascuno il grande veicolo.
Egli dunque regala a tutti gli esseri viventi che sono sfuggiti al triplice mondo la meditazione, l’emancipazione, e gli altri magnifici doni del Budda. Questi doni hanno tutti le medesime caratteristiche o peculiarità, sono lodati dai saggi e sono capaci di produrre un piacere puro, meraviglioso e supremo.
Shariputra, l’uomo ricco si avvalse dei tre tipi di carri per catturare i figli, ma in seguito diede ad ognuno di essi una grande carro, adorno di gioielli, il più sicuro e il più comodo in assoluto.
Dapprima predica i tre veicoli per attirare e indirizzare gli esseri viventi, ma in seguito, per salvarli, adotta soltanto il Grande veicolo.
Non tutti però sono in grado di riceverlo, ed è per questo che i Budda si servono del potere degli espedienti.
Raccomandazioni finali
Io ti dico Shariputra:
Questo sutra del Loto è predicato per persone di profonda saggezza. Non devi trasmetterlo incautamente ovunque ti accada di recarti. Se persone di modeste capacità lo odono rimarranno perplesse e non riusciranno a capirlo. Per quanto riguarda gli ascoltatori della voce e i pratyekabudda, in questo sutra ci sono cose che vanno al di là dei loro poteri. Tu stesso Shariputra nel caso di questo sutra sei riuscito ad accedervi solo grazie alla fede. A maggior ragione gli altri ascoltatori della voce è grazie alla fede nelle parole del Budda che possono seguire con osservanza questo sutra, non in virtù di una particolare saggezza. Inoltre Shariputra, non devi predicare questo sutra alle persone arroganti e pigre oppure assorbite in una loro concezione dell’Io, né persone comuni attaccate ai cinque desideri. Se poi qualcuno dovesse offendere un sutra come questo oppure se, vedendo coloro che leggono recitano copiano e sostengono questo sutra li dovesse disprezzare cadrà nell’inferno Avichi e rinascerà animale odiato e disprezzato. E se rinascesse uomo sarà odiato e disprezzato. Il Sutra del Loto va predicato solo alle persone di grande capacità, sagge e comprensive, istruite, che hanno visto molti Budda, le persone diligenti, rispettose, riverenti che cercano la compagnia di buoni amici o che si ritirano sulle montagne lontane dalla folla a quelle che non conoscono la collera, a quelle che cercano la legge in ogni direzione e desiderano abbracciare solo il Sutra del grande veicolo non accettando un solo verso degli altri sutra alle persone sincere che ricercano questo sutra come se fosse alla ricerca delle reliquie del Budda senza pensare ad altri sutra né ad altre scritture non buddiste.
A loro, Shariputra, devi predicare il Sutra del loto della legge meravigliosa.
Cap. IV. Fede e comprensione. (Predisposizione).
A quel tempo, appena gli uomini di innata saggezza, Subuti, Mahakatayana, Makassyapa e Mogallana ebbero udito la legge mai udita prima, ed ebbero udito predire l’ottenimento dell’ illuminazione suprema e definitiva a Shariputra, si commossero ed esultarono dalla gioia.
Dissero allora:
E’ trascorso molto tempo da quando l’Onorato dal mondo ha cominciato a predicare la legge. Per tutto quel tempo siamo rimasti seduti sui nostri scanni, col corpo affaticato e inerte, meditando unicamente sui concetti di vuoto e di assenza di forma e di azione. Ma la nostra mente non ha mai provato gioia per i piaceri trascendentali della legge del Bodhisattva o per la purificazione delle terre del Budda e la salvezza di tutti gli esseri viventi.
Perché il Budda ci aveva offerto la possibilità di trascendere il triplice mondo e di ottenere l’illuminazione del Nirvana. Pensando che questo fosse il traguardo a cui aspirare ci siamo accontentati e, vecchi e stanchi, presi dalla pigrizia, non abbiamo avuto interesse per la via del Bodhisattva e la salvezza di tutto il genere umano.
Ma ora, udendo queste parole abbiamo ottenuto un gioiello di inestimabile valore.
Eravamo come l’uomo ricco della parabola.
La parabola dell’uomo ricco.
Un uomo in gioventù abbandonò il padre e fuggì per vivere lontano stando via molti anni. Con gli anni divenì sempre più povero e indigente e vagava alla ricerca di cibo e vesti. Un giorno per caso arrivò nella sua terra natia.
Il padre, che era ricchissimo, nel frattempo aveva svolto inutilmente ricerche sul figlio. Egli aveva molti servitori e faceva affari in molte città. Il figlio capitò allora nella città in cui viveva il padre. Questi non aveva smesso di pensare a lui per un solo istante, nonostante il figlio fosse lontano da almeno cinquanta anni e non ne aveva fatto parola con nessuno. Era triste, pensando che le sue ricchezze non sarebbero andate a nessuno.
Un giorno il figlio giunse per caso alla porta del padre e lo vide da lontano, circondato dai suoi servitori mentre faceva affari coi mercanti, assiso sul trono. E’ circondato da servitori, alcuni contano pezzi d’oro, altri scrivono documenti, altri preparano da mangiare per lui, altri ancora preparano una festa per degli invitati che verranno.
Vedendo questa scena il figlio pensò: “Qui sono in pericolo. Costui deve essere un re o una persona di rango simile a quella di un re; questo non è certo il posto in cui posso sperare di ottenere un lavoro e guadagnarmi da vivere. E’ meglio che vada in qualche povero villaggio dove sarà più facile lavorare e trovare un impiego. Se rimanessi qui un altro po’ potrei essere preso e costretto a fare il servitore”.
Il vecchio lo vide e lo riconobbe subito e il suo cuore si riempì di gioia, pensando che finalmente aveva ritrovato il figlio, e che le sue ricchezze sarebbero andate a lui. Ordinò quindi ad un uomo di andare dietro al figlio affinché glielo riconducesse il più presto possibile.
Il messaggero si precipitò di corsa all’inseguimento del figlio e lo catturò. Il figlio non capiva il motivo e terrorizzato pensò che lo avrebbero messo a morte.
“Non ho fatto niente di male, perché vengo catturato? Possibile che la mia ricerca di cibo e vesti mi abbia condotto a questa fine?” Disse.
Ma il messaggero strinse ancora di più la presa, il figlio svenne e il servo lo portò privo di sensi dinnanzi al padre.
Il padre, osservando la scena pensò:
“Non crederà mai alle mie parole. Non crederà che io sia suo padre”.
Allora disse al messaggero:
“Non ho alcun bisogno di quest’uomo. Non costringerlo a rimanere qui. Spruzzagli piuttosto dell’acqua fresca in viso affinché si riprenda ma non dirgli più nulla”.
Perché fece questo? Perché sapeva che il figlio, di modeste pretese e senza ambizioni, difficilmente avrebbe accettato il suo rango elevato e le sue ricchezze.
Il messaggero, quando il figlio si fu ripreso, si rivolse al figlio dicendo:
- Ora ti lascio libero. Và dove meglio credi. -
Il figlio si rallegrò e si alzò da terra per andarsene in un povero villaggio alla ricerca di cibo e vesti.
Allora il padre, volendo attirare il figlio di nuovo presso di sé, decise di ricorrere ad un espediente e inviò due persone in incognito, due individui di aspetto scarno e rozzo.
- Andate a cercare quel pover uomo e avvicinatelo in modo casuale. Ditegli che conoscete un posto in cui potrà guadagnare una paga doppia di quella attuale. Se accetta, portatelo qui e affidategli un lavoro. Se chiede di quale lavoro si tratti, ditegli che dovrà spalare il letame e che voi due lavorerete insieme a lui.-
I due messaggeri fecero come era stato loro ordinato e andarono dal figlio. Costui accettò la proposta e chiese un anticipo della paga, poi andò con gli altri due a spalare il letame.
Nel momento in cui il padre vide il figlio provò una profonda pietà e si chiese cosa potesse fare per lui. Qualche giorno dopo, guardando dalla finestra, lo vide in lontananza, mentre, scarno e macilento, spalava il letame ricoperto di sporcizia. Il padre si tolse immediatamente le collane gli abiti e gli ornamenti e indossò gli abiti cenciosi e sporchi. Si cosparse di sozzura afferrò con la destra un utensile per spalare il letame e con fare brusco apostrofò gli altri lavoranti: “continuate a lavorare pelandroni”. Con questo espediente ebbe modo di avvicinare il figlio.
In seguito si rivolse a lui e dicendogli:
- Ehi tu, giovane! Devi continuare a lavorare qua e non devi più andartene. Ti aumenterò la paga e ti darò qualsiasi strumento ti serva per lavorare. Ti darò il cibo che vuoi, e non dovrai preoccuparti di nulla e ti metterò a disposizione un servitore. Puoi stare tranquillo. Sarò come un padre per te. Perché dico questo? Perché ti ho osservato lavorare. Tu non fai il furbo e lavori con vigore. Non sei come gli altri lavoranti e sarai tale e quale a un figlio. -
Così il ricco scelse un nome che assegnò all’uomo, proprio come se fosse suo figlio.
Il figlio continuò a lavorare per il padre spalando letame, pur avendo la possibilità di andarsene dovunque e godendo della massima libertà.
Un giorno, il ricco si ammalò e capì che stava per morire. Chiamò il figlio e gli disse:
- Prenditi cura di tutti i miei beni; controlla entrate e uscite. D’ora in poi agiremo come se fossimo una sola persona.
Allora il figlio cominciò a vigilare sulle ricchezze del padre, senza appropriarsi mai di nulla.
Sentendo che la fine si avvicinava il padre convocò tutti i parenti, i nobili e le persone del palazzo e quando furono tutti riuniti fece questa dichiarazione:
- Signori, sappiate che questo è mio figlio carne della mia carne. Egli mi abbandonò e per cinquanta anni è andato girovagando affrontando difficoltà e sofferenze. In passato sono anche partito alla sua ricerca. Tempo fa però lui è ricomparso. Egli è veramente mio figlio e io sono veramente suo padre. Ora sappiate che tutte le ricchezze i miei averi e le mie proprietà in futuro apparterranno a lui. Egli è perfettamente al corrente di tutti i miei affari. -
Sentendo queste parole il figlio si riempì di gioia e pensò:
- Non mi è mai passato per la testa di desiderare o di cercare questi beni. Eppure tutte queste ricchezze sono venute a me spontaneamente! -
Figli del budda
Onorato del mondo, il vecchio con le sue immense ricchezze non è altri che il Tathagata e tutti noi siamo i figli del Budda. Egli ci ripete di continuo che noi siamo figli del Budda.
Ma noi, onorato del mondo, siamo immersi nel ciclo di nascita a morte sopportiamo tremendi tormenti e siamo oppressi dalla sofferenza del dolore, dalla sofferenza di ciò che è condizionato e dalla sofferenza del cambiamento.
Poiché siamo illusi e ignoranti, arriva il Budda e ci offre il Nirvana e la dottrina della vacuità.
Noi allora con diligenza ci applichiamo alle teorie buddiste e ci sforziamo su questo percorso fino a che non abbiamo raggiunto il Nirvana, l’equivalente della paga di una giornata. Coltiviamo la teoria della vacuità, ci liberiamo dal dolore del triplice mondo.
Poi insegniamo il Nirvana e la dottrina del Budda agli altri, come quel figlio che ha ottenuto la fiducia del padrone. Abbiamo distribuito il tesoro dei Budda considerandoci dei poveri. Abbiamo insegnato la conoscenza del Vittorioso pur non desiderandola. Noi fantastichiamo di una pace per noi stessi, né oltre si estende la nostra conoscenza e pur udendo della magnificenza della via del Budda non ce ne rallegriamo.
In questo modo, ritenendo si tratti di un grande risultato, non cerchiamo il grande veicolo, ma il piccolo veicolo. E, una volta che l’abbiamo raggiunto, i nostri cuori si colmano di immensa gioia, perché questa meta ci sembra sufficiente. Quando tempo fa raggiungemmo il Nirvana dentro di noi ci siamo subito detti:
- Dato che siamo stati diligenti e ci siamo sforzati nella legge buddista, abbiamo ottenuto questa grande e profonda comprensione. -
Tuttavia l’Onorato del mondo, sapendo in precedenza che le nostre menti si aggrappano a desideri inferiori, ci perdona e ci lascia fare. Egli ha utilizzato il potere degli espedienti predicando in una forma adatta a noi e così noi non sapevamo di essere figli del Budda.
Fin dalle epoche passate siamo sempre sati figli del Budda, ma non abbiamo fatto altro che apprezzare dottrine inferiori. Non sapevamo che potevamo ottenere la Buddità, tutti noi, ascoltatori della voce. E il Budda non ci ha mai detto “voi conseguirete la Buddità”, perché sapeva quanto siamo attratti dalle cose infime ma si è limitato ad insegnare come liberarci da tutte le illusioni a praticare il piccolo veicolo e divenire ascoltatori della voce.
Come il figlio dell’uomo ricco che pur avendo i suoi tesori e maneggiandoli ogni giorno non desiderava ottenerli, abbiamo cercato di sradicare ciò che era dentro di noi credendo che fosse sufficiente, abbiamo capito solo questo aspetto e non sapevamo niente degli altri. Sebbene avessimo sentito parlare di purificazione delle terre del Budda di istruire e convertire gli esseri viventi non ne abbiamo mai provato gioia.
Perché questo?
Perché aderendo alla teoria della vacuità, avevamo compreso che tutti i fenomeni sono uniformemente vuoti, tranquilli senza nascita e senza estinzione né grandi né piccoli privi di difetto e di azione. Quando una persona pensa in questo modo non può provare né piacere né gioia per la saggezza del Budda.
Noi non abbiamo nutrito né avidità né attaccamento e neppure alcun desiderio di possederla.
Riguardo alla legge credevamo di possederne l’essenza.
Ora però siamo diventati veri ascoltatori della voce, perché facciamo nostra la voce della via del Budda e la faremo udire a tutti. Ora siamo diventati veri arhat. Abbiamo ottenuto una cosa insperata, venuta a noi spontaneamente
Cap. V - La parabola delle erbe medicinali
Il Budda disse a Makassiapa e agli altri discepoli maggiori:
Il Budda possiede infinte e incommensurabili virtù. E’ il re delle dottrine e nulla di ciò che predica è falso. Tutte le dottrine egli le espone avvalendosi di espedienti. Perciò tutte mirano a far raggiungere agli esseri viventi la saggezza onnicomprensiva. Egli conosce il fine di ogni dottrina, e conosce il funzionamento recondito della mente di tutti gli esseri viventi, penetrandone i segreti fino in fondo. Quindi si adatta agli esseri viventi e predica la legge in svariati modi, tacendo l’essenziale a lungo, senza fretta di parlarne immediatamente, ma adattando la predicazione alla capacità delle persone.
Chi è saggio se ne sente parlare riuscirà a capirlo e a credervi, ma chi non lo è nutrirà dubbi o perplessità.
Kassyapa, è come nel caso delle piante e degli alberi, della boscaglie e dei cespugli, delle erbe medicinali, che si sviluppano in grande varietà, ciascuna con un nome e caratteristiche proprie, crescendo sulle colline e lungo i fiumi, nelle valli, nei diversi terreni di migliaia di milioni di mondi. La pioggia penetra in tutte le piante, negli alberi, nella boscaglia e nei cespugli, così come nelle erbe medicinali, nelle radici, nei fusti, negli steli e nelle figlie di grande piccola o media dimensione-Ciascuna pianta riceve la sua parte e sebbene ognuna sia bagnata allo stesso modo, ciascuna cresce in modo differente dalle altre.
Kassyapa, sappi che il Tathagata si comporta nello stesso modo. Egli appare nel mondo come una grande nube che si solleva. La sua voce sonora giunge a tutti gli dei, gli asura e gli uomini del mondo intero come una nube gigantesca che ricopre migliaia di milioni di terre diverse.
Il Tathagata osserva se le capacità di questi esseri viventi sono sviluppate o ottuse, se essi si sforzano con diligenza o sono pigri. Poi, in relazione a ciò che essi sono in grado di udire, predica loro la legge in una innumerevole varietà di modi, così che ciascuno ne gioisca e possa trarne benefici immensi.
Allorché questi esseri avranno udito la legge, godranno di pace e sicurezza nell’esistenza presente e nasceranno in circostanze favorevoli nelle successive, quando gioiranno della via e saranno di nuovo in grado di ascoltare la legge.
Avendo udito la legge, saranno liberi da ogni ostacolo e impedimento e si eserciteranno con tutte le loro forze nelle varie dottrine così da entrare gradualmente nella via. E’ come la pioggia che cade dalla grande nube su tutte le piante, gli alberi, la boscaglia, i cespugli e le erbe medicinali. Ognuna di esse riceve a seconda della propria specie e natura riceve per intero la propria dose di umidità e può germogliare e crescere.
La legge predicata dal Tathagata ha una sola forma. Ha un solo aroma, vale a dire la forma dell’emancipazione, la forma della separazione, e la forma dell’estinzione, che in definitiva si riassumono nella saggezza onnicomprensiva. Quando gli esseri viventi ascoltano la legge del Tathagata anche se essi la abbracciano la leggono la recitano e la praticano alla lettera, non si rendono conto dei benefici che stanno ottenendo grazie ad essa. Perché questo? Perché solo il Tathagata è in grado di sapere la forma, la sostanza, la natura di questi esseri viventi. Egli sa su cosa riflettono, cosa pensano, cosa praticano, come vi riflettono, come ci pensano e come praticano. Egli sa quale legge riflettono, su quale legge meditano, quale legge praticano tramite quale legge conseguono la legge.
Essi vivono in una grande quantità di ambienti ma solo il Tathagata vede le circostanze autentiche e le comprende chiaramente senza difficoltà.
A lungo ha taciuto l’essenziale
Non ha avuto fretta di parlarne immediatamente.
Il Budda capisce tutto. Ma poiché vede i desideri che alloggiano nelle menti degli esseri viventi egli li guida e li protegge e per questa ragione non esprime loro immediatamente la saggezza onnicomprensiva.
Tu e gli altri, Kassyapa, è cosa rarissima che siate riusciti a comprendere che il Tathagata predica la legge in modo appropriato alle circostanze, a nutrire fede in essa e ad accettarla, perché è una cosa molto difficile da capire e da recepire.
Ascoltate attentamente dunque.
Io sono l’Onorato dal mondo, nessuno può rivaleggiare con me. Sono apparso in questo mondo per apportare pace e sicurezza agli esseri viventi; io sono il Tathagata, l’Onorato dal mondo. Essendo io un liberato aiuto a liberare; essendo io un rasserenato aiuto a rasserenare; essendo nella pace completa conduco a tale pace. Attraverso la mia perfetta sapienza io conosco sia questo mondo che l’altro per ciò che realmente sono. Io sono colui che indica il cammino; io sono in possesso del cammino; io sono un seguace del cammino, io conosco il cammino. Io sono il sublime tra gli uomini, il Vittorioso apparso nel mondo come una nuvola; io disseterò tutti gli esseri dai corpi appassiti, imprigionati nel triplice mondo. Io renderò felici costoro inariditi dal dolore, e darò loro gioia e pace. Io sono il Beato, nato nel mondo per aiutarvi a oltrepassarlo.
A beneficio di questa assemblea predico la dolce rugiada della pura legge. Questa legge ha un unico aroma, quello dell’emancipazione e del Nirvana. Con un solo suono meraviglioso illustro e svelo il suo significato; di continuo creo le condizioni e le cause per il Grande Veicolo. Considero tutti universalmente uguali, nobili e abietti, immorali e virtuosi, depravati e giusti, persone di opinioni settarie o pure, persone di intelletto inferiore o superiore; non prediligo questo o quello; non provo amore per uno e odio per un altro. Sono privo di brame e attaccamenti, non conosco limiti né ostacoli. In ogni momento per tutti gli esseri viventi predico la legge imparzialmente, così come agirei in favore di un singolo allo stesso modo agisco per numerose persone. Espongo la legge e la predico di continuo, non ho mai fatto altro; venendo, andando, seduto o in piedi, fino all’ultimo mai mi sono seduto o scoraggiato. Faccio cadere la pioggia del dharma ugualmente su tutti, senza rilassatezza o negligenza alcuna bagnando il mondo intero, come accade ai boschi e ai cespugli, alle erbe medicinali e agli alberi, grandi o piccoli che siano.
Gli ascoltatori della voce e i Budda solitari che vivono la loro ultima esistenza udendo la legge, da soli tra le foreste montane, praticando la meditazione e sforzandosi con diligenza, potremmo definirli erbe medicinali.
I Bodhisattva di saggezza risoluta e decisa, che comprendono senza errori il triplice mondo, che ricercano il veicolo supremo, e si dedicano alla via del Budda con passione e benevolenza, possiamo chiamarli piccoli alberi.
Quelli immersi in meditazione che hanno sviluppato poteri sovrannaturali, facendo girare la ruota della non regressione, che salvano gli esseri viventi emettendo innumerevoli raggi di luce possiamo chiamarli grandi alberi.
Ora a voi dirò la somma verità: nessuno, nella moltitudine degli ascoltatori della voce, è entrato nello stadio dell’estinzione. Voi state praticando la via del Bodhisattva e avanzando gradualmente nella pratica e nell’apprendimento, certamente conseguirete la Buddità.
La parabola del nato cieco (presente nella sola edizione in sanscrito)
Dopo queste parole, Makassiapa chiese al beato:
- Beato, se non ci sono tre veicoli, come mai si usano le parole “uditori” “pratyekabuddha, o Budda solitari”, e Bodhisattva? -
Così richiesto, il Budda rispose:
- Il vasaio può fare diversi recipienti; uno per lo zucchero, uno per il burro e uno per il latte, ma l’argilla è la stessa. Non c’è differenza tra le varie argille, ma solo nel contenuto.-
Dopo queste parola Makassiapa chiese ancora al Beato:
- Se gli esseri viventi che hanno superato il triplice mondo hanno inclinazioni diverse, vi è per loro un solo veicolo oppure due, o tre? -
Il Beato rispose:
- Makassyapa, il Nirvana nasce dalla comprensione dell’uguaglianza di tutti gli elementi. Quindi esso è uno, non due o tre.
Supponiamo che un tale sia nato cieco e creda che non esistono forme belle o brutte, né uomini che vedono forme belle e brutte. Non esiste il sole, la luna le costellazioni o i pianeti.
Se qualcuno parla al cieco di queste cose egli non ci crede.
Ora vi è un certo medico che conosce tutti i mali, il quale, pensando che le malattie di quest’uomo sono dovute alle sue cattive azioni passate, decide di andare sull’Himalaya a prendere 4 erbe che servono allo scopo.
Una volta trovate, dopo aver raggiunto la cima e sfidato mille pericoli, torna dal cieco e gliele somministra e costui riacquista la vista. E così dice:
- Che sciocco sono stato a non credere a ciò che mi dicevano. Adesso vedo ogni cosa, sono libero dalla cecità. Nessuno mi è superiore! -
Tuttavia alcuni veggenti, in possesso delle cinque facoltà sovrannaturali, dei poteri magici, gli dicono:
- Uomo, tu hai ottenuto la vista, ma ancora non sai nulla del resto. Da dove viene questa tua arroganza? Non sei saggio né sapiente. Quando stai seduto nella tua casa non distingui le forme che si trovano fuori, non riconosci chi è ben disposto verso di te e chi no, e non sei capace di muoverti neanche di una lega senza sollevare i piedi. Sei stato concepito e cresciuto nel ventre materno ma non ricordi un tale fatto. In che senso dici di essere saggio? Tu confondi la cecità con la luce, e la luce con la cecità. -
Allora costui chiede ai veggenti come fare per acquistare tali poteri. E i veggenti rispondono:
- Vai a vivere in una foresta, o in una grotta. Rifletti sulla dottrina ed elimina le impurità. -
Così l’uomo diventa un asceta e si rende conto di quanto poco saggio era stato prima.
Ora Makassyapa, cieco dalla nascita è colui che si trova nei sei destini del samsara. Costui non conosce la vera dottrina e coltiva la pesante oscurità delle passioni. Essendo accecato dall’ignoranza accumula i semi dei suoi futuri stati mentali.
Il Budda è il medico, che nasce nel triplice mondo e parla a questi esseri del triplice veicolo. Così il cieco che ritrova la vista è come il seguace dei veicoli degli uditori e dei Budda solitari, che recide il legame delle afflizioni del samsara e crede di aver raggiunto il Nirvana.
Il Tathagata allora lo istruisce sulla dottrina e gli dice: “Dato che non hai compreso tutti gli elementi dove è il tuo Nirvana? Il tuo è un riposo ma non la vera pace” Il Beato lo incoraggia al risveglio. E costui, dopo aver compreso, vede il triplice mondo vuoto in tutte le dieci direzioni, simile a una magia, un sogno, un miraggio, o un’eco. Egli allora, nella sua grande saggezza, vede l’intero corpo della Dottrina, che non ci sono tre veicoli, ma un veicolo unico. Tutti gli elementi sono uguali: colui che ha capito questo, conosce la pace immortale e beata.
Cap. VI - Predizioni
Allora il Budda disse:
Con l’occhio del budda
Osservo kassyapa accanto a me e vedo che in un esistenza futura dopo kalpa innumerevoli egli conseguirà la buddità. Nelle vite future egli avrà una vita spirituale e onorerà il budda e nella sua incarnazione finale diverrà Budda e si chiamerà Rasmiprabasa, Fulgida Luce.
La sua terra sarà pura e limpida, il suolo di lapislazzuli. Molti alberi carichi di gioielli si allineeranno ai lati delle strade e funi d’oro nel delimiteranno i bordi. Coloro che vedranno questo spettacolo ne gioiranno. Nell’aria si diffonderà un gradevole profumo e cumuli di fiori rari saranno sparsi ovunque insieme a molti altri ornamenti rari e fantastici. La terra sarà piana e dolce priva di rilievi o avvallamenti. La moltitudine di Bodhisattva sarà superiore ad ogni capacità di calcolo e le loro menti saranno miti e gentili. La vita di questo Budda durerà dodici piccoli kalpa e venti piccoli kalpa la sua legge formale.
Allora Mogallana, Subuti, e Makatyaiana fremendo commossi, devotamente giunsero le mani e dissero:
Eroe grande e valoroso, Onorato dal mondo, re del dharma degli Shakya, dato che hai pietà di noi concedici la voce del Budda. Poiché comprendi l’intimità delle nostre menti, se ci concederai la predizione della Buddità sarà come se fossimo bagnati da una dolce rugiada che elimina il calore e arreca sollievo. Ci troviamo come una persona giunta da una terra in cui regna la fame e che si imbatta in un banchetto di un grande re; nel suo cuore dominerebbe ancora la paura e all’inizio non oserebbe toccare cibo ma se il re in persona glielo concedesse certamente si arrischierebbe a mangiare.
Ecco, ci troviamo in questa condizione e ogni volta che ripensiamo agli errori del Piccolo Veicolo non sappiamo che fare per ottenere la suprema saggezza del Budda.
Sebbene udiamo la voce del Budda dire che conseguiremo la buddità, nei nostri cuori dominano ancora il dubbio e la paura come la persona che non si azzarda a toccare cibo. Ma ora, se ci sarà concessa la predizione del Budda otterremo subito la gioia e la pace della mente. Eroe grande e valoroso, Onorato dal mondo, il tuo desiderio costante è dare sollievo al mondo. Ti imploriamo di concederci tale predizione così come inviteresti un affamato a mangiare.
Allora il Budda prosegui e disse:
Subbhuti si chiamerà Tathagata Forma Rara, e il suo kalpa Ricco di gioielli. Il suo regno, Nato da un gioiello
Makatyaiana sarà chiamato Aureola luce di Jambunada.
Mogallana, si chiamerà Tathagata Fragranza di Sandalo Tamalapatra e il suo regno Traboccante di gioia e delizia della mente.
Cap. VII - La parabola della città fantasma
Il Budda Mabhina –jnamabibu (Grande Saggezza universale)
Il Budda fece questo annuncio ai monaci: Una volta, in passato, un incommensurabile, illimitato, inconcepibile numero di Kalpa or sono, visse un Budda chiamato Tathagata Mabhina –jnamabibu, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato e conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore delle gente, maestro degli esseri celesti e umani. La sua terra si chiamava ben costituita, e il suo Kalpa aveva nome Grande forma. Ora, o monaci, dall’estinzione di quel Budda è trascorso un tempo molto esteso, molto lungo. Supponete, per esempio, che qualcuno prenda tutti i pezzi di terra di migliaia di milioni di mondi e li frantumi riducendoli a polvere di inchiostro; e che, dopo aver attraversato mille mondi a oriente, lasci cadere una particella di polvere di inchiostro non più grande di un granello di polvere. E che lasci cadere un altro granello di polvere quando ha attraversato mille altri mondi. Immaginate che egli proceda così finché non abbia terminato di gettare tutti i granelli di inchiostro ottenuti dalla terra. Non sarebbe possibile determinare il numero di mondi attraversati. Ora immaginate di ridurre in polvere tutti questi mondi e ogni granello di polvere rappresenti un Kalpa. I Kalpa trascorsi da quando quel Budda si è estinto sarebbero comunque superiori al numero delle particelle di polvere.
Poiché io mi avvalgo dei poteri del Tathagata per vedere e conoscere, quando osservo quel tempo remoto mi appare come se fosse oggi.
Il Budda Mabhina –jnamabibu ha una durata di vita pari a 540 mila milioni di nayuta di kalpa. Questo Budda inizialmente si sedette nel luogo dell’illuminazione e dopo aver sbaragliato le armate del demone era sul punto di conseguire l’ illuminazione suprema e definitiva, ma le dottrine dei Budda non gli si erano ancora manifestate. Questa situazione si protrasse per un piccolo kalpa e ancora per dieci piccoli kalpa.
A quel tempo, gli dei del cielo avevano già approntato per il Budda, sotto un albero di Bodhi, un trono di leone che misurava un voyana di altezza, desiderando che il Budda sedesse li una volta che avesse ottenuto l’illuminazione. Nello stesso momento in cui il Budda vi si assise, i re Bhrama fecero piovere una moltitudine di fiori celesti che coprirono il terreno circostante per cento voyana. Di tanto in tanto spirava un vento soave che portava via i fiori appassiti al posto dei quali ne cadevano di nuovi. Tutto questo proseguì senza interruzioni, come un’offerta al Budda, per dieci piccoli Kalpa. I fiori continuarono a cadere fino al momento in cui egli si estinse. I quattro re celesti, come loro offerta, percossero i tamburi celesti, mentre gli altri esseri celesti suonarono i loro strumenti, tutto questo per dieci piccoli kalpa.
Ora o Monaci, questo Budda prima del risveglio aveva lasciato sedici figli il primo dei quali si chiamava Jinankara, Accumulo di saggezza. Ognuno di questi possedeva diversi oggetti rari e giocattoli di vario tipo e si divertivano sempre moltissimo; ma quando seppero che il padre aveva raggiunto l’illuminazione abbandonarono i giochi e si recarono nel luogo dove si trovava il Budda. Le loro madri li seguirono in lacrime.
Il loro nonno, un re saggio che faceva girare la ruota, li accompagnò contornato da ministri e sudditi e servi. Desiderio di tutti era avvicinarsi al Tathagata Grande saggezza universale e tributargli onori e rispetto. Una volta giunti si inchinarono, ai suoi piedi fino a toccare il terreno con la testa. Dopo aver girato attorno al Budda, giunsero le mani devotamente, alzarono lo sguardo con reverenza verso l’onorato del mondo e recitarono questi versi di lode.
L’onorato del mondo dotato di grande autorità e virtù per salvare gli esseri viventi ha impiegato innumerevoli milioni di anni ed è infine riuscito a divenire un Budda. Hai compiuto un’impresa difficile rimanendo seduto per tutto il tempo, immobile in quella posizione, con la mente calma, senza distrarti. Tutti i tuoi voti sono esauditi ora. Non vi è fortuna maggiore! E’ veramente cosa rara incontrare il Budda. Dieci piccoli Kalpa sono passati da quando si è seduto al suo posto. Ora, osservando l’Onorato del mondo in tranquillità che ha ricevuto benefici eccelsi con grande gioia lo lodiamo e ci rallegriamo con lui. Gli esseri viventi affrontano di continuo sofferenze e dolori sono ottenebrati, privi di maestro e guida, non sanno che vi è una via per porre fine alle loro sofferenze. Non sanno come cercare l’emancipazione. Per tutta la lunga notte seguono sempre più i cattivi sentieri mentre diminuisce il numero di esseri celesti e umani otteniamo adesso il sommo beneficio.
Per questa ragione chiniamo la testa e prendiamo rifugio in te, o Protettore. A quel tempo i sedici principi dopo aver lodato il Budda con questi versi invitarono l’Onorato dal mondo a mettere in moto la ruota della legge e dissero: “Onorato dal mondo, esponi la legge. Così facendo arrecherai tranquillità benessere e benefici a una grande quantità di dei e uomini. Se noi diventeremo Budda lo stesso varrà per tutti gli esseri viventi”.
Ai sedici principi si unirono i re Bhrama, e un grande re bhrama chiamato Shikkin. I loro palazzi si illuminarono di una luce mai vista, ed essi fecero offerte al Budda, implorandolo di esporre la legge.
La ruota della legge - L’origine del dolore
Allora il Tathagata Grande Saggezza universale mise in moto per tre volte la ruota a dodici raggi della legge e disse.
Ecco il dolore, ecco l’origine del dolore, ecco l’annientamento del dolore, ecco il sentiero che conduce all’annientamento del dolore.
Quindi espose dettagliatamente le 4 nobili verità e la legge della catena di causalità dai dodici anelli.
Le quattro nobili verità consistono in questo. C’è la sofferenza, c’è l’origine della sofferenza, c’è la soppressione della sofferenza, c’è un cammino che conduce alla soppressione della sofferenza.
Poi spiegò l’evoluzione della genesi interdipendente, o legge della catena di causalità dei dodici anelli.
L’ignoranza causa l’azione.
L’azione causa la coscienza.
La coscienza causa l’azione e la forma.
Il nome e la forma causano i sei organi di senso.
I sei sensi causano il contatto.
Il contatto causa la sensazione.
La sensazione causa il desiderio.
Il desiderio causa l’attaccamento.
L’attaccamento causa l’esistenza.
L’esistenza causa la nascita
La nascita causa l’invecchiamento e la morte, la preoccupazione, il dolore, la sofferenza e l’angoscia.
Se viene rimossa l’ignoranza, l’azione sarà rimossa. Se viene rimossa la coscienza, il nome e la forma saranno rimossi. Se vengono rimossi il nome e la forma, i sei organi di senso saranno rimossi. Se vengono rimossi i sei organi di senso, il contatto sarà rimosso. Se viene rimosso il contatto la sensazione sarà rimossa. Se viene rimossa la sensazione il desiderio sarà rimosso. Se viene rimosso il desiderio, l’attaccamento sarà rimosso. Se viene rimosso l’attaccamento l’esistenza sarà rimossa. Se viene rimossa l’esistenza la nascita sarà rimossa. Se viene rimossa la nascita, l’invecchiamento e la morte, la preoccupazione e il dolore, la sofferenza e l’angoscia saranno rimossi.
Allorché il Budda ebbe esposto questa legge, miliardi di persone poiché avevano sciolto il legame con il mondo dei fenomeni, e poiché la loro mente si era liberata dalle illusioni, conseguirono tutti la pratica della meditazione profonda e meravigliosa, la tre comprensioni, i sei poteri sovrannaturali e le otto emancipazioni.
Allorché ebbe esposto la seconda, la terza e la quarta legge, esseri viventi pari a diecimila miliardi di Nayuta di sabbie del Gange, riuscirono a liberare la mente dalle illusioni. Da quel momento la moltitudine di ascoltatori della voce divenne immensa, illimitata impossibile da contare.
A quel tempo tutti i sedici principi, che erano ancora giovani, lasciarono le loro famiglie e divennero shramanera. Allora si rivolsero al Budda e gli chiesero di predicare la legge dell’ illuminazione suprema e definitiva.
Allora gli ottantamila milioni di persone presenti nell’assemblea, guidati dal saggio re che fa girare la ruota, vedendo che i sedici principi avevano lasciato le famiglie per intraprendere la vita religiosa, desiderarono seguirne l’esempio. Il saggio re diede loro il permesso di farlo.
Allora il Budda rispondendo alle richieste degli shramanera fece trascorrere ventimila kalpa e infine predicò il sutra del grande veicolo intitolato Loto della Legge Meravigliosa, una legge per istruire i Bodhisattva, custodita nel cuore del Budda.
Dopo che ebbe predicato il sutra, i sedici shramanera lo accettarono credendo in esso, lo intonarono, lo declamarono, lo penetrarono e lo compresero perfettamente.
Anche molti ascoltatori della voce lo accettarono e credettero in esso, ma molti furono colti da dubbi e perplessità.
Il Budda predicò questo sutra per un periodo di ottantamila kalpa, senza un momento di riposo. Dopo aver predicato questo sutra, entrò in una sala tranquilla e rimase assorto in meditazione per un periodo di 84.000 kalpa.
Allora i sedici Bodhisattva shramanera, sapendo che il Budda si era ritirato in una sala immerso in tranquilla meditazione salirono ognuno su un seggio del dharma e esposero la legge per 84.000 kalpa, esponendo anche le distinzione descritte nel Sutra del Loto della legge meravigliosa.
Il Budda Mabhina –jnamabibu destatosi dalla samadhi, si avvicinò al seggio del dharma. Sedendosi serenamente si rivolse a tutta l’assemblea dicendo: Questi sedici Bodhisattva sono shramanera con virtù e caratteristiche che è raro incontrare. Tutti voi dovete creare forti legami con loro e fare loro delle offerte. Perché?
Perché se anche uno di voi, ascoltatori della voce, pratyekabuddha o Bodhisattva, avrà fede nel Sutra del Loto insegnato da questi sedici Bodhisattva, lo accetterà e lo abbraccerà senza mai disprezzarlo, allora riuscirà a conseguire l’ anuttara-samyak-sambodhy, la saggezza del Tathagata.
Rivolgendosi ai monaci disse: Questi sedici Bodhisattva hanno sempre desiderato predicare questo sutra. Gli esseri viventi convertititi da ciascuno di essi sono numerosi, ed esistenza dopo esistenza questi esseri viventi sono rinati insieme a quel Bodhisattva, lo hanno ascoltato esporre la legge, hanno avuto fede in essa e l’hanno compresa. Per questa ragione hanno potuto incontrare milioni di altri Budda e non hanno mai smesso di farlo fino all’epoca presente.
O monaci, adesso vi dirò questo. Questi discepoli del budda, questi sedici shramanera, ora hanno conseguito tutti l’ anuttara-samyak-sambodhy. In questo momento stanno predicando la legge nella terra delle dieci direzioni con un seguito di milioni di ascoltatori della voce.
Due di questi shramanera sono divenuti Budda nella regione orientale: uno si chiama Akshobhya e vive nella Terra della Gioia, l’altro si chiama Picco Sumeru.
Due sono i Budda nella regione sud orientale. Uno si chiama Voce Leonina, l’altro Aspetto Leonino.
Due sono i Budda nella regione meridionale: uno si chiama Dimora nel vuoto, l’altro Eterna estinzione.
Due sono i Budda della sud occidentale: uno si chiama aspetto imperiale, l’altro aspetto di Brahma.
Due sono i Budda della regione occidentale: uno si chiama Amitabba, l’altro Colui che salva tutti dalle sofferenze del mondo.
Due sono i Budda della regione Nord Occidentale. Uno si chiama Potere sovrannaturale Fragranza di Sandalo Tamalapatra, l’altro aspetto di Sumeru. Due sono i Budda della regione settentrionale: uno si chiama Nube di Libertà, l’altro re nube di Libertà. Dei due Budda della regione nord orientale il primo si chiama Colui che annienta tutte le paure del mondo. Il sedicesimo sono io, il Budda Shakyamuni, che in questa terra di saha ho conseguito l’ anuttara-samyak-sambodhy.
Monaci, voi siete stati convertiti nelle vostre vite passate e lo sarete anche nelle epoche future.
Dopo la mia estinzione ci saranno altri discepoli che non udranno questo sutra e non lo comprenderanno, né saranno a conoscenza delle pratiche dei Bodhisattva. Ma essi grazie ai meriti che saranno stati capaci di accumulare, concepiranno un’ idea dell’estinzione e accederanno a ciò che crederanno essere il Nirvana. A quel tempo io sarò Budda in un'altra dimensione e sarò conosciuto con un nome diverso. Quei discepoli, benché si siano formati solo un’idea dell’estinzione e del Nirvana cercheranno la saggezza del Budda in quell’altra terra e riusciranno a udire questo sutra. Infatti solo grazie al veicolo del Budda è possibile conseguire l’estinzione. Non c’è nessun altro veicolo eccettuate le dottrine che il Tathagata predica come espediente. (simile ai versi, ma forse si può rifare)
La parabola della città fantasma
Supponiamo che, in un luogo deserto e selvaggio, veramente spaventoso, vi sia una strada lunga 500 vojana ardua e pericolosa. E supponiamo che vi sia un numeroso gruppo di persone che voglia percorrere questa strada per raggiungere l’Isola dei gioielli, un luogo in cui sono custoditi preziosi tesori. Essi hanno una guida, dotata di vasta saggezza e acuta comprensione che è perfettamente a suo agio su questa strada ripida, conosce la disposizione dei passaggi e delle strettoie ed è preparata a condurre il gruppo di persone e ad accompagnarle lungo questo irto cammino.
Il gruppo che egli guida, dopo aver percorso un certo tratto di strada, comincia a scoraggiarsi dicendo:
- Siamo completamente esausti e spaventati. La foresta è troppo lunga e non ce la faremo mai a oltrepassarla. Preferiamo tornare indietro. -
La guida, un uomo di molte risorse, pensa tra sé:
“Che peccato che rinuncino ai molti rari tesori che stanno cercando e ora desiderino tornare indietro”.
Dopo aver così riflettuto ricorre al potere degli espedienti e, quando avevano già percorso trecento voyana lungo la difficile via, fa apparire per incanto una città cinta di mura e ne adornò i palazzi circondandoli di giardini e boschetti, ruscelli di acqua corrente, stagni e laghetti con doppi cancelli, alte torri e padiglioni popolati di uomini e donne. Egli dice al gruppo:
- Non abbiate paura, non dovete tornare indietro perché ora c’è una grande città ove potrete fermarvi e riposare e fare ciò che vi piace. Se entrerete in questa città vi troverete a vostro agio e vi sentirete tranquilli. Più tardi, se ve la sentirete di proseguire fino al luogo dei tesori, potrete lasciare la città. -
Allora i membri del gruppo, completamente sfiniti, provano un immensa gioia e apprezzando la fortuna inaspettata esclamano:
- Finalmente possiamo allontanarci da questa strada terribile e trovare un po’ di quiete e serenità. Qui abbiamo trovato il Nirvana e qui vi rimarremo -
Le persone del gruppo allora si affrettano e entrano in città dove, essendo al sicuro dalle difficoltà, si sentono a loro agio.
Una volta che le persone si furono riposate la guida fece sparire la città fantasma e disse al gruppo:
- Ora dovete ripartire. La terra dei tesori non è lontana. La grande città di poco fa altro non era che un miraggio che ho evocato per farvi riposare. Non era altro che una città fantasma. Ho capito che eravate allo stremo delle forze e volevate interrompere il viaggio a metà strada, allora mi sono avvalso del potere degli espedienti per far apparire temporaneamente questa città. Adesso però dovete andare avanti diligentemente e raggiungere tutti insieme il luogo ove si trova il tesoro. -
Monaci, il Tathagata è in una situazione simile. Adesso si sta comportando con voi come quella guida. Egli sa che la brutta strada della nascita, della morte e dei desideri terrena è ripida, erta, difficile, lunga, smisurata, ma deve essere percorsa e superata. Se gli esseri viventi udissero soltanto dell’unico veicolo del Budda, non desidererebbero vedere il Budda, né vorrebbero avvicinarlo; invece penserebbero dentro di loro:
- La via del Budda è lunga, smisurata, occorre sforzarsi con diligenza e affrontare difficoltà per lungo tempo prima di poter conseguire il successo.-
Il budda sa che le menti degli uomini sono deboli e così avvalendosi del potere degli espedienti, predica due nirvana per offrire un luogo di riposto lungo il cammino. Ma se gli esseri viventi indugiano in questi due stadi allora il Tathagata dice loro:
- Non avete ancora idea di ciò che deve essere fatto. Lo stadio in cui avete scelto di rimanere è vicino alla saggezza del Budda, ma dovete ponderare e riflettere oltre. Questo nirvana che avete conseguito non è quello vero. Semplicemente, il Tathagata, usando il potere degli espedienti, predica il veicolo del Budda operando delle distinzioni come se fossero tre.-
Il Budda è come quella guida che, per offrire un luogo di riposo, fa apparire d’incanto una grande città e, quando percepisce che i viaggiatori si sono riposati, dice loro:
- Il luogo dove si trovano i tesori è molto vicino. Questa città non è reale, è solo un miraggio che è stato evocato d’incanto.-
Cap. VIII e IX - Predizione dell’illuminazione a cinquecento discepoli e ai discepoli anziani
Il Budda Fulgida legge
A quel tempo Purna Maitrayaniputra, ottenne ciò che non aveva mai ottenuto prima e la sua mente fu purificata e esultò di gioia.
Il Budda disse allora ai monaci:
- Vedete questo discepolo Purna Maitrayaniputra? Io l’ho sempre lodato come il migliore fra coloro che predicano la legge. Ma egli non ha predicato solo la mia legge, ma anche quelle sotto milioni di Budda del passato. E’ stato il migliore tra quelli che predicarono la legge al tempo dei sette Budda ed anche il migliore di quelli che la predicano in mia presenza. In futuro conseguirà l’ anuttara-samyak-sambodhy e sarà chiamato Tathagata Fulgida legge.
La sua terra comprenderà milioni di mondi, numerosi quanto le sabbie del Gange. Il suolo, fatto di sette gioielli, sarà piano come il palmo della mano senza colline o crinali, gole o burroni. La terra sarà piena di terrazze e torri costruite con sette gioielli e i palazzi celesti saranno così vicino nel cielo che gli esseri umani e quelli celesti potranno comunicare guardandosi reciprocamente. Li non ci saranno cattivi sentieri e tutti possiederanno poteri sovrannaturali i loro corpi emetteranno raggi luminosi e saranno in grado di volare a piacimento, si ciberanno della dottrina e della meditazione.
Il kalpa si chiamerà Tesoro Fulgido, e la terra si chiamerà Buona e Pura.
A quel punto il Budda, sapendo che anche gli altri Arhat in ascolto avrebbero voluto una predizione, annunciò a tutti che ciascuno dei presenti in quell’assemblea avrebbe ottenuto l’illuminazione e in futuro sarebbe diventato un Budda.
La parabola del gioiello nascosto.
Allora i cinquecento Arhat esultarono di gioia e si inchinarono al Budda, dicendo:
- Signore, noi eravamo soliti pensare di aver già raggiunto l’illuminazione definitiva ma capiamo di essere stati privi di saggezza. -
E’ come nel caso di un uomo che si recò a casa di un caro amico e che, dopo essersi ubriacato di vino si addormentò. A quel tempo l’amico doveva allontanarsi per un incarico ufficiale. Preso un gioiello inestimabile, lo cucì nella fodera della veste dell’amico e lo lasciò andandosene. L’uomo dormiva ubriaco e non si accorse di nulla. Quando si risvegliò si mise in viaggio verso altri paesi. Per procurarsi cibo e vesti dovette darsi da fare con tutte le sue energie e con diligenza, affrontando enormi difficoltà e cavandosela con quel poco che poté racimolare. In seguito l’amico lo incontrò per caso e disse:
- Che cosa assurda vecchio mio! Come ti sei ridotto così per procurarti da mangiare e da vestire? In passato mi volli assicurare che tu potessi vivere agiatamente e soddisfare i cinque desideri; così quel giorno che ti lasciai, prima di andarmene presi un gioiello inestimabile e lo cucii nella fodera del tuo abito. Deve trovarsi ancora li adesso. Ma tu non ne sapevi nulla e ti sei affaticato e tormentato cercando di guadagnarti da vivere. Che cosa insensata! Ora devi prendere il gioiello e barattarlo con altri beni; allora potrai avere in ogni momento tutto ciò che desideri e non sperimenterai mai più la miseria o il bisogno.
Onorato del mondo, adesso abbiamo capito. In effetti noi siamo Bodhisattva e abbiamo ascoltato la predizione che conseguiremo l’ illuminazione suprema e definitiva e ci sentiamo colmi di gioia. Per tutta la lunga notte il Budda ci ha istruito spingendoci a coltivare l’aspirazione suprema, ma noi, da ignoranti, avendo ottenuto una piccola parte del Nirvana ci sentivamo soddisfatti e non cercavamo altro.
Ma ora la lunga notte è finita.
Predizione dell’illuminazione ad Ananda e Rahoula.
Anche Ananda e Rahoula chiesero al Budda di predire il loro futuro. E il Budda predisse loro che nelle esistenze future conseguiranno l’illuminazione e diffonderanno in molti modi il Dharma.
Allora nella mente dei Bodhisattva dell’assemblea sorse un dubbio:
- Non abbiamo mai sentito di un solo grande Bodhisattva che ricevesse una tale predizione. Per quale motivo dovrebbero riceverla gli ascoltatori della voce? -
L’onorato del mondo, intuendo il dubbio dei presenti all’assemblea disse:
- Uomini devoti, quando Ananda ed io ci trovammo al cospetto del Budda Re del Vuoto, prendemmo contemporaneamente la determinazione di conseguire l’ anuttara-samyak-sambodhy. Ananda si compiaceva di una vasta conoscenza della legge mentre io costantemente compivo sforzi diligenti. Perciò io sono riuscito già a conseguire l’ anuttara-samyak-sambodhy, mentre Ananda sostiene e protegge la mia legge. Allo stesso modo proteggerà i forzieri del Dharma dei Budda futuri e istruirà, convertirà e guiderà al successo una moltitudine di Bodhisattva. Questo è il suo voto originale ed è per questo motivo che ha ricevuto la predizione.-
All’udire questa predizione Ananda gioì e si ricordò allora dei forzieri del Dharma di miliardi di Budda del passato e poté comprenderli tutti senza alcuna difficoltà. Si ricordò inoltre del suo voto originale.
Cap. X – Il maestro della legge
A quel tempo il Budda si rivolse al Bodhisattva re della medicina e agli ottantamila uomini riuniti in assemblea dicendo:
A tutti costoro che, al cospetto del Budda ascoltano un verso o una frase del Sutra del Loto della Legge Meravigliosa e nella mente ne gioiscono anche per un solo istante, io predico il conseguimento dell’ illuminazione suprema e definitiva.
Il Budda disse inoltre a Re della Medicina:
Inoltre, se, dopo l’estinzione del Tathagata qualcuno ascolterà il Sutra del Loto anche per un solo verso o una frase, e nella mente ne gioirà anche per un solo istante, anche a lui predico il conseguimento dell’ illuminazione suprema e definitiva.
E ancora, se ci saranno persone che abbracciano, leggono, recitano, diffondono e copiano il Sutra del Loto, anche un solo verso, e nutrono per questo sutra lo stesso rispetto che nutrono per il Budda, offrendo fiori, incenso, collane, incenso in polvere e pasta da bruciare, drappi di seta, stendardi e vessilli, indumenti e musica, e giungono le mani in segno di riverenza allora, Re della medicina, sappi che tali persone hanno già offerto doni a centomila milioni di Budda; sotto quei Budda hanno adempiuto il loro grande voto e, mossi da compassione per gli esseri viventi, sono nati in questo mondo umano.
Chiunque faccia queste cose conseguirà la Buddità; queste persone sono grandi Bodhisattva che hanno conseguito l’ illuminazione suprema e definitiva. Mossi da compassione per gli esseri viventi essi hanno fatto voto di nascere dove possono propagare ampiamente il Sutra del Loto.
Questo è ancora più vero per coloro che sono in grado di abbracciare l’intero sutra e offrirgli svariati doni.
Queste persone hanno rinunciato volontariamente alla ricompensa che hanno meritato per le loro azioni pure e, nell’epoca successiva alla mia estinzione, mosse da compassione per gli esseri viventi, sono nate in questo mondo malvagio per poter propagare ampiamente questo sutra.
Se dopo la mia morte uno fra questi uomini o donne devoti sarà in grado di trasmettere il Sutra del Loto anche a una sola persona, anche solo una frase, allora sappi che egli è l’inviato del Tathagata per proseguire la sua opera. Questo è ancora più vero per coloro che espongono il Sutra a una grande moltitudine.
Se una persona malvagia comparisse davanti al Budda e lo maledicesse, sarebbe meno grave di una che insultasse un laico che recita o legge il sutra del loto.
Chi legge e recita il Sutra del Loto si adorna con gli stessi ornamenti del Budda ed è portato sulle spalle dal Tathagata, verrà accarezzato sulla testa dal Tathagata, vivrà nella sua dimora e sarà avvolto dal suo mantello.
Se desideri liberarti dall’indolenza e dalla pigrizia devi ascoltare questo sutra.
E’ difficile avere l’occasione di ascoltare questo Sutra e altrettanto difficile è credervi e accettarlo. Molti sono i discorsi sulla dottrina che ho predicato, che predico e che predicherò, ma di tutti è questo che non può essere accettato da tutti e creduto. Questo invero è il segreto dell’intima dottrina del Tathagata protetto dalla potenza del Tathagata mai rivelato e mai annunciato. E’ un argomento di cui mai prima si è parlato.
Se una persona assetata ha bisogno di acqua, può scavare una buca su un altopiano ma finché continua a vedere che il terreno è secco capisce che l’acqua è ancora lontana. Ma piano piano vede il terreno farsi umido e fangoso e allora certamente comprende che l’acqua è vicina. Sappi, re della medicina, che anche le persone sono proprio così. Se non ascoltano il Sutra del loto saranno sempre lontane dalla saggezza del Budda. Ma se ascoltano questo profondo sutra che definisce la legge per gli ascoltatori della voce, se ascoltano questo re dei sutra e dopo averlo ascoltato meditano attentamente sappi che tali perone sono vicine alla saggezza del Budda.
Una persona che espone questo sutra deve entrare nella stanza del Tathagata, indossare la veste del Tathagata sedere sul seggio del Tathagata e, stando nell’assemblea senza timore, predicare diffusamente operando le distinzioni.
Grande pietà e compassione sono la stanza, gentilezza e pazienza sono la veste, vacuità di tutti i fenomeni è il seggio; dimorando in esso espone la legge.
Se, mentre sta predicando questo sutra, qualcuno lo ingiuria e lo insulta, lo attacca con spade e bastoni o con tegole e pietre, pensi al Budda e sia paziente.
In un migliaio, decine di migliaia, milioni di terre renderò manifesto il mio corpo puro e duraturo e per innumerevoli milioni di kalpa esporrò la legge agli esseri viventi. Se dopo la mia estinzione vi saranno persone in grado di esporre questo sutra invierò le quattro categorie di credenti evocati magicamente, a fare offerte ai maestri della legge. Essi guideranno gli esseri viventi li riuniranno e faranno si che ascoltino la legge. Se qualcuno ha in animo di nuocere ai predicatori con spade e bastoni o con tegole e pietre, invierò persone evocate con un prodigio che li proteggano e difendano.
Se chi espone la legge si trova da solo in un luogo deserto e appartato e nel silenzio, ove non si ode il suono di voce umana, legge e recita questo sutra a quel tempo manifesterò per lui il mio corpo puro e radioso.
Se dovesse dimenticare una parola o una frase, gliela suggerirò io così che ottenga una completa comprensione.
Se persone dotate di queste virtù istruiscono le quattro categorie di credenti, o leggono e recitano questo sutra in un luogo deserto, farò in modo che tutti possano vedere il mio corpo.
Se i predicatori si trovano in un luogo deserto e isolato invierò esseri celesti, re draghi, yaksha, spiriti e altri per formare un’assemblea che ascolti la legge.
Tali persone si rallegreranno nell’esporre la legge compiendo le distinzioni senza incontrare ostacoli.
Poiché i Budda li proteggono e hanno cura di loro essi potranno arrecare gioia alla grande assemblea. Se una persona sta vicino ai maestri della legge conseguirà rapidamente la via del Bodhisattva. Se studia seguendo questi maestri, vedrà Budda in numero pari alle sabbie del Gange.
Cap. XI - L’apparizione della torre preziosa
A quel tempo al cospetto del Budda apparve una torre decorata di sette tesori, alta cinquecento voyana, larga e profonda duecentocinquanta che, emersa dalla terra, si librava sospesa nell’aria. Era adornata con oggetti preziosi di ogni genere; cinquemila balaustre; diecimila nicchie e innumerevoli vessilli e stendardi la decoravano. Ghirlande di gemme, dieci miliardi di campanelli ingioiellati pendevano da essa; un profumo di sandalo emanava dai 4 lati e pervadeva il mondi intero.
Gli stendardi e i drappi erano fatti di sette tesori, oro argento, lapislazzuli, madreperla, agata, perla e cornalina e raggiungevano i palazzi dei 4 re celesti. Gli dei del cielo fecero piovere fiori celesti di mandarava come offerta alla torre preziosa e milioni di altri esseri, umani e dei, offrirono ogni genere di fiori, incenso, collane, stendardi drappi e musica in segno di reverenza e lode.
A quel tempo, dalla torre preziosa si udì una voce possente pronunciare parole di lode:
- Eccellente, eccellente! Signore del mondo, tu puoi predicare alla grande assemblea il Sutra del Loto, la legge per istruire i Bodhisattva custodita e serbata nel cuore di tutti i Budda! E’ come dici tu Shakyamuni, tutto ciò che è esposto è verità.-
A quel tempo le quattro categorie di credenti videro la grande torre preziosa sospesa nell’aria e udirono la voce emessa dal suo interno. Tutti sperimentarono la gioia della legge, meravigliati per questo prodigio senza precedenti. Si alzarono dai loro posti e congiunsero le mani in segno di rispetto, quindi si fecero da parte.
A quel tempo c’era un Bodhisattva e mahasattva che si chiamava Bhaisayaraia, Grande gioia della predicazione, il quale, compresi i dubbi che turbavano la mente degli dei e degli uomini, degli asura e degli altri esseri di tutto il mondo, chiese al Budda:
- Onorato del mondo, per quale motivo questa torre preziosa è emersa dalla terra? E perché si ode questa voce al suo interno? -
Allora il Budda disse:
- Bodhisattva Bhaisayaraia, nella torre preziosa si trova l’intero corpo di un Tathagata.
Molto tempo fa, milioni di mondi a oriente, in una terra chiamata Purezza Preziosa viveva un Budda chiamato Prabutaratna, che significa “Molti tesori”. Quando questo Budda stava ancora portando a termine la via del Bodhisattva, fece un voto solenne dichiarando: “Dopo che mi sarò estinto e sarò diventato un Budda, se nelle terre delle dieci direzioni vi sarà un luogo in cui sia predicato il Sutra del Loto, allora la mia torre funeraria emergerà con dentro il mio corpo, apparirà in quel luogo e rimarrà sospesa in cielo a mezz’aria sopra l’assemblea ad ascoltare il Sutra.
Quando quel Bodhisattva ebbe completato la via del Budda e fu sul punto di estinguersi, in mezzo a una vasta assemblea di uomini e dei, disse ai monaci: “Dopo la mia estinzione, se qualcuno vorrà fare offerte al mio intero corpo, dovrà erigere una gran torre”. Quel Budda assicura che in tutti i mondi delle dieci direzioni, non importa dove, se vi è qualcuno che predica il Sutra del Loto, questa torre preziosa emergerà e apparirà al suo cospetto.
Vedi, Bhaisayaraia, poiché il Tathagata Prabutaratna ha udito predicare il Sutra del Loto, ora la sua torre è emersa dalla terra e lui dall’interno gioisce.
Allora il Bodhisattva Bhaisayaraia conoscendo i poteri sovrannaturali del Tathagata si rivolse al Budda con queste parole: “Onorato del Mondo desideriamo vedere il corpo di questo Budda”.
Il Budda così rispose
- Il Budda Molti tesori ha fatto un voto solenne proclamando: “Quando la mia torre preziosa apparirà al cospetto di uno dei Budda per poter ascoltare il Sutra del Loto, se qualcuno desidera che io mostri il mio corpo alle quattro categorie di credenti, allora fate ritornare tutti i vari Budda, che sono emanazione di quel Budda e che predicano la legge nei mondi delle dieci direzioni e riuniteli attorno a quel Budda in un unico luogo. Solo quando ciò sarà avvenuto il mio corpo diverrà visibile.” Ora radunerò tutti i Budda che sono emanazione del mio corpo e che stanno predicando la legge nei mondi delle dieci direzioni.
Allora il Budda emise un raggio di luce dalla ciocca di capelli bianchi tra le sue sopracciglia e rese immediatamente visibili nella regione orientale i Budda di cinquecentodiecimila milioni di Nayuta di terre, numerose come le sabbie del Gange.
Su terre meravigliose, popolate di Bodhisattva i Budda predicavano le varie dottrine della legge e milioni di Bodhisattva predicavano a loro volta a moltitudini. Ognuno di questi Budda, quando fu raggiunto dal raggi di luce del Budda, disse: “Uomini devoti, ora devo recarmi nel mondo di Saha nel luogo dove si trova il Budda Shakyamuni e fare offerte alla torre preziosa”.
A questo punto il mondo di saha si trasformò immediatamente in un luogo di immacolata purezza. Il suolo era di lapislazzuli, alberi carichi di gioielli l’adornavano e corde d’oro delimitavano le otto vie principali. Non c’erano villaggi, paesi o città, grandi mari o fiumi, montagne, foreste o ruscelli. L’incenso bruciava e fiori di mandarava ricoprivano il terreno tutto intorno. Reti e tendaggi preziosi si dispiegavano dall’alto e da essi pendevano campanelli ingioiellati. Vi si trovavano riuniti soltanto i membri di questa assemblea, poiché tutti gli altri esseri celesti e umani erano stati trasferiti in un’altra regione.
A quel tempo i Budda, ognuno assistito da un grande Bodhisattva, giunsero nel mondo di Saha e presero posizione sotto degli alberi ingioiellati, altissimi, ricchi di fiori e frutti, ove sotto erano collocati dei troni di leone decorati con gemme. Ciascun Budda sedette a gambe incrociate su uno scranno.
Il Budda Shakyamuni, allo scopo di far sedere tutti i Budda che stavano giungendo, trasformò altri milioni di terre in posti immacolati e puri, senza inferni, spiriti affamati, animali e asura, il cui terreno era pianeggiante e coperto di lapislazzuli. Non vi erano grandi mari e fiumi, o maestose catene di monti, ma ciascuna terra era un'unica terra del Budda, splendente e pianeggiante.
Quando tutti i milioni di Budda si furono radunati, ciascuno seduto su un trono di leone, inviarono i loro emissari a rendere omaggio al Budda Shakyamuni. Ogni Budda porse al proprio attendente una manciata di fiori preziosi dando queste istruzioni: “Mio inviato, recati presso il Monte Gridhrakuta, nel luogo dove si trova il Budda Shakyamuni e parlagli così come ora ti dirò. Dirai: Non soffri di malattie, non sei afflitto da preoccupazioni? Stai bene e sei felice nello spirito e nel corpo? E i Bodhisattva e gli ascoltatori della voce stanno tutti bene e in pace? Quindi prenderai questi fiori preziosi e li spargerai sul Budda come offerta e dirai: Il Budda di cui sono l’inviato, vorrebbe assistere all’apertura di questa torre preziosa”
Tutti i Budda inviarono i loro emissari affinché parlassero in questo modo. A quel tempo il Budda Shakyamuni vide i Budda e, avendoli uditi esprimere tale desiderio, si alzò dal seggio e si librò a mezz’aria. Tutte le quattro categorie di credenti si alzarono, congiunsero le mani e rivolsero lo sguardo al Budda con mente devota.
Il Budda Shakyamuni, con le dita della mano destra, aprì allora la porta della torre dei sette tesori. Si udì un suono fortissimo provenire dall’interno, e subito tutti i membri dell’assemblea videro il Tathagata Molti tesori seduto su un trono di leone dentro la torre preziosa, il corpo integro e intatto, seduto come se fosse in meditazione.
In quel momento Molti tesori disse:
- Meraviglioso, Budda Shakyamuni. Hai predicato vigorosamente questo Sutra del Loto. Sono venuto qui per ascoltare questo sutra. -
Le quattro categorie di credenti, vedendo questa scena, con il Budda Molti tesori estinto oramai da milioni di Kalpa, gettarono mazzi di fiori celesti sopra Molti tesori e sopra il Budda Shakyamuni.
Allora il Budda Molti tesori offrì la metà del suo trono nella torre preziosa al Budda Shakyamuni, dicendo: “Budda Shakyamuni, siediti qui!” Immediatamente il Budda Shakyamuni entrò nella torre e occupò metà del trono, sedendo a gambe incrociate.
Allora il Budda Shakyamuni usò i suoi poteri sovrannaturali per sollevare nell’aria tutti i membri della grande assemblea: Con voce sonora si rivolse alle quattro categorie di credenti dicendo:
- Chi è capace di predicare diffusamente il Sutra del Loto della legge meravigliosa in questo mondo di saha? Ora è giunto il momento di farlo, perché tra breve il Tathagata entrerà nel Nirvana. Il Budda desidera affidare questo Sutra del Loto a qualcuno affinché possa essere preservato.-
Superiorità del Sutra del Loto
Così mi rivolgo alla grande assemblea: dopo la mia estinzione, chi darà protezione e sostegno, chi leggerà questo sutra?
Ora, al cospetto del Budda, si faccia innanzi e pronunci il suo voto! Questo Budda molti tesori benché si sia estinto da tempo in virtù del suo grande voto ruggisce come un leone.
Il Tathagata molti tesori, io stesso, le emanazioni del Budda tutti qui riuniti sappiamo che questo è il nostro scopo.
Tra voi, figli del Budda, chi proteggerà la legge?
Che costui pronunci il voto solenne di assicurare la sua perpetuazione!
Colui che è capace di custodire questo sutra così facendo, fa offerte a me e molti tesori.
Il Budda molti tesori che dimora nella torre preziosa si muove di continuo in tutte le dieci direzioni per amore di questo sutra. Colui che protegge questo sutra fa ugualmente offerte alle emanazioni del Budda qui giunte, che adornano e rendono splendidi tutti i vari mondi. Chi predica questo sutra potrà vedere me, il Tathagata molti tesori e le emanazioni del Budda. Tutti voi uomini devoti, considerate con grande attenzione.
Questo è un compito difficile: è opportuno dunque che voi pronunciate un voto solenne.
Gli altri sutra sono numerosi come le sabbie del Gange ma anche se voi li esponeste tutti non sarebbe un compito difficile.
Afferrare il monte Sumeru e scagliarlo oltre innumerevoli terre del Budda non è un compito difficile;
Usare il dito del piede per spostare mille milioni di mondi e calciarli lontano verso terre remote non è un compito difficile;
Stare nel cielo Vertice dell’Essere e predicare per il bene delle moltitudini innumerevoli altri sutra non è un compito difficile;
Prendere in mano il cielo e andare in giro portandoselo con sé non è un compito difficile;
Prendere l’immenso globo terrestre appoggiarlo su un unghia del piede e con questo ascendere al cielo di Bhrama non è un compito difficile;
Allorché arde l’incendio alla fine del Kalpa, caricare dell’erba secca sulla schiena e passare nel fuoco senza bruciare; non è un compito difficile.
Abbracciare questo forziere delle ottantaquattromila dottrine, delle dodici sezioni dei sutra e esporlo agli altri facendo acquisire agli ascoltatori i sei poteri sovrannaturali non è un compito difficile
Esporre la legge permettendo a milioni di esseri viventi pari alle sabbie del Gange di divenire degli arhat dotati di poteri sovrannaturali conferendo tali benefici;
Tutte queste cose non sarebbero un compito difficile.
Ma, dopo l’estinzione del Budda, in un’era malvagia, predicare questo sutra trascrivere e abbracciare questo sutra farlo trascrivere da altri esporlo anche solo ad una persona accettare, ascoltare questo sutra e porre domande sul suo significato onorare e abbracciare questo sutra ciò sarà davvero difficile!
Per amore della via del Budda in un numero infinito di terre dal principio fino a questo momento ho predicato ampiamente molti sutra ma fra tutti questi è il supremo. Chi lo sostiene starà sostenendo il corpo del Budda.
Quindi pongo nuovamente la domanda. Fra voi tutti, uomini devoti, dopo la mia estinzione, chi potrà accettare e sostenere leggere o recitare questo sutra? Ora, al cospetto del Budda, costui venga e pronunci il suo voto!
Se nelle generazioni future qualcuno leggerà questo sutra e lo sosterrà costui sarà un vero figlio del Budda che abiterà in una terra immacolata e buona. Se dopo l’estinzione del Budda qualcuno potrà capire il significato di questo sutra costui sarà l’occhio del mondo per gli dei e gli uomini. Se in quell’era tremenda qualcuno predicherà questo sutra anche per un solo istante costui sarà degno di ricevere offerte da tutti gli dei e gli uomini.
Cap. XII – Devedatta
Il veggente Asita
A quel tempo il Budda si rivolse ai Bodhisattva, agli esseri celesti e umani e alle quattro categorie di credenti e espone questo racconto.
Io ricordo quei Kalpa del passato quando, al fine di ricercare la legge, benché fossi il sovrano di un grande regno terreno, non desideravo soddisfare i cinque desideri ma suonai la campana e gridai nelle quattro direzioni:
- Chi possiede la Grande legge? Chi mi potrà spiegare il Grande Veicolo? Se me la esporrà sarò suo schiavo e servitore! –
A quel tempo si trovava li un veggente chiamato Asita che venne e annunciò a questo grande re:
- Io possiedo una legge meravigliosa e insondabile raramente conosciuta dal mondo. Se vorrai dedicarti alla pratica religiosa io la esporrò per te. –
Quando il re ebbe udito le parole del veggente il suo cuore si riempì di immensa gioia. Subito si accompagnò al veggente rifornendolo di qualsiasi cosa avesse bisogno. Raccoglieva legna, frutti, riso selvatico, porgendoli al momento giusto sempre con rispetto. Poiché nei suoi pensieri vi era la legge meravigliosa, mai vacillò nella mente e nel corpo. Per amore degli esseri viventi ovunque ricercò assiduamente la Grande Legge non curandosi mai di se stesso né di soddisfare i cinque desideri. Perciò il sovrano di un grande regno con un’assidua ricerca poté apprendere questa legge e alla fine conseguì la buddità come ora spiegherò a voi.
Il re ero io, e il veggente Devedatta.
Dopo che saranno passati innumerevoli Kalpa Devedatta conseguirà la Buddità e sarà chiamato Tathagata Re del cielo.
In epoche future, se uomini e donne devoti, udendo il capitolo Devedatta del Sutra del Loto, crederanno in esso e lo riveriranno con cuore puro, senza dubbi né perplessità, essi non cadranno mai nell’inferno, nel regno degli spiriti affamati o in quello degli animali ma nasceranno alla presenza del Budda e ovunque nasceranno potranno sempre udire questo sutra. Se nasceranno tra gli esseri celesti o umani godranno immensamente di meravigliosi piaceri; se verranno alla luce alla presenza di un Budda nasceranno per trasformazione da fiori di Loto.
Manjushri che emerge dall’oceano e la figlia del Re Drago
A quel tempo vi era un Bodhisattva seguace del Budda Molti Tesori, proveniente dalla regione inferiore, il cui nome era Accumulo di saggezza. Egli domandò al Budda Molti tesori:
Possiamo ritornare nella nostra terra d’origine?
Allora Shakyamuni rispose:
Aspetta ancora un momento. Qui c’è un Bodhisattva di nome Manjushri che dovresti incontrare. Discuti con lui la Legge meravigliosa.
A quel tempo Manjushri sedeva su un fiore di loto dai mille petali, grande come la ruota di un carro, emerso dal palazzo del re drago sul fondo dell’oceano e stava sospeso nell’aria. Procedendo verso il Picco dell’aquila scese dal fiore di loto e andò davanti ai due Budda, li onorò e poi si sedette al loro lato
Il Bodhisattva Accumulo di saggezza interrogò Manjushri dicendo:
Quando stavi nel palazzo del re drago quanti esseri viventi hai convertito?
Manjushri rispose:
Un numero immenso, impossibile da calcolare. Aspetta e ne avrai la prova.
Allora ecco che dall’oceano emersero un numero infinto di Bodhisattva ingioiellati, seduti su fiori di loto e Manjusri disse:
Ciò che vedi è il risultato dell’opera di insegnamento e conversione da me intrapresa nell’oceano. Quando dimoravo nell’oceano ho sempre esposto solo Il Sutra del Loto della Legge Meravigliosa.
Allora Accumulo di Saggezza chiese:
Ci sono esseri viventi che attraverso una pratica diligente e assidua di questo sutra sono stati in grado di conseguire rapidamente la buddità?
Manjushri ripose:
Si. La figlia del Re Drago, Sagara, che ha appena compiuto otto anni. La sua saggezza e profonda conosce le dottrine, è dotata di grande eloquenza e grande compassione per tutti gli esseri viventi, e ha raggiunto l’illuminazione suprema.
Allora Accumulo di Saggezza, perplesso, osservò:
Il Tathagata Shakyamuni ha portato avanti severe e difficili pratiche, e ha impiegato tanto tempo per raggiungere l’illuminazione. Non posso credere che questa fanciulla ci sia riuscita in così poco tempo.
Prima che Accumulo di Saggezza ebbe finito di parlare, ecco che davanti al Budda apparve all’improvviso la figlia del re Drago che si inchino al Budda Shakyamuni e lo lodò.
Shariputra allora le chiese:
Come è possibile che tu abbia raggiunto la buddità in così poco tempo? Occorre molto tempo, e tu per giunta sei una donna. Dunque come è possibile una cosa del genere?
Allora la fanciulla drago porse al Budda un gioiello, prezioso come mille milioni di mondi e rivolgendosi ad Accumulo di Saggezza e Shariputra, disse:
Ho offerto questo prezioso gioiello e l’Onorato del Mondo l’ha accettato: ciò non è forse accaduto rapidamente? Allora, avvaletevi dei vostri poteri sovrannaturali e guardate come conseguo la Buddità. Sarà cosa persino più rapida.
E così Shariputra e Accumulo di Saggezza videro la fanciulla trasformarsi nello spazio di un istante in un uomo, sedersi su un loto ingioiellato e predicare il Sutra del Loto. Tutta l’immensa assemblea ascoltò le sue parole, il mondo immacolato si scosse e tremò in sei modi diversi.
Shariputra e Accumulo di Saggezza, allora, credettero a queste cose e le accettarono.
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Cap. XIII - Esortazione alla devozione
A quel tempo, il Bodhisattva e Mahasattva re della medicina insieme al Bodhisattva Grande gioia della Predicazione, a ventimila Bodhisattva loro seguaci che li accompagnavano, cinquecento Arhat, ottomila novizi, la monaca Mahaprajapati e le seimila monache che la accompagnavano si alzarono e dissero:
- Onorato del mondo, non avere ulteriori preoccupazioni. Dopo la tua estinzione noi onoreremo, abbracceremo leggeremo, reciteremo, copieremo e predicheremo questo sutra, facendogli molte offerte.-
Allora il Budda predisse l’illuminazione anche a Mahaprajapati e Yashodara, non avendolo fatto fino a quel momento.
- Dopo l’estinzione del Budda in un’epoca di paura e di male noi predicheremo in lungo e in largo. Ci saranno molte persone ignoranti che ci malediranno e parleranno male di noi; ci attaccheranno con spade e bastoni ma noi sopporteremo tute queste offese. In quell’epoca malvagia ci saranno monaci di saggezza perversa, adulatori e sleali, che pretenderanno di aver conseguito ciò che non hanno conseguito, che saranno arroganti e presuntuosi. Oppure vi saranno monaci che vivono nelle foreste, eremiti vestiti di stracci rattoppati che pretenderanno di praticare la vera via e guarderanno con disprezzo il genere umano. Avidi di vantaggi materiali e sostegni predicheranno la legge ai laici vestiti di abiti bianchi e saranno rispettati e riveriti dal mondo quasi fossero arhat in possesso dei sei poteri sovrannaturali. Questo uomini con intenti maligni costantemente preoccupati delle questioni mondane usurperanno il nome di eremiti delle foreste e godranno nel denunciare le nostre mancanze lanciando accuse come queste: “questi monaci sono avidi di vantaggi e sostegni e perciò predicano dottrine non buddiste, compilano scritture apocrife per ingannare la gente del mondo.
Sperando di guadagnarsi fama e onori essi operano distinzioni quando predicano questo sutra.
Cercando costantemente di diffamarci nelle grandi assemblee si rivolgeranno ai sovrani, agli alti dignitari, ai brahmani e ai capifamiglia come pure agli altri monaci calunniandoci e parlando male di noi; diranno: Questi sono uomini dalle visioni distorte che predicano dottrine non buddiste! Ma dato che noi riveriamo il Budda sopporteremo tutti questi mali. Se anche ci diranno con scherno “Voialtri Budda!” noi sopporteremo e accetteremo tutte queste parole arroganti e sprezzanti. In un Kalpa turbolento, in un epoca malvagia, saranno molte le cose di cui aver paura. Demoni malvagi si impossesseranno di altre persone per farci maledire, ingiuriare e coprire di disonore. Ma noi, fidandoci rispettosamente del Budda, indosseremo l’armatura della perseveranza. Al fine di predicare questo sutra sopporteremo tutte queste difficoltà. Senza curarci dei nostri corpi e delle nostre vite avremo a cuore solo la via suprema. In epoche a venire proteggeremo a sosterremo quello che il Budda ci ha affidato. Questo deve sapere l’Onorato del Mondo. I monaci corrotti di quell’età turbolenta, non comprendendo gli espedienti usati dal Budda per predicare la legge nel modo più appropriato con sguardo arcigno ci copriranno di insulti; saremo esiliati più e più volte in luoghi molto lontani da torri e templi. Tutti questi diversi mali, tenendo a mente gli ordini del Budda noi li sopporteremo. Se nei villaggi e nelle città vi sono persone che ricercano la Legge, noi andremo ovunque si trovino e predicheremo la legge che il Budda ci ha affidato. Saremo gli inviati dell’Onorato del Mondo e affronteremo le moltitudini senza paura. Predicheremo abilmente la legge perché desideriamo che il Budda riposi tranquillo. In presenza del Budda Shakyamuni e dei Budda che si sono riuniti dalle dieci direzioni, pronunciamo questo voto. Il Budda deve conoscere le intenzioni dei nostri cuori.
Cap. XIV - Pratiche pacifiche
A quel tempo Manjushri disse al Budda:
- Onorato del mondo, come dovrebbero comportarsi i Bodhisattva e Mahasattva per predicare questo sutra nell’epoca malvagia che seguirà? -
Il Budda allora disse:
Essi dovranno attenersi a quattro regole.
Per prima cosa dovranno attenersi alle pratiche e alle frequentazione appropriate dei Bodhisattva. Dovranno quindi essere perseveranti, gentili, affidabili, mai violenti né interiormente turbati, e rispetto ai fenomeni non compiere alcuna azione ma osservare la vera entità di essi senza agire o operare distinzioni.
Per quel che riguarda le frequentazioni, non bisogna frequentare intimamente governanti, principi, ministri o altri funzionari. Non bisogna frequentare intimamente coloro che praticano sport e passatempi violenti, i non buddisti, i brahmani o i giainisti né coloro che scrivono libri eretici o sostengono eresie, monaci che violano i precetti, arhat tali soltanto di nome, monache che si compiacciono di facezie e risate; non bisogna frequentare i Lokayata o gli ante - Lokayata. Non bisogna dedicarsi a passatempi brutali, pugilato o lotta né frequentare attori o altre persone dedite a generi di intrattenimento illusori, i chandala, le persone che allevano maiali, pecore, pollami o cani, le persone che cacciano, pescano, o praticano altre attività malvagie. Nel caso che tali persone vadano da lui allora egli potrà predicare la legge per loro, ma senza aspettarsi nulla in cambio. Inoltre non deve frequentare monaci, monache, laici e laiche che cercano di diventare ascoltatori della voce, né discutere con loro o recarsi a visitarli. Non deve restare con loro nella stessa stanza o nel luogo dove fanno esercizi o nella sala delle lezioni né deve partecipare alle loro attività. Nel caso che costoro dovessero recarsi da lui egli potrà predicare la legge in modo appropriato alle circostanze, ma senza aspettarsi nulla in cambio.
Quando il Bodhisattva o il mahasattva predica le legge alle donne, deve farlo in modo da non far sorgere in loro desideri né deve provare piacere nel vederle. Se deve entrare nella casa di un'altra persona non dovrà chiaccherare con le altre fanciulle, con le donne non sposate o le vedove. Egli non deve neanche accostarsi ai cinque tipi di uomini privi di virilità né intrattenere con loro rapporti troppo stretti. Non deve entrare da solo nella casa di un’altra persona. Se per qualche ragione fosse costretto a farlo, concentri tutta la sua mente sul Budda. Se deve predicare la legge per una donna non mostri i denti sorridendo né lasci vedere il torace; non deve avere alcun rapporto intimo con lei, neanche per amore della legge, tantomeno per qualsiasi altro scopo.
Egli non deve provare piacere a educare discepoli adolescenti shramanera o bambini e non deve gradire di condividere con loro lo stesso maestro.
Egli deve sempre preferire il sedere in meditazione in luogo tranquillo imparando a placare la mente.
Manjushri, queste sono le cose cui deve accostarsi prima di tutto.
Poi il Bodhisattva o il Mahasattva dovrebbe considerare tutti i fenomeni come vuoti riconoscendo in ciò la loro vera entità. Essi non si capovolgono, non si muovono, non regrediscono, non ruotano. Sono come lo spazio vuoto, privi di natura propria, al di là della portata delle parole. Essi non nascono, non emergono, non sorgono. Sono privi di nome, privi di forma, privi di essenza. Sono privi di volume, privi di limiti, privi di ostacoli, privi di barriere. Soltanto in virtù di cause e condizioni essi esistono, vengono a essere capovolti e a nascere. Dal disordine derivano le distinzioni, che i fenomeni esistono e non esistono, che sono reali o irreali, che nascono, che non nascono.
Se dopo la mia estinzione i monaci seguiranno queste pratiche e queste frequentazioni allora quando predicheranno questo sutra saranno privi di timore e timidezza.
Questo è il primo gruppo di regole.
Inoltre non si compiaccia di parlare degli errori di altre persone o delle scritture. Non mostri disprezzo per altri maestri della legge, non parli dei pregi e difetti altrui. Riguardo agli ascoltatori della voce, non faccia il loro nome quando ne enumera le mancanze o ne loda le qualità. Non permetta che la sua mente sia piena di odio e risentimento. Dato che egli sa coltivare una tale mente serena, chi lo ascolta non si opporrà alle sue idee. Se gli verranno poste domande difficili egli non deve replicare con la legge del Piccolo Veicolo; tratti le questioni con la saggezza del Grande veicolo, così che le persone siano in grado di acquisire la saggezza onnicomprensiva.
Inoltre, se desiderate predicare questo sutra, non nutrite gelosia, adulazione o inganno. Non disprezzate né offendete coloro che studiano la via del Budda e non mettete in luce i loro limiti. Se vi saranno monaci o laici che cercheranno la via del Budda, non bisognerà turbarli causando in loro dubbi o rimpianti col dire: “Siete molto lontani dalla via e alla fine non riuscirete mai a conseguire la saggezza onnicomprensiva. Siete persone autoindulgenti e ostinate che trascurano la via!”
Non dovete mai impegnarvi in dibattiti frivoli sulle diverse dottrine, né litigare in merito ad esse.
Nei confronti di tutti gli esseri viventi dovete sempre pensare a loro con grande compassione. Nei confronti del Tathagata dovete pensare a loro come padri premurosi. Nei confronti dei Bodhisattva dovete pensare loro come grandi maestri. Dovete predicare la legge in modo equanime. Il fatto che una persona si conformi alla legge non significa dover modificare la durata della predicazione. Anche di fronte a coloro che mostrano un grande amore per la legge non si dovrebbe parlare a lungo.
Manjushri se nell’ultima era che seguirà allorché la legge sarà sul punto di perire, vi saranno Bodhisattva e Mahasattva che coltivano questo terzo gruppo di pratiche pacifiche allora quando predicheranno questa legge saranno liberi da ansie e confusioni e troveranno buoni discepoli insieme ai quali leggere e recitare questo sutra. Essi raduneranno attorno a se un grande numero di persone desiderose di ascoltare e che dopo abbracceranno e reciteranno questo sutra, e dopo averlo recitato lo predicheranno e lo copieranno e lo faranno copiare ad altri, offriranno doni ai rotoli del sutra trattandoli con rispetto e lode.
Benefici dei devoti del Sutra del Loto. E liberaci dal male oscuro.
Manjushri nell’era che seguirà i devoti del Sutra del Loto dovranno avere una profonda compassione per tutti i credenti e verso coloro che ancora non sono Bodhisattva e pensare dentro di sé: “Queste persone non ascoltano; non conoscono non si rendono conto, non domandano e non capiscono, ma quando avrò conseguito l’illuminazione perfetta mi avvarrò dei miei poteri sovrannaturali e del potere della saggezza per avvicinarli a me e farli dimorare in questa legge.
Manjushri dopo l’estinzione del Tathagata chi seguirà questi 4 gruppi di regole non commetterà errori nella predicazione della legge. Monaci, laici, governanti, persone comuni e brahmani porgeranno loro offerte e li riveriranno. Le divinità per ascoltare la legge li seguiranno ininterrottamente dal cielo e avranno cura di loro. Se si troveranno in un villaggio o in una città, o in un luogo isolato, delle persone li avvicineranno per porgere loro domande difficili. Gli esseri celesti giorno e notte li proteggeranno e li difenderanno per amore della legge e faranno gioire tutti gli ascoltatori. Perché?
Perché questo sutra è protetto dai poteri sovrannaturali di tutti i Budda del passato, del presente e del futuro.
Immaginate un potente re che fa girare la ruota. I suoi soldati si sono distinti in battaglia ed egli li ricompensa con tanti doni, elefanti, cavalli, carri, ornamenti, campi, case, territori e città, schiave ricchezze e beni vari. Ma egli non dona a nessuno il gioiello che porta in cima al capo perché se lui lo cedesse provocherebbe costernazione e allarme tra i sudditi.
Ma se qualcuno compie un impresa coraggiosa e difficile e si distingue in modo assolutamente grandioso, allora il re gli dona il gioiello che non era mai stato donato a nessuno.
Così fa il Budda. Egli dona agli uomini la meditazione, l’emancipazione, radici libere da illusioni e fa anche dono della città del Nirvana e dice che essi hanno conseguito l’estinzione. Ma non predica loro il Sutra del Loto.
Questo Sutra del Loto può far conseguire agli esseri viventi la saggezza onnicomprensiva. Nel mondo dovrà fronteggiare molte ostilità e sarà difficile credervi. Non è stato predicato finora, ma io adesso lo predico.
Manjushri, questo sutra è il supremo tra tutti quelli che sono stati predicati dai Tathagata, il più profondo, e viene esposto per ultimo, nello stesso modo in cui il potente re donò in ultimo lo splendido gioiello che aveva custodito per tanto tempo.
Manjushri questo Sutra del Loto è il tesoro segreto dei Budda, dei Tathagata. Fra tutti i Sutra gli spetta il posto più alto.
Per tutta la lunga notte io l’ho custodito e protetto e non l’ho mai propagato incautamente. Tuttavia oggi per la prima volta lo espongo a vostro beneficio.
Chiunque legga questo sutra sarà sempre libero da angosce e preoccupazioni come pure sarà esente da malattie e dolori; la sua espressione sarà fresca e splendente. Non nascerà in miseria in umili o cattive condizioni. Gli esseri viventi saranno lieti di vederlo e lo venereranno come un saggio o un santo. I giovani figli del cielo lo assisteranno e lo serviranno. Spade e bastoni non lo toccheranno e il veleno non avrà il potere di nuocergli. Se la gente parlerà male di lui e lo ingiurierà le loro bocche verranno serrate e fermate. Andrà per ogni dove senza paura come il re leone. La sua saggezza brillerà come lo splendore del sole; anche nei sogni egli vedrà solo cose meravigliose.
Vedrà i Tathagata assisi su troni di leone, circondati da una moltitudine di monaci mentre predicano la legge. Egli vedrà draghi, spiriti, asura e altri, numerosi come le sabbie del Gange che giungono le mani con riverenza. Egli vedrà Budda dal corpo dorato emettere raggi innumerevoli che illuminano tutte le cose e con voce di Bhrama esporre le dottrine. Egli ascolterà la legge, ne gioirà e tributerà offerte. Otterrà la dharani e la prova della saggezza che non regredisce. Vedrà se stesso in mezzo a montagne e foreste praticare la buona legge, comprendere la vera entità di tutti fenomeni entrare in profonda meditazione e vedere i Budda delle dieci direzioni. Budda dal colorito aureo, adorni dei cento sogni di fortuna, persone intente ad ascoltare la legge e predicarla alle genti: tali saranno i bei sogni che farà.
E sognerà di essere un re, che rinunciando ai suoi beni e ai suoi servitori ai magnifici squisiti oggetti dei cinque desideri si ritira nel luogo dell’illuminazione e sotto l’albero della Bodhi prende posto su un trono di leone; trascorsi sette giorni nella ricerca della via ottiene infine la saggezza del Budda. Avendo realizzato la via suprema egli si alza e mettendo in moto la ruota della legge, predica la Legge per le quattro categorie di credenti per milioni di kalpa. Infine entrerà nel Nirvana come il fumo che svanisce quando si spegne una lampada.
Chi predicherà questa legge suprema nell’era malvagia che seguirà otterrà grandi benefici, immensi come quelli descritti fin qui.
Cap. XV - Emergere dalla terra
A quel tempo i Bodhisattva e i mahasattva giunti dalle terre delle altre direzioni superiori in numero alle sabbie di otto Gange, si alzarono in mezzo alla grande assemblea, giunsero le mani e si inchinarono in segno di reverenza dicendo al Budda:
- Onorato del mondo, se nelle epoche a venire ci consentirai di proteggere recitare, copiare e fare offerte con diligenza e sincerità a questo sutra nel mondo di saha noi lo diffonderemo ampiamente da un capo all’altro della terra.-
Allora il Budda rispose:
- Desistete, uomini devoti! Non c’è bisogno che voi proteggiate questo sutra, perché in questo mondo di saha ci sono Bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le sabbie di sessantamila Gange e ciascuno con un seguito altrettanto numeroso. Dopo la mia estinzione queste persone sapranno proteggere, leggere recitare e predicare questo sutra.-
Quando il Budda ebbe terminato queste parole il suolo di milioni di paesi nel mondo di saha tremò e si aprì e ne emersero milioni di Bodhisattva e mahasattva di colorito aureo, dotati dei trentatadue segni e che rifulgevano di un fulgore immenso. Fino ad allora avevano dimorato nello spazio vuoto al di sotto del mondo di saha, ma nell’udire la voce del Budda Shakyamuni emersero dal basso.
Ciascuno di loro era seguito da una moltitudine immensa, pari a migliaia di volte i granelli di sabbia del Gange. Una volta emersi dalla terra si avvicinarono alla torre preziosa e si disposero ai lati. Il Budda Shakyamuni rimase in silenzio per cinquanta piccoli Kalpa, un tempo che, ai presenti, sembrò durare solo mezza giornata. Le quattro categorie di credenti, allora, in virtù dei loro poteri sovrannaturali, videro questi miliardi di Bodhisattva riempire il cielo. Fra questi Bodhisattva vi erano 4 guide, chiamati Pratiche superiori, Pratiche illimitate, Pratiche pure, e Pratiche salde. Essi erano le guide supreme, i maestri dell’intero gruppo. Dissero allora al Budda:
- Onorato dal mondo, sei a tuo agio, con poche malattie e preoccupazioni? Istruisci e converti gli esseri viventi e costoro recepiscono i tuoi insegnamenti? Lo sforzo non ti affatica?-
E il Budda rispose:
- Sto bene, gli esseri viventi vengono convertiti e lo sforzo non mi affatica. Questo perché in passato, era dopo era, gli esseri viventi hanno ricevuto costantemente la mia istruzione e hanno riverito e fatto offerte ai Budda del passato, piantando diverse buone radici. Così, quando questi esseri mi vedono per la prima volta e ascoltano la predicazione, vi credono immediatamente e accedono alla saggezza onnicomprensiva, con l’eccezione di coloro che hanno studiato il piccolo veicolo. Ma ora anche a queste persone farò ascoltare questo sutra e le farò accedere alla saggezza del Budda.-
Allora i Bodhisattva li presenti, e Maitreya, pensarono tra se che non avevano mai visto un simile numero di Bodhisattva emergere dalla terra e trovarsi al cospetto dell’Onorato dal mondo. E Maitreya chiese:
- Onorato dal mondo, non avevo mai visto una simile moltitudine di Bodhisattva. Io ho viaggiato di continuo di terra in terra ma non ho mai visto una cosa simile e tra di loro non c’è una sola persona che io conosca. Dimmi, quindi, da dove sono venuti? Chi predicò loro la legge? Chi li istruì, chi li convertì e li portò a questa condizione? Quale sutra abbracciano e praticano?
- Io li ho convertiti ed istruiti, Maitreya, sono figli miei, che dimorano in questo mondo svolgendo continuamente le pratiche dhura. Essi vivono sotto al mondi di saha perché evitano la gente e trovano piacere nella solitudine. Essi sono tutti miei figli. -
A quel punto, udendo queste parole, Maitreya e gli altri Bodhisattva furono presi da dubbi e perplessità e chiesero:
- Onorato del mondo, come è possibile che tu abbia potuto convertire così tante persone in così poco tempo. Da quando conseguisti l’illuminazione sono passati 40 anni e non è possibile che tu abbia potuto convertire miliardi e miliardi persone.-
Il Beato disse allora a Maitreya:
- Molto bene Maitreya, è una questione importante quella che tu mi hai posto. Pertanto, figli di nobili schiatta, siate concentrati e fermi ai vostri posti, voi e tutta la moltitudine di Bodhisattva. Vi mostrerò la visione della conoscenza del Tathagata, l’azione del Tathagata, la maestà del Tathagata, le sue gesta e il suo avanzare. Oggi state per ascoltare una dottrina mai udita prima, profonda, che va oltre il ragionamento e oltre la logica.-
CAP XVI - Durata della vita del Tathagata
Vita eterna del Budda
Allora il Budda parlò ai Bodhisattva e a tutta la moltitudine.
Uomini devoti, dovete credere alle cose che sto per dirvi. Una legge che mai fu udita in passato adesso potrà essere udita.
Ascoltate attentamente….
Gli dei, gli uomini e gli asura di tutti i mondi credono che l’attuale Budda Shakyamuni, dopo aver lasciato il palazzo degli Shakya si sia seduto nel luogo dell’illuminazione non lontano dalla città di Gaya e là abbia conseguito l’illuminazione suprema e definitiva. Invece, da quando ho realmente conseguito la buddità sono passati innumerevoli milioni di milioni di nayuta di kalpa. Il tempo trascorso, in verità, non è neanche concepibile da una mente umana.
Immaginate che qualcuno riduca in polvere miliardi e miliardi di milioni di mondi e che poi, muovendo verso oriente lasci cadere una particella di piovere ogni volta che abbia superato un milioni di miliardi di mondi e immaginate che prosegua nel suo cammino finché non abbia esaurito tutte le particelle di polvere. E’ possibile concepire o calcolare il numero di tutti questi mondi? Immaginate che tutti questi mondi, sia quelli che hanno ricevuto una particella di polvere sia quelli che non l’hanno ricevuta, vengano a loro volta ridotti in polvere e immaginate che ogni particella di polvere rappresenti un kalpa. Il tempo trascorso da quando ho conseguito la Buddità supera di miliardi e miliardi di kalpa questo termine.
Da allora ho sempre dimorato qui, nel mondo di saha, predicando la legge, istruendo e convertendo. Inoltre ho anche guidato e beneficiato gli esseri viventi di centinaia, migliaia, decina di migliaia, milioni, miliardi di altre terre. Sono sempre qui a predicare la legge.
Io non mi estinguo. La lunghezza della mia vita è senza misura ed esisto da sempre.
Sono sempre qui, ma grazie ai miei poteri sovrannaturali faccio in modo che gli esseri viventi obnubilati non mi vedano neanche quando sono vicino.
Durante tutto questo tempo ho parlato del Budda Fiaccola ardente e di altri, spiegando anche che entrarono nel nirvana. Tutte queste cose le ho narrate come espedienti. Uomini devoti, quando gli esseri viventi vengono a me, io percepisco con l’occhio del Budda se la loro fede e le loro altre facoltà sono acute o deboli; quindi, secondo le loro capacità di salvezza appaio in luoghi diversi, predicando con nomi differenti e dico quanto durerà la mia vita.
Talvolta, quando compaio, dico che entrerò nel Nirvana, e utilizzando diversi espedienti espongo la legge mistica e meravigliosa facendo nascere una gran gioia nel cuore delle persone.
Il Tathagata, vedendo che tra gli esseri viventi vi sono individui con scarse virtù e molte impurità, che aspirano a una piccola legge, a beneficio di tali persone racconta di aver lasciato la famiglia in gioventù e di aver conseguito l’illuminazione. Ma in verità il tempo trascorso da quando ho conseguito la buddità è estremamente lungo, come vi ho detto. Io faccio uso di questi espedienti semplicemente per istruire e convertire gli esseri viventi e farli accedere alla via del Budda.
Uomini devoti, i sutra esposti dal Tathagata hanno tutti lo scopo di salvare ed emancipare gli esseri viventi. Talvolta parlo di me stesso, talvolta di altri; talvolta presento me stesso, talvolta altri; talvolta mostro le mie azioni, talvolta quelle di altri. Tutto ciò che predico è vero, non falso.
Perché faccio questo? Il Tathagata percepisce il vero aspetto del triplice mondo esattamente come è. Non vi è nascita né morte, non vi è esistenza in questo mondo né estinzione. Non è reale né illusorio, non è così né diverso. Non è così che viene percepito da coloro che vi dimorano. Il Tathagata vede chiaramente queste cose senza il minimo errore.
Poiché gli esseri viventi hanno nature diverse, desideri diversi, diversi comportamenti e diversi modi di pensare e di giudicare, desiderando che piantino buone radici, ho predicato diverse dottrine e ho utilizzato una grande varietà di cause e condizioni, similitudini, parabole e frasi.
Io non ho tralasciato l’opera del Budda nemmeno per un solo istante.
Così, da quando ho conseguito la buddità, è trascorso un tempo estremamente lungo. La mia vita dura da miliardi e miliardi di anni e durante tutto questo periodo io sono sempre vissuto qui e la mia vita non si è mai estinta.
Io non mi estinguo mai, e quando annuncio la mia estinzione si tratta solo di un espediente usato per istruire e convertire gli esseri viventi.
Perché faccio questo? Perché se rimanessi a lungo nel mondo, le persone di scarse virtù non sarebbero in grado di piantare buone radici e, vivendo in miseria e povertà, svilupperebbero l’attaccamento ai cinque desideri e cadrebbero preda di pensieri e immagini illusori. Se vedessero che il Tathagata è sempre presente nel mondo e non conosce estinzione diverrebbero arroganti ed egoiste oppure si scoraggerebbero e diverrebbero negligenti. Non potrebbero capire quanto sia difficile incontrare il Budda e non si avvicinerebbero a lui con rispetto e deferenza. Perciò, utilizzando un espediente, il Tathagata afferma: “Monaci sappiate che è raro vivere in un’epoca in cui un Budda appare nel mondo”. Quando le persone odono queste parole, comprendendo quanto sia difficile incontrare il Budda, nel cuore nutriranno l’ardente desiderio di vedere il Budda e allora pianteranno buone radici.
Quando le moltitudini vedono la mia estinzione per ogni dove fanno offerte alle mie reliquie. Tutti nutrono pensieri nostalgici e i loro cuori anelano vedermi. Le radici di merito prodotte dalla concentrazione sui Tathagata saranno loro di benessere, utilità e vantaggio per lungo tempo.
Quando gli esseri viventi diventano devoti credenti, dall’animo retto e sincero e desiderano vedere il Budda anche a costo della vita, allora io e l’assemblea dei monaci appariamo insieme sul picco dell’aquila.
E’ solo allora che io faccio il avvento e predico loro la Legge, e dico loro che sono sempre qui, che non mi estinguo mai.
Questo è il mio metodo di insegnamento, figli di nobile schiatta, e se parlo in tal modo, non vi è falsità da parte mia.
La parabola del bravo medico
Il Budda è come un bravo medico saggio ed esperto che sa preparare le medicine per curare qualsiasi malattia. Egli ha molti figli, e un giorno si reca in un paese lontano per occuparsi di certi affari. Dopo che egli si allontanò i figli bevvero un veleno che li fa spasimare dal dolore e li fa cadere a terra agonizzanti. A quel tempo il padre torna a casa e scopre che i figli hanno bevuto il veleno. Alcuni sono completamente fuori di sé, mentre altri non lo sono. Vedendo il padre che è tornato da lontano, tutti i figli si rallegrano si inginocchiano e lo implorano: “Quanto siamo felici che tu sia tornato sano e salvo. Siamo stati stupidi e per errore abbiamo bevuto del veleno. Ti preghiamo di curarci e di farci vivere ancora!”
Il padre, vedendo i figli così sofferenti, prepara varie ricette, raccoglie buone erbe medicinali, tutte perfette nel colore, nell’aroma e di sapore gradevole, le macina, le setaccia e le miscela insieme. Ne dà una dose ai figli dicendo loro “Questa è una medicina molto efficace, perfetta nel colore, nell’aroma e di sapore gradevole. Prendetela e sarete presto guariti dai vostri dolori e liberi da qualsiasi malattia”.
I figli che non hanno perso il senno capiscono che si tratta di una buona medicina, la prendono e guariscono subito da tutti i mali. Coloro che invece non sono più in sé sono ugualmente felici di vedere il padre che è tornato e lo implorano di curarli ma quando viene data loro la medicina rifiutano di prenderla, perché il veleno è penetrato profondamente ad essi hanno perduto il senno.
Allora il padre, pensa tra sé:
- Questi figli hanno delle idee sbagliate per via dell’intossicazione e non accettano il rimedio; devo escogitare un espediente -
Dopo aver riflettuto a lungo ha un’idea e dice loro: “Sappiate che oramai sono vecchio ed esausto e l’ora della mia morte è giunta. Adesso lascerò qui questa buona medicina. Prendetela e vi guarirà”.
Dopo aver dato queste istruzioni si reca in un altro paese da cui invia un messaggio che annuncia “Vostro padre è morto”. Allora i figli, sentendo che il loro padre è morto abbandonandoli, provano un immenso dolore e pensano: “Se nostro padre fosse vivo avrebbe pietà di noi e ci proteggerebbe. Ma ora egli ci ha lasciato ed è morto in qualche terra lontana. Siamo orfani, senza difese, e non abbiamo nessuno su cui contare”. Tormentati di continuo da questi pensieri alla fine i figli ritornano in sé e capiscono che in effetti la medicina è ottima per colore aroma e sapore. Così la bevono e guariscono da tutti i dolori. Il padre, udendo che i figli sono guariti, torna immediatamente a casa e riappare davanti a loro.
Uomini devoti qual è la vostra opinione? Si può affermare che questo bravo medico sia colpevole di menzogna?
- No Onorato dal mondo. -
Lo stesso vale per me, disse il Budda. Sono trascorsi miliardi di Kalpa da quando ottenni la buddità ma utilizzando il potere degli espedienti annuncio la mia estinzione.
La pura terra del Budda rimane sempre illesa
Questi sono i miei poteri sovrannaturali.
Quando gli esseri viventi assistono alla fine di un kalpa e tutto arde in un grande fuoco, questa, la mia terra, rimane salva e illesa, costantemente popolata di dei e uomini.
Le sale e i palazzi nei suoi giardini e nei suoi boschi sono adornate di gemme di varia natura. Alberi preziosi sono carichi di fiori e di frutti e là gli esseri viventi sono felici e a proprio agio. Gli dei suonano tamburi celesti creando un incessante sinfonia di suoni. Boccioli di mandarava piovono dal cielo posandosi sul Budda e sulla moltitudine. La mia pura terra non viene distrutta, eppure gli uomini la vedono consumarsi nel fuoco: ansia, paura e altre sofferenze predominano ovunque. Questi esseri viventi con molte colpe, per il karma creato dalle loro azioni malvagie trascorrono miliardi di kalpa senza udire il nome dei tre tesori. Ma coloro che praticano vie meritorie, che sono gentili, miti, onesti e retti, tutti loro mi vedranno qui, in persona, intento a predicare la legge. In certe occasioni io spiego a queste moltitudini la Legge meravigliosa e la durata della vita del Budda.
Non dubitate di ciò. Abbandonate ogni dubbio una volta per tutte.
Io sono il padre di questo mondo che salva coloro che sono afflitti e soffrono. E questo è il mio pensiero costante: come posso far si che tutti gli esseri viventi accedano alla via suprema e acquisiscano la Buddità?
Cap. XVII - Distinzione dei benefici
A quel tempo il Budda disse a Maitreya:
Maitreya, quando ho descritto la vita del Tathagata annunciando che dura da un tempo così infinitamente lungo, esseri viventi pari a miliardi di volte le sabbie del Gange hanno percepito la verità della non nascita e non morte di tutti fenomeni; un numero di Bodhisattva ancora maggiore hanno ottenuto la dharani che permette loro di ricordare tutto ciò che odono; ancora di più sono quelli che hanno acquistato l’eloquenza per predicare le dottrine in modo piacevole e senza impedimenti; e molti altri sono divenuti capaci di far girare la ruota della Legge che non regredisce; e altri di far girare la pura ruota della Legge; e Bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le particelle di polvere di ottomila mondi hanno ottenuto la certezza che otterranno la Buddità dopo alcune rinascite.
Al pronunciare di questo annuncio dal cielo piovvero fiori di mandarava che si depositarono sui milioni di Budda seduti sui troni di leone sotto gli alberi ingioiellati; e si sparsero anche sul budda Shakyamuni e sul Budda Molti tesori. Dal cielo piovve una finissima polvere di sandalo e aloe e nell’aria risuonarono i tamburi celesti emettendo suoni meravigliosi che echeggiavano a grande distanza. Piovvero anche vesti celesti di mille varietà, collane di gemme e perle e in incensieri incastonati di gioielli ardevano incensi preziosissimi la cui fragranza permeava ogni luogo, come offerta rivolta alla grande assemblea.
L’Onorato dal mondo proseguì:
Maitreya, gli esseri viventi che hanno udito che la durata della vita del Budda è tanto lunga e sono in grado di credere e comprendere anche per un solo istante, otterranno benefici illimitati, tali che conoscere questi benefici va al di là delle capacità di calcolo di qualsiasi similitudine o parabola. Queste persone accetteranno questo sutra con gratitudine e diranno:
“E’ nostro desiderio avvalerci nelle epoche future delle nostre lunghe vite per salvare gli esseri viventi. Proprio come oggi l’onorato dal mondo, il re degli Shakya, ruggisce come un leone nel luogo dell’illuminazione predicando senza paura la legge, così possiamo noi, nelle epoche a venire, onorati e riveriti da tutti, assisi nel luogo dell’illuminazione, descrivere allo stesso modo la durata della nostra vita”.
Essi vedranno il Budda dimorare costantemente sul monte Gridhrakuta, intento a predicare la Legge, circondato dai grandi Bodhisattva e dalla moltitudine degli ascoltatori della voce. Essi vedranno anche questo mondo di saha, il suo suolo di lapislazzuli, l’oro che delimita le otto vie maggiori, i filari di alberi ingioiellati, le terrazze, le torri e i Bodhisattva che vi risiedono.
Questi sono i benefici di chi crederà alla durata della mia vita. Tanto maggiori saranno allora se una persona ascolta per esteso questo sutra o lo fa ascoltare ad altri, lo copia personalmente o lo fa copiare ad altri, offre fiori, incenso, collane, vessilli, stendardi, baldacchini di seta, lampade a olio fragrante, o burro raffinato come offerta ai rotoli del sutra. I meriti di tale persona saranno incommensurabili, illimitati, tali da ispirare in lui la saggezza onnicomprensiva.
Non c’è bisogno che questi uomini e donne devoti erigano templi e torri per amor mio e costruiscano monasteri e facciano i quattro tipi di offerte alla comunità dei monaci. Questo perché chi riceve, abbraccia, legge o recita questo sutra ha già eretto torri, fatto offerte e costruito monasteri, per innumerevoli, milioni di kalpa. Ha già usato il sandalo rosso per costruire trentadue saloni alti come otto alberi di tala in grado di accogliere migliaia di monaci, giardini, boschetti, stagni, laghetti, prati per gli esercizi, grotte per la meditazione, abiti cibi bevande stuoie e altri generi di conforto che vi abbondano.
Le loro virtù saranno al di sopra di tutto, incommensurabili, senza limite, come è incommensurabile il cielo sconfinato.
Nel luogo dove risiede una simile persona, o dove ella cammina siede o giace o declama un singolo verso di questo sutra, là devi erigere una torre a tributargli offerte.
Tali persone ricevono il Tathagata sulla loro testa, sono strumenti del Budda, che costantemente cammina, siede e giace accanto a lui.
Cap. XVIII - I benefici di chi risponde con gioia
Allora Maitreya disse al Budda.
Onorato dal mondo, quali sono i benefici di chi udendo questo sutra, lo accetterà?
E il Budda rispose:
Maitreya, immagina che dopo la mia estinzione qualcuno dopo aver udito questo sutra, lo accetti. Che poi lo esponga a beneficio dei genitori parenti amici e conoscenti. E immagina che costoro, dopo averlo udito, lo trasmettano ad altri. E che queste persone lo trasmettano ad altre ancora fino alla cinquantesima persona. Vuoi sapere quali benefici otterrà questa cinquantesima persona? Ecco.
Immagina un grande benefattore che distribuisca beni di ogni tipo a moltitudini innumerevoli, oro argento, gemme, lapislazzuli, elefanti, carri, palazzi, e ogni cosa che ciascuno desidera. Quando queste persone sono diventate vecchie il benefattore espone loro la legge del Nirvana e così ciascuno diventa un arhat dotato dei sei poteri sovrannaturali, dei tre tipi di comprensione, e delle otto emancipazioni. La cinquantesima persona che ascolterà anche un solo verso del sutra del Loto otterrà benefici di gran lunga superiori che non possono essere descritti neanche con similitudini o parabole.
E chi farà conoscere questo sutra ad altri nascerà senza malattie, e nelle esistenze a venire fra esseri celesti e umani, otterrà meravigliosi elefanti, cavalli, carri, palanchi ingioiellati e ascenderà ai palazzi celesti.
Quanto maggiori saranno i benefici, poi, se uno ascolta con mente concentrata, lo espone, ne chiarisce il significato e lo pratica come il sutra insegna: i benefici di questa persona non conoscono limiti.
Cap. XIX - I benefici del maestro della legge
Invece, coloro che predicano questo sutra otterrà gli ottocento benefici degli occhi, con cui vedrà tutti tremila mondi, le loro parti esterne e interne, il loro monte Meru, il monte Sumeru, le montagne della Corona di Ferro, le acque dei grandi oceani, i fiumi e i ruscelli, giù in basso fino all’inferno Avichi e su in alto fino alla sommità dell’essere. E là in mezzo vedrà tutti gli esseri viventi.
Sebbene non abbia ottenuto ancora gli occhi celesti tale sarà il potere dei suoi occhi naturali.
Con le orecchie potrà udire il suono dei tremila mondi; potrà udire il suono di un canto puro e bello senza nutrirvi attaccamento; potrà udire tutti i tipi di voci umane e le voci degli esseri celesti. Dalle tormentate moltitudini dell’inferno potrà udire le urla di sofferenza, i gemiti dei demoni, ma egli dimorerà sicuro in tutto questo, udendo queste voci da lontano senza mai danneggiare le facoltà uditive.
Sebbene non abbia ottenuto ancora le orecchie celesti tale sarà il suo potere naturale.
Con il naso potrà sentire qualsiasi tipo di odore e da esso potrà distinguere gli uomini dalle donne, capire i pensieri della gente, saprà predire se il figlio di una donna incinta sarà maschio o femmina, se la gravidanza avrà buon esito o no, se una persona pratica bene o no.
Anche le facoltà della sua lingua saranno pure. Non sentirà gusti sgradevoli e avrà una voce pura e meravigliosa. Predicherà la legge in assemblea e tutti ne gioiranno.
Il suo corpo sarà perfetto.
La mente sarà pura, priva di difetti o contaminazioni. Udendo anche un singolo verso comprenderanno innumerevoli principi e potranno predicarli gradualmente in accordo con la legge, per un mese, quattro mesi, un anno. Mediteranno su innumerevoli principi, predicheranno la legge in un incalcolabile numero di modi e non commetteranno dimenticanze né errori, perché sostengono il Sutra del Loto. Conoscendo le caratteristiche di tutti i fenomeni ne discerneranno la successione secondo i principi e padroneggiando nomi e parole esporranno e spiegheranno le cose come le hanno comprese.
Fintanto che queste persone sosterranno questo sutra, dimoreranno sicure in una terra rara, da tutti gli esseri viventi apprezzate amate e rispettate, capaci di impiegare mille, diecimila varietà di parole adatte e opportune per compiere distinzioni, esporre e predicare: questo perché sostengono il Sutra del Loto.
Cap. XX - Il Bodhisattva Sadapaributa (Mai sprezzante)
Mi ricordo di un tempo passato in cui c’era un Budda chiamato Bismagaritasvararaja (Re Suono maestoso), dotato di poteri e saggezza sconfinati, guida e maestro di tutti, a cui dei, uomini, draghi e spiriti si riunivano per tributargli offerte. Dopo l’estinzione di questo Budda, quando anche la sua legge era sul punto di estinguersi, viveva un Bodhisattva che si chiamava Mai Sprezzante, in un epoca in cui c’erano monaci estremamente arroganti. Questo monaco, chiunque incontrasse, si inchinava e pronunciava parole di lode dicendo:
“Nutro per voi un profondo rispetto perché voi tutti state seguendo la via del Bodhisattva e certamente conseguirete la buddità”
Questo monaco non si dedicava a leggere o proclamare le scritture ma se ne andava semplicemente in giro inchinandosi alla gente.
Tra le quattro categorie di credenti, però, c’erano molte persone che parlavano male di lui e lo insultavano. Trascorsero così molti anni durante i quali questo monaco fu disprezzato e ingiuriato. Tuttavia egli non si lasciava mai prendere dalla collera e anche quando lo picchiavano ripeteva “Nutro per voi un profondo rispetto perché voi tutti state seguendo la via del Bodhisattva e certamente conseguirete la buddità”
Per questo motivo egli fu soprannominato Mai sprezzante.
Quando questo monaco fu sul punto di morire, udì dall’alto dei cieli un milione di versi del Sutra del Loto che in precedenza era stato predicato dal Budda Re Suono Maestoso. In quel momento allora acquistò la purezza della vista, dell’olfatto, dell’udito del corpo e della mente e la sua vita si allungò di duecentodiecimila milioni di nayuta di anni ed egli andò in giro in lungo e in largo predicando il Sutra del Loto.
Allora, le quattro categorie di credenti che fino a quel momento lo avevano disprezzato, vedendo che egli aveva acquistato tutte queste virtù sovrannaturali, udendo la sua predicazione presero fede in lui e volontariamente si fecero suoi fedeli seguaci.
Ora ascolta, Dotato di grande autorità, quel Bodhisattva ero io, e le quattro categorie di credenti sono i presenti oggi a questa assemblea.
Perciò, coloro che lo praticano, dopo l’estinzione del Budda, se odono un sutra come questo, non nutrano il minimo dubbio o perplessità, ma con tutto il cuore predichino questo sutra in lungo e in largo, per incontrare i budda era dopo era e completare rapidamente la via del Budda.
Per spiegare in breve tutte le dottrine possedute dal Tathagata, tutti i poteri di cui egli dispone e di cui si avvale liberamente, tutti i tesori fondamentali del Tathagata, tutte le più profonde questioni del, tutte le più profonde questioni del Tathagata, tutto questo è dichiarato, rivelato e spiegato chiaramente in questo sutra.
Cap. XXI - Poteri sovrannaturali del Tathagata
Cap. XXII - Affidamento
Allora il Budda si alzò dal suo trono e pose la sua mano sull’assemblea pronunciando queste parole:
- Affido a voi il compito di propagare la legge. Dovete accettare, sostenere, leggere, recitare e propagare diffusamente a tutti questa legge; per coloro che non potranno comprenderlo che non vi crederanno e non l’accetteranno utilizzate qualcuna delle altre profonde dottrine del Tathagata per istruirli, rallegrarli e beneficarli. Se farete tutto questo, avrete allora ripagato il debito di gratitudine che avete nei confronti del Budda. Colui che conserverà questo sutra afferrerà subito il mistero dei supremi tra gli uomini e penetrerà la saggezza sul seggio del risveglio.-
Allora i Bodhisattva e mahasattva, dopo aver udito queste parole, per tre volte pronunciarono questa frase:
- Porteremo rispettosamente a compimento tutte queste cose, secondo il volere dell’Onorato dal mondo. Preghiamo l’Onorato dal mondo di non preoccuparsi al riguardo.
Predicheremo questo sutra quando il Tathagata sarà nella pace completa. Sospesi in aria con un corpo invisibile, noi ne faremo udire il suono e faremo si che vengano piantate le radici di bene di quegli esseri che ne sono privi. -
Allora il Budda, in quel momento, fece tornare i Budda emanazioni del suo corpo che erano giunti dalle terre delle dieci direzioni alle loro terre d’origine, dicendo:
Ciascuno di questi Budda può andare a suo piacimento. Anche la torre del Budda Molti tesori ritorni dove stava prima.
Cap. XXIII - Precedenti vicende del Budda Bhaishajyaraja (Re della medicina)
A quel tempo il Bodhisattva Fiore sovrano della costellazione chiese al Budda:
Perché il Bodhisattva Re della medicina va e viene in questo mondo di saha?
Allora il Budda rispose:
Molti kalpa or sono innumerevoli come la sabbie del Gange, visse un Budda chiamato Tathagata Pura e splendente verità di sole e luna. Egli aveva un seguito di ottanta milioni di Bodhisattva e ascoltatori della voce pari alle sabbie di settantadue Gange. Nella sua terra c’erano solo esseri puri e il suolo era meraviglioso, pieno di parchi ove sotto alberi ingioiellati sedevano Bodhisattva e ascoltatori della voce per sentire suoni celesti provenienti da palchi ingioiellati dove sedevano milioni di dei.
Un giorno egli predicò il Sutra del Loto e il Bodhisattva Visto con gioia da tutti gli esseri, ascoltato questo Sutra, si dedicò alle pratiche austere ricercando la buddità. Si impegnò nella ricerca e viaggiò ricercando per dodicimila anni. Dopo quel periodo fu in grado di ottenere la samadhi in cui si manifestano tutte le forme fisiche. Ritenendo che ciò fosse avvenuto per aver udito il Sutra del Loto, decise di fare un’offerta al Budda Pura e splendente virtù di sole e luna e al Sutra del Loto.
Allora inghiottì diverse sostanze aromatiche, sandalo, kunduruka, turushka, prikka, aloe, gomma d’ambra, olio essenziale di champaka e altri fiori per milleduecento anni. Quindi cosparse il suo corpo di olio profumato, lo avvolse di una veste celestiale, si unse il capo e facendo appello ai suoi poteri sovrannaturali si diede fuoco. Il bagliore si diffuse a grande distanza, illuminando un numero di mondi pari alle sabbie di ottanta milioni di Gange. Tutti i Bodhisattva di queste terre rimasero ammirati da questo gesto e il suo corpo arse per milleduecento anni finché si estinse completamente.
Questo Bodhisattva rinacque ancora una volta. Prima di estinguersi nuovamente affidò il compito di propagare il Sutra del loto al Bodhisattva Visto con Gioia da tutti gli esseri. Dopo avergli affidato tale compito si fece preparare un giaciglio ed entrò nel Nirvana.
Allora, Visto con Gioia da tutti gli esseri, preso dal dolore, decise di bruciarsi le braccia in onore del Budda.
Quando tutti gli ascoltatori della voce e i Bodhisattva videro questo gesto si addolorarono, pensando che in questo modo Visto con Gioia da tutti gli esseri aveva perso la sua integrità fisica e non poteva più istruirli. Allora Visto con Gioia da tutti gli esseri fece questo voto: “Ho gettato via le mie braccia, sicuramente conseguirò l’aureo corpo di un Budda. Se tutto questo è vero, possano le mie braccia tornare ad essere come prima”. E così gli apparvero di nuovo le braccia.
Bene, questo Bodhisattva non era altro che Re della medicina.
Fiore Sovrano della Costellazione, bruciarsi un dito o un piede vale più di milioni di altre offerte al Budda, vale più che offrire il proprio regno e le città, la moglie o i figli o montagne o mari con tutti i loro tesori. Ma per ottenere meriti nulla è superiore all’accettare e sostenere questo sutra del Loto, anche se soltanto una strofa di 4 versi.
Quest’ultima cosa è la fonte massima di tutti i benefici perché questo è il più profondo e il più grande di tutti i sutra.
Questo sutra è in grado di disperdere l’oscurità di tutti i mali.
Può salvare gli esseri viventi e liberarli dalle sofferenze e dai tormenti.
Può arrecare grandi benefici ed esaudire tutti i desideri, proprio come una fresca e limpida fonte può soddisfare tutti coloro che sono assetati.
E’ come un fuoco per chi ha freddo, una veste per chi è nudo, come una carovana di mercanti che trova una guida, un bambino che trova la madre, un ammalato che trova un medico, una lampada nell’oscurità.
Questo sutra può liberare tutti gli esseri viventi da tutti i disagi e le malattie e le sofferenze. Può scogliere i vincoli della nascita e della morte. Se una persona che soffre per una malattia può ascoltare questo Sutra, la sua malattia svanirà ed egli non conoscerà né vecchiaia né morte.
Fiore Sovrano della Costellazione, anche chi ascolta questo capitolo sulle vicende del re della medicina otterrà benefici illimitati e immensi.
I Budda si uniranno nel lodarlo e diranno da lontano: “Bravo uomo devoto. Hai accettato questo sutra, lo reciti e mediti, e lo predichi. La fortuna che hai accumulato è incommensurabile e illimitata. Non potrà essere bruciata dal fuoco né spazzata via dall’acqua. Uomo devoto, cento, mille Budda con i loro poteri sovrannaturali si riuniranno per proteggerti e difenderti.
Quando il Budda ebbe finito di predicare questo capitolo, il Budda Molti tesori lodò Fiore sovrano della costellazione dalla torre preziosa: “Grazie, Fiore sovrano della costellazione, hai interrogato il budda Shakyamuni su questo argomento arrecando vantaggio a un numero sconfinato di esseri viventi”.
XXIV - Il Bodhisattva Gangadasvara (Suono meraviglioso)
A quel tempo il Budda Shakyamuni illuminò i mondi di Budda nella direzione orientale; in uno di questi milioni di mondi c’era un mondo chiamato Ornato di pure Luce. Qui c’era un Budda chiamato Tathagata Saggezza regale della costellazione del Puro Fiore. In questa terra vi era un Bodhisattva chiamato Gangadasvara che aveva ottenuto le più grandi samadhi, quella della saggezza, quella del dharma, quella che permette di comprendere tutti gli esseri viventi, quella del gioco magico, quella della virtù, quella della rivoluzione del sole e molte altre. Quando la luce emessa dal Budda Shakyamuni lo illuminò, egli si rivolse al Budda della sua terra e disse:
- Onorato dal mondo, devo recarmi dal Budda Shakyamuni per rendergli omaggio, e per rendere omaggio a Manjushri e a tutti gli altri Bodhisattva li con lui. –
Rispose il Budda Saggezza regale:
- Bene, recati pure li. Però ti dico questo. Non devi guardare quella terra con disprezzo non devi averne una bassa opinione. Il mondo di saha è irregolare, alto in certe parti, basso in altre, pieno di terriccio, pietre, montagne, e lordume. Il Budda è di statura modesta e altrettanto bassi sono i numerosi Bodhisattva, mentre il tuo corpo è alto quarantaduemila voyana e il mio sei milioni e ottocentomila voyana. I nostri corpi sono perfetti per forme e dotati di migliaia di benefici e di una radiosità meravigliosa. Percìò, recandoti là, non devi avere una bassa opinione di quella terra e dei Bodhisattva che vi dimorano.-
Dopo aver udito quelle parole Gangadasvara si sedette rimanendo immobile col corpo e entrò nella samadhi e, grazie al potere della samadhi, in un luogo non molto distante dal seggio del dharma creò una massa preziosa di ottantaquattromila fiori di loto, con gli steli d’oro, le foglie d’argento, gli stami di diamante e i calici di gemme.
Allora il Budda si rivolse a Manjushri vedendo questi fiori, dicendo:
- Il Bodhisattva Gangadasvara desidera venire nel mondo di saha a porgermi offerte, e a fare offerte al Sutra del Loto.-
Allora Molti Tesori si rivolse a Gangadasvara e lo chiamò. Suono meraviglioso scomparve dalla sua terra accompagnato dai suoi ottantaquattromila Bodhisattva apparve nel mondo di saha, dopo aver attraversato innumerevoli terre che tremarono scuotendosi in sei modi diversi mentre suonavano migliaia di strumenti celesti. Egli, salito su un palco ornato di sette tesori, viaggiò fino al monte Gradhrakuta e, arrivato colà, discese dal palco e si avvicinò al Budda offrendogli una ghirlanda preziosa.
Allora Manjushri e il Bodhisattva Fiore di virtù chiesero al Budda quali meriti avesse accumulato Gangadasvara per esercitare simili poteri sovrannaturali, al fine di ottenerli anche loro e in quale samadhi egli si manifestasse.
Il Budda elencò i meriti del passato di Gangadasvara e disse: Uomo devoto, la sua samadhi si chiama Manifestare tutte le forme. Con essa è possibile comparire presso qualunque essere vivente assumendo le forme più varie, al fine di rendere loro beneficio. Egli può manifestarsi come un bambino, un adulto, un monaco, un re, un medicante, un drago, un demone e in qualsiasi altro modo egli desideri.
Dopodiché, Gangadasvara tornò alla sua terra d’origine.
XXV - Il Bodhisattva Avalokiteshvara (Percettore dei suoni del mondo)
A quel tempo il Bodhisattva Volontà inesauribile e chiese al Budda:
Onorato dal mondo, per quale motivo Avalokiteshvara, il Bodhisattva Percettore dei suoni del mondo è chiamato in questo modo?
Il Budda allora rispose così:
Il suo nome deriva da ciò.
Chiunque lo invochi si libererà all’istante dalle sofferenze perché lui è in grado di annullare i dolori dell’esistenza.
Se entrerai in un grande fuoco e invocherai il suo nome, le fiamme non potranno bruciarti.
Se entrerai in una grande piena troverai immediatamente un luogo dove toccare terra.
Se insieme ad altri mille uomini ti avventurerai su una nave nel grande mare per cercare un tesoro, qualora un vento impetuoso spingesse la nave fuori rotta conducendola nella terra dei demoni rakshasa, se invocherai il suo nome queste persone verrebbero liberate.
Se verrai aggredito, spade e bastoni non potrebbero ferirti.
Se milioni di demoni tentassero di tormentarti o di assalirti, udendo il nome di Avalokiteshvara non saranno più in grado di vederti né di farti del male.
Se tu, colpevole o innocente, fossi imprigionato in una cella o incatenato le tue catene si spezzeranno e riacquisterai la libertà.
Chi è dominato da passione, collera, o ignoranza, si libererà da queste condizioni.
Se una donna desidera un maschio o una femmina, invocando il suo nome, il figlio o la figlia nasceranno ricchi di virtù, meriti e saggezza.
Egli può donare il coraggio a chi si trovi in circostanze terribili.
Se qualcuno cercherà di farti del male con malefici e erbe velenose, pensa al potere di Avalokiteshvara e le maledizioni ricadranno su chi le ha lanciate.
Se animali feroci dovessero circondarti pensa al potere di Avalokiteshvara ed essi fuggiranno atterriti.
Se sarai inseguito da uomini malvagi che vorranno farti precipitare dalla montagna di diamante pensa al potere di Avalokiteshvara ed essi non potranno torcerti un capello.
Abbracciare il nome di Avalokiteshvara e tributargli offerte anche per una sola volta significa accumulare fortuna incommensurabile e inesauribile.
Egli può domare il fuoco e il vento della sfortuna e recare ovunque nel mondo la luce.
Allora Volontà inesauribile chiese:
Onorato dal mondo, ma come può andare e venire in questo mondo di saha il Bodhisattva Avalokiteshvara?
Uomo devoto, se qualcuno avesse bisogna di incontrare il Budda per essere salvato, Avalokiteshvara si manifesterà immediatamente come Budda e predicherà la legge.
Se qualcuno avesse bisogno di un pratyekabuddha egli si manifesterà in questo modo.
Se qualcuno avesse bisogno di un ascoltatore della voce egli si manifesterà in questo modo.
Se qualcuno avrà bisogno di un re Bhrama egli apparirà come tale.
Se qualcuno avrà bisogno di un condottiero celeste egli si farà condottiero celeste.
Se qualcuno avesse bisogno del Dio Libertà egli si manifesterà come Dio libertà.
Se qualcuno avrà bisogno di un re, o di un sovrano minore, egli si manifesterà re.
Se ci vorrà un capofamiglia, un ministro, un monaco, un bhramano, un credente laico, egli si manifesterà in una di queste forme.
Egli potrà prendere anche le forme di un fanciullo o di un qualsiasi altro essere, anche un drago, un asura.
Volontà inesauribile, Avalokiteshvara ha ottenuto tali benefici che può assumere forme differenti, ed egli vaga per le terre salvando gli esseri viventi.
E chiunque ascolta questo capitolo del Sutra otterrà enormi benefici
XXVI – Dharani - Formule magiche
I mantra del Bodhisattva Baisayaraja
Allora il Bodhisattva Baisayaraja Re della Medicina disse al Budda:
- Onorato del mondo, ora affiderò a coloro che predicano la Legge alcune formule dharani che li difenderanno e li proteggeranno.
Indi pronunciò queste formule:
anye manye mane mamane citte carite same
shamitavi
Sante mukte muktatame same avisame sama
same ksaye
Aksaye akshine shante same dharani
alokabashe
Pratyaveksani nivishte abhyantaranivishte
atyantaparishuddi
Ukkule mukkule arade parade sukakshi asamasame
Buddabilokite darmaparikshite
Samghanirghosami
Bhayabhayashodani mantre mantraksayate rute
Rutakausalye aksaie aksayavanataya abalo
amanyanataya
Onorato dal Mondo, queste formule sono pronunciate da un numero di Budda pari alle sabbie di sessantaduemila Gange. Chi attacca e ferisce i maestri della Legge, attacca o ferisce questi Budda.
.Il mantra del bodhisattva Pradanasura (Donatore coraggioso)
Allora il Bodhisattva Pradanasura disse:
- Anche io pronuncierò alcune dharani per proteggere coloro che leggono, recitano, accettano e ssotengono questo sutra. Se un maestro della legge apprende queste dharani, anche se gli yaksha, i rakshasa, i putana, i kritya, i kumbana o gli spiriti affamati cercheranno di scoprire i suoi punti deboli per trarne vantaggio, essi non ci riusciranno. Indi, alla presenza di Budda, pronunciò queste formule:
jvale majvale ukke mukke ade adavati nritie
nrtiavati ittini vittini chittini nrtyani nrtyavati
(versione sanscrita)
jvale majvale ukke tukke mukke ade adavati nritie
nrtiavati ittini vittini chittini nrtyani nrtyavati svaha
Il mantra di Vaishravana
Anche il re celeste Vaishravana protettore del mondo, disse al Budda:
- Onorato dal mondo, anche io pronuncierò le formule per proteggere i maestri della Legge. -
Indi pronunciò queste formule:
atte natte nunatte anado nadi kunadi
(versione sanscrita)
atte tatte natte vanatte anade nadi kunadi svaha
Il mantra del re Virudaka (Sostegno della nazione)
Allora si avvicinò anche il re celeste Sostegno della Nazione dicendo “Ecco le mie formule per proteggere coloro che sostengono il Sutra del Loto”:
agane gane gauri gandhari chandali matangi janguli vrusani agasti
(versione sanscrita)
agane gane gauri gandari candali matangi pukkasi samkule vrusali sisi svaha
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Il mantra delle dieci fanciulle demoni
Il mantra delle dieci fanciulle demoni
C’erano anche le dieci fanciulle demoni che dissero:
- Onorato dal mondo, con le nostro formule proteggeremo i devoti del Sutra del Loto. Se qualcuno cercherò di scoprire i punti deboli di questi maestri della legge e di trarne vantaggio glielo impediremo.
Itime itime itime itime
Atime
Nime nime nime nime nime
Ruhe ruhe ruhe ruhe
Stahe stahe stahe
Stuhe stuhe
(versione sanscrita)
Itime itime itime itime itime
Nime nime nime nime nime
Ruhe ruhe ruhe ruhe ruhe
Stuhe stuhe stuhe stuhe stuhe
Svaha
Piuttosto montino sulle nostre teste ma non moltestino i maestri della legge. Né demoni, né spiriti, né febbri, nessuno mai potrà molestarli nemmeno in sogno. E a chiunque ignora i nostri incantesimi e tormenta i maestri della Legge, si spacchi la testa in sette pezzi. Onorato dal Mondo, faremo uso dei nostri corpi per proteggere coloro che sostengono questo sutra. Faremo in modo che sssi ottengano pace e serenità, li proteggeremo dal declino e da qualsiasi danno, e annulleremo l’effetto di quasiasi erbe velenosa.
XXVII - Il re Shubhavyuha (Ornamento meraviglioso)
Shubhavyuha e i suoi due figli
Il Budda si rivolse allora all’assemblea e disse:
In un’epoca passata, un inconcepibile numero di kalpa or sono, viveva un Budda chiamato Jaladhara garjita (Saggezza del Fiore sovrano della costellazione suono del tuono). La sua terra si chiamava Ornamento splendente di luce e il suo kalpa Visto con Gioia. Durante la legge di questo Budda c’era un re che si chiamava Shubhavyuha. La sposa del re si chiamava Vimaladatta (Pura virtù) e aveva due figli chiamati Vimalagarbha (Puro tesoro) e Vimalanetra (Puro occhio). Questi due figli possedevano grandi poteri sovrannaturali, meriti, virtù e saggezza e per lungo tempo avevano praticato la via del Bodhisattva.
Il Budda predicava il Sutra del Loto e un giorno i due figli del re ebbero modo di ascoltarlo. Diventati devoti del Sutra del Loto andarono dalla loro madre pregandola di convincere il padre ad ascoltare il Budda.
Lei disse:
Vostro padre ha fede in dottrine non buddiste ed è profondamente legato alla legge brahmanica. Andate da vostro padre e persuadetelo a venire con voi. Mostrategli qualche prodigio sovrannaturale. Quando lo vedrà, la sua mente ne sarà certamente purificata e ci consentirà di recarci nel luogo del Budda.
Allora i due figli si sollevarono in aria e compirono doversi prodigi sovrannaturali. Dal loro corpo uscì acqua e fuoco, divennero enormi e poi piccoli, svanirono nel cielo e ricomparvero.
Vedendo ciò, il padre disse loro: Chi è il vostro maestro? Di chi siete discepoli. Recatemi dal vostro maestro.
Allora i figli andarono dalla madre e le dissero:
Madre, il nostro compito è finito, abbiamo convinto nostro padre. Ora ti preghiamo di darci il permesso di abbandonare la vita secolare e di seguire la via del Budda.
La madre acconsentì dicendo: Si figli miei, andate, perché incontrare il Budda è raro come incontrare il fiore di Udumbara, difficile quanto per una tartaruga con un solo occhio trovare un ceppo di legno che galleggia.
Allora il re Shubhavyuha, accompagnato dai figli, dai servi, ministri, servitori, dalla regina, e tutte le dame e le ancelle dei ginecei, si recò a trovare il Budda; essi lo onorarono e lo ascoltarono e il Budda predicò la legge per tutti.
Finito di predicare disse: Vedete il re Shubhavyuha che si trova qui davanti a mani giunte? Durante la mia legge egli diventerà un monaco e praticherà con diligenza la legge che dà accesso alla via del Budda. Il suo nome sarà Re dell’albero di Sal. La sua terra si chiamerà Grande Luce e il suo kalpa Grande nobile re.
E saremo buoni amici
Udite queste parole il re decise di abbandonare la vita secolare e affidò il suo regno al fratello.
Disse allora al Budda:
Onorato dal Mondo, questi miei due figli sono stati ottimi amici per me, perché mi hanno distolto dalle dottrine erronee consentendomi di dimorare sicuro nella legge del Budda. Per questa ragione sono venuti nella mia famiglia.
Il Budda rispose:
E’ proprio così. Se uomini devoti hanno piantato buone radici e come effetto, esistenza dopo esistenza, riescono ad avere dei buoni amici, allora questi buoni amici possono svolgere l’opera del Budda, istruendoli, arrecando loro gioia e benefici, e facendogli conseguire l’illuminazione definitiva. Grande re, sappi che i buoni amici sono grandi cause e condizioni. Infatti guidando e convertendo, consentono di vedere il Budda e di sviluppare il desiderio dell’illuminazione.
Il re giunse le mani e ringraziò il Budda: Grazie, Onorato dal mondo. Da ora in avanti non seguirò più i capricci della mente, né darò adito a concezioni erronee o all’arroganza, alla collera o altri cattivi pensieri.
Dette queste parole si allontanò.
Finito di narrare, il Budda Shakyamuni disse: Questo re, Shubhavyuha, altri non è che il Bodhisattva Fiore di Virtù presente in questa assemblea, mentre i due figli sono presenti anch’essi, e sono il Bodhisattva Bhaishajyaraja (Re della medicina) e suo fratello.
XXVIII - Il Bodhisattva Samantabadhra (Virtù universale)
A quel tempo giunse da oriente il Bodhisattva Samantabadhra, famoso per i suoi poteri sovrannaturali e per le sue virtù, accompagnato da un numero indescrivibile di Bodhisattva, da draghi, esseri celesti, asura, garuda, mahoraga.
Giunto al cospetto del Budda chinò il capo verso il suolo e girò tre volte attorno a lui e disse:
- Onorato dal Mondo, ho udito da lontano questo Sutra del Loto e sono giunto per ascoltarlo. Ti prego di esporlo per me e per coloro che mi accompagnano. Ti chiedo inoltre: come potranno ricevere questo Sutra uomini e donne, dopo la tua estinzione? -
Allora il Budda disse a Samantabadhra:
- Se dopo l’estinzione del Tathagata uomini e donne soddisferanno queste condizioni potranno udire questo sutra.
La prima è che devono essere protetti e ricordati dal Budda.
La seconda è che devono piantare radici di virtù.
La terza è che devono entrare nello stadio in cui sono certi dell’illuminazione.
La quarta è che devono risvegliare il desiderio di salvare tutti gli esseri viventi. Se dopo la mia estinzione soddisferanno queste quattro condizioni riceveranno certamente questo sutra. -
Allora Samantabadhra disse:
- Onorato dal mondo, se nell’epoca corrotta e malvagia dell’ultimo periodo di cinquecento anni vi sarà chi accetterà e sosterrà questo sutra, io lo proteggerò e difenderò, lo libererò dal declino e dai pericoli, farò in modo che ottenga la pace e la tranquillità e mi assicurerò che nessuno possa scoprire i suoi punti deboli e approfittarne. Nessun demone, né figli di demoni o figlie di demoni, né qualcuno posseduto dal demone o qualsiasi altro essere che tormenta gli umani potrà approfittarsi di lui.
Se quella persona leggerà e reciterà questo sutra allora io monterò sul mio regale elefante bianco con sei zanne e, insieme alla moltitudine di grandi Bodhisattva, mi recherò da lui. Mi mostrerò personalmente, farò offerte, lo proteggerò e lo difenderò, conforterò la sua mente. Perché così facendo anche io farò un’offerta al Sutra del Loto.
Se quella persona mediterà su questo sutra stando seduta, allora io mi avvierò da lui e gli apparirò davanti in groppa al mio elefante.
Se quella persona dimenticherà anche una parola o un verso di questo sutra, io glielo suggerirò e mi unirò a lui nella lettura e nella recitazione. Allora la persona che accetta, legge e recita, e sostiene questo sutra, grazie al fatto di avermi visto acquisterà immediatamente samadhi e dharani. Acquisterà la dharani delle ripetizione, dell’espediente e del suono del dharma.
Coloro che in quell’epoca lontana desidereranno praticare questo sutra dovranno dedicarsi completamente ad esso per un periodo di ventuno giorni. Quando saranno passati ventuno giorni, io salirò sul mio elefante e apparirò davanti alla persona circondato da innumerevoli bodhisattva e predicherò la legge per lei rendendola felice.
Gli affiderò anche le formule dharani. E grazie al fatto di aver appreso queste formule, nessun essere non umano potrà fargli del male, né potrà essere confuso o sviato dalle donne. Io stesso lo proteggerò in ogni momento.
Questa, Onorato dal mondo, è la formula che li proteggerà:
adande dandapati dandavarte dandakushale
dandasudhare
sudhare sudharapati buddhapashyane sarvadharani avartani
sarvabhashyavartani suavartani samghaparikshani
samghanirghatani asamge samgapagate triadhvasamgatulya
arate prapte sarvasamgasamatikrante
sarvadharmasuparikshite
sarvasattvarutakaushalyanugate simhavikridite
Onorato dal mondo, le persone sagge dovrebbero personalmente copiare o far copiare da altri, accettare, leggere, recitare, memorizzare e praticare questo sutra. Io utilizzerò i miei poteri sovrannaturali per custodire e proteggere il Sutra e dopo la tua estinzione farò in modo che sia propagato in tutta Jambudvipa, il continente che si trova a sud del Monte Sumeru, così chiamato per i suoi alberi jambu, popolato da persone dal karma negativo.
Quando il Budda ebbe finito di predicare questo sutra, Virtù universale e gli altri Bodhisattva, Shariputra, Mogallana, Ananda, Rahoula, gli esseri celesti e tutti gli altri ascoltatori della grande assemblea si riempirono di grande gioia. Accettando e sostenendo le parole del Budda si inchinarono rispettosamente e si accomiatarono.
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